Vigilia del G20, critiche da Germania e Francia, appello di Obama
Preoccupazione e appelli ad agire di concerto si alternano nelle dichiarazioni dei
leader mondiali alla vigilia dell’apertura dei lavori del G20 di Londra. Francia e
Germania non sono soddisfatte della bozza di documento fatta circolare in occasione
del summit. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha infatti spiegato che la Francia
ha chiesto regole più severe per la regolamentazione della finanza globale e, in particolare,
contro i paradisi fiscali. Il presidente statunitense, Barack Obama, al termine dell'incontro
con il premier britannico Gordon Brown ha sottolineato la gravità della crisi e la
necessità di soluzioni radicali e concordate tra tutti i Paesi. Sull’effettiva possibilità
che al vertice di Londra vengano adottate misure concrete per contrastare la crisi
economica Stefano Leszczynski ha intervistato Mario Deaglio, docente
di economia internazionale all’università di Torino:
R. – Se il
vertice avrà successo, lo sapremo poco per volta nel corso dei prossimi mesi. Non
si può pensare che rappresentanti di 20 Paesi che si trovano per tre giorni in una
riunione preparata in maniera relativamente affrettata, cioè nell’arco di un paio
di mesi, possano veramente arrivare a provvedimenti concreti. Quello che possono fare
è dare il via a procedimenti e meccanismi perché a questi provvedimenti si arrivi
in seguito. D. – Molti governi hanno identificato come elemento
negativo della crisi il forte pessimismo che dicono alimentato anche dai dati non
positivi delle varie analisi economiche fatte dalle organizzazioni internazionali
… R. – Le organizzazioni internazionali usano dei modelli economici
per descrivere la realtà. Questi modelli economici hanno una serie di ipotesi di stabilità
su certi fattori che rimangono invariati o cambiano poco nel tempo. Invece noi ci
troviamo in una fase in cui molti di questi fattori cambiano con estrema rapidità.
Quindi i modelli danno un risultato molto diverso anche solo a quindici giorni di
distanza. Non abbiamo strumenti per misurare quello che succederà. D.
– Quindi a questo punto è possibile aspettarsi anche un forte dibattito politico su
una riforma degli organismi internazionali economici? R. – Per
quanto riguarda il Fondo monetario e la Banca mondiale, che distribuiscono aiuti mondiali,
il dibattito politico può essere molto forte anche perché gli attuali statuti, nella
sostanza, risalgono alla Seconda Guerra Mondiale. Quindi c’è un potere molto forte
degli Stati Uniti che sono in grado di bloccare qualunque decisione importante. Dietro
gli Stati Uniti ci sono poi anche gli europei e il Giappone. Gli altri Paesi del mondo
o contano poco o non ci sono per niente.