Human Rights Watch denuncia abusi e violenze sui rifugiati somali in Kenya
Un rapporto dell'organizzazione umanitaria Human Rights Watch denuncia abusi e violenze
da parte di funzionari di polizia nei confronti dei rifugiati somali che vivono in
Kenya. Sono più di 250 mila i somali che si trovano in tre campi sovraffollati nei
pressi del confine somalo in una zona arida e impoverita nel nord-est del Kenya. “La
gente che sfugge alla violenza in Somalia ha bisogno di protezione e aiuto, ma invece
si trova ad affrontare ulteriori situazioni di pericolo, di abuso e di privazione”
afferma il rapporto intitolato: “Dall'orrore alla disperazione: la crisi dimenticata
dei rifugiati somali del Kenya”. Nel 2009 le agenzie umanitarie prevedono l'arrivo
in Kenya di 100 mila nuovi rifugiati dalla Somalia, dove più di 17 mila civili sono
stati uccisi in due anni di guerra civile. Più di un milione di persone ha lasciato
le proprie case e più di un terzo della popolazione, circa 3 milioni di persone, dipendono
da aiuti alimentari d'urgenza. Nel rapporto – ricorda l’agenzia Fides - vengono documentati
decine di casi di funzionari di polizia che estorcono tangenti dai rifugiati somali
che arrivano o lasciano i campi profughi per recarsi in altre zone del Kenya. Il governo
del Kenya ha chiuso le frontiere con la Somalia nel gennaio 2007, ma questo non ha
impedito a organizzazioni criminali di continuare a far entrare illegalmente in Kenya
cittadini somali. Human Rights Watch accusa le autorità del Kenya di aver respinto
a forza centinaia, forse migliaia, di richiedenti asilo e rifugiati, in palese violazione
del diritto internazionale. Un portavoce della polizia del Kenya ha respinto quanto
contenuto nel rapporto, affermando che il suo Paese accoglie 500 mila somali, che
“vengono trattati con dignità”. Secondo il funzionario dal 1991, anno della caduta
del dittatore somalo Siad Barre, il 95% dei rifugiati somali sono passati per il Kenya.
(A.L.)