Cambogia: processo a Dutch, capo dei Khmer rossi convertito al cristianesimo
Kaing Guek Eav, detto il compagno “Dutch” durante il regime di Pol Pot in Cambogia,
ha chiesto perdono nel corso del processo in corso a Phnom Penh. Si è dichiarato colpevole
per quanto accaduto nel centro di detenzione di Tuol Sleng, dove si ritiene siano
state torturate e uccise 15 mila persone durante gli anni ‘70. Il suo gesto segna
un nuovo capitolo nel processo di riconciliazione nel Paese dove non mancano divisioni
e reticenze su quanto accaduto in quel periodo storico. Una presa di coscienza individuale
– riferisce Asianews - che è anche frutto della conversione al cristianesimo, avvenuta
nel 1996, grazie al rapporto di amicizia nato con un pastore protestante cambogiano.
All’incontro con il religioso è seguito il battesimo e quindi un vero e proprio cambiamento
del cuore. “Il riconoscimento della propria colpa – ha detto padre Alberto Caccaro,
missionario del Pime, da un decennio in Cambogia – è il modo in cui ciascuno si percepisce
davanti a Dio. Una gran parte dell’opinione pubblica – ha continuato- è rimasta stupita
in maniera positiva dalla sua confessione, che appare come una voce fuori dal coro”.
Padre Caccaro ricorda infatti che non esiste, nella società cambogiana, il concetto
di assunzione di responsabilità e pertanto i gesti come quello del compagno “Dutch”
possono essere “un punto di partenza per una analisi più profonda della storia”.(B.C.)