2009-04-01 15:20:01

Vigilia del G20, critiche da Germania e Francia, appello di Obama


Preoccupazione e appelli ad agire di concerto si alternano nelle dichiarazioni dei leader mondiali alla vigilia dell’apertura dei lavori del G20 di Londra. Francia e Germania non sono soddisfatte della bozza di documento fatta circolare in occasione del summit. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha infatti spiegato che la Francia ha chiesto regole più severe per la regolamentazione della finanza globale e, in particolare, contro i paradisi fiscali. Il presidente statunitense, Barack Obama, al termine dell'incontro con il premier britannico Gordon Brown ha sottolineato la gravità della crisi e la necessità di soluzioni radicali e concordate tra tutti i Paesi. Sull’effettiva possibilità che al vertice di Londra vengano adottate misure concrete per contrastare la crisi economica Stefano Leszczynski ha intervistato Mario Deaglio, docente di economia internazionale all’università di Torino:RealAudioMP3

R. – Se il vertice avrà successo, lo sapremo poco per volta nel corso dei prossimi mesi. Non si può pensare che rappresentanti di 20 Paesi che si trovano per tre giorni in una riunione preparata in maniera relativamente affrettata, cioè nell’arco di un paio di mesi, possano veramente arrivare a provvedimenti concreti. Quello che possono fare è dare il via a procedimenti e meccanismi perché a questi provvedimenti si arrivi in seguito.
 
D. – Molti governi hanno identificato come elemento negativo della crisi il forte pessimismo che dicono alimentato anche dai dati non positivi delle varie analisi economiche fatte dalle organizzazioni internazionali …
 
R. – Le organizzazioni internazionali usano dei modelli economici per descrivere la realtà. Questi modelli economici hanno una serie di ipotesi di stabilità su certi fattori che rimangono invariati o cambiano poco nel tempo. Invece noi ci troviamo in una fase in cui molti di questi fattori cambiano con estrema rapidità. Quindi i modelli danno un risultato molto diverso anche solo a quindici giorni di distanza. Non abbiamo strumenti per misurare quello che succederà.
 
D. – Quindi a questo punto è possibile aspettarsi anche un forte dibattito politico su una riforma degli organismi internazionali economici?
 
R. – Per quanto riguarda il Fondo monetario e la Banca mondiale, che distribuiscono aiuti mondiali, il dibattito politico può essere molto forte anche perché gli attuali statuti, nella sostanza, risalgono alla Seconda Guerra Mondiale. Quindi c’è un potere molto forte degli Stati Uniti che sono in grado di bloccare qualunque decisione importante. Dietro gli Stati Uniti ci sono poi anche gli europei e il Giappone. Gli altri Paesi del mondo o contano poco o non ci sono per niente. 







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