2009-04-02 16:16:20

A rischio il diritto voto dei profughi cristiani dell’Orissa


Consentire ai cristiani nei campi profughi dell’Orissa di partecipare alle elezioni del 16 e 23 aprile per il rinnovo del Lok Sabha, il parlamento indiano. L’appello, raccolto da AsiaNews, viene da Raphael Cheenath, arcivescovo di Cuttak-Bhubaneswar. Al momento sono oltre 70mila i cristiani i cui nomi non sono inseriti nelle liste elettorali, la maggior parte provengono dal distretto di Kandhamal. Tuttavia, molti di loro non possono tornare nei villaggi d’origine e rischiano di non poter esercitare il diritto di voto. Si sospetta quindi che l’eliminazione del voto cristiano sia all’origine dei pogrom di agosto e settembre, a tutto vantaggio del Bharatiya Janata Party (Bjp), di stampo nazionalista, che difende l’estremismo indù. “Dopo sette mesi ci sono ancora 3200 persone nei campi profughi”, afferma mons. Cheenath, e denuncia che “la campagna di odio e violenza continua inalterata e sta crescendo con l’avvicinarsi delle elezioni”. Secondo il presule “la commissione elettorale deve fare una verifica della situazione del Kandhamal e prendere decisioni per permettere elezioni libere e tranquille. L’amministrazione distrettuale dovrebbe rendere pubblici i numeri di quanti sono realmente tornati nei villaggi e quanti potranno partecipare al voto senza timori”. L’arcivescovo di Bhubaneswar chiede infine “sforzi adeguati per permettere agli abitanti dei villaggi di andare alle urne” e afferma che “senza questi provvedimenti le elezioni saranno solamente travestite di democrazia”. Interpellato da AsiaNews, Sajan K. George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) afferma invece che “sarebbe più appropriato posticipare le elezioni” nel distretto e aggiunge che a causa della mancanza di documenti “nessuno cristiano potrebbe usufruire del voto postale”. Secondo il presidente del Gcic “privare del diritto di voto equivale a soffocare la minoranza cristiana”. (M.G.)







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