"Un ardito e intrepido testimone di Cristo". Benedetto XVI ricorda Giovanni Paolo
II a quattro anni dalla morte
Un ardito e intrepido testimone di Cristo che riusciva a comunicare una forte carica
di speranza. Benedetto XVI ha ricordato così questo pomeriggio durante la Santa Messa
nella Basilica Vaticana il Servo di Dio Giovanni Paolo II nel IV annniversario della
morte. “Il suo ricordo – ha detto il Papa – continua ad essere vivo nel cuore della
gente, come dimostra l’ininterrotto pellegrinaggio di fedeli alla sua tomba, nelle
Grotte Vaticane”. In preparazione della gmg che a livello diocesano si celebra domenica
prossima sul tema “Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente, erano presenti
giovani romani e di altre parti del mondo. Il Papa ha chiesto loro di diventare un’oasi
di speranza per la società contemporanea. Al termine della celebrazione Bendetto XVI
si è recato in preghiera sulla tomba del suo predecessore. Il servizio è di Paolo
Ondarza
Un’esortazione
a divenire piccole sorgenti di speranza nel mondo e a non fare della speranza cristiana
un’ideologia, o slogan di gruppo. L’ha lanciata Benedetto XVI ai giovani partecipanti
alla cappella papale per il defunto pontefice Giovanni Paolo II. Solo vivendo di
Cristo e in Cristo – ha spiegato il Papa – è possibile propagare la fiamma di quell’amore
che Gesù ha acceso sulla terra, portare alta la fiaccola della fede e della speranza.
E’
la fiaccola che il Papa Giovanni Paolo II ci ha lasciato in eredità. L’ha consegnata
a me, come suo successore; ed io questa sera la consegno idealmente, ancora una volta,
in un modo speciale a voi, giovani di Roma, perché continuiate ad essere sentinelle
del mattino, vigili e gioiosi in quest’alba del terzo millennio. Rendere
testimonianza a Cristo senza mezzi termini richiede coraggio: Benedetto XVI ricorda
come Karol Wojtyla sin da giovane si mostrò intrepido e ardito difensore di Cristo:
“per Lui non esitò a spendere ogni energia al fine di diffonderne dappertutto la luce,
non accettò di scendere a compromessi quando si trattava di proclamare e difendere
la sua Verità”.
Il Santo Padre ha constatato come
l’esperienza spirituale di Giovanni Paolo II mostri che Dio rende fecondo l’impegno
sincero e generoso di chi, pur nelle difficoltà, sceglie di testimoniare il Vangelo.
Basti pensare ai molti figli e figlie generati alla fede nel suo lungo pontificato:
Quante vocazioni al sacerdozio e alla
vita consacrata, quante giovani famiglie decise a vivere l’ideale evangelico e a tendere
alla santità sono legate alla testimonianza e alla predicazione del mio venerato Predecessore!
Quanti ragazzi e ragazze si sono convertiti, o hanno perseverato nel loro cammino
cristiano grazie alla sua preghiera, al suo incoraggiamento, al suo sostegno e al
suo esempio! A pochi
mesi dall’inizio dell’anno sacerdotale il Papa ha chiesto disponibilità alla chiamata
di Gesù. Poi ha ricordato i tanti giovani raccolti in preghiera nell’ora dell’agonia
e della morte di Giovanni Paolo II.
Speriamo
vivamente che dal Cielo non cessi di accompagnarci e di intercedere per noi. Aiuti
ciascuno di noi a vivere, come lui ha fatto, ripetendo giorno dopo giorno a Dio, per
mezzo di Maria con piena fiducia: Totus tuus. Rivolto ai
numerosi pellegrini polacchi ha rinnovato l’indimenticabile l’appello della gmg di
Tor Vergata:
Nie lękajcie się
zawierzyć Chrystusowi. On was poprowadzi, da wam siłę, byście szli za Nim każdego
dnia i w każdej sytuacji” “Non abbiate paura di affidarvi
a Cristo. Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirlo ogni giorno e in ogni
situazione»
Quindi pensando al luminoso esempio di
Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha ribadito l’urgenza educativa che oggi concerne
famiglie, chiesa, società e specialmente le nuove generazioni:
“nell’età della crescita i ragazzi avvertono il bisogno di persone che sappiano insegnare
con la vita ancor prima che con le parole, a spenderdi per alti ideali”.