Burkina Faso: il Comitato cattolico di Bioetica in difesa del Papa sulla questione
dell'Aids
“Con il Santo Padre, noi ribadiamo con tutte le nostre forze: No alla banalizzazione
della sessualità che induce ad un comportamento irresponsabile, in quanto la promiscuità
sessuale è causa di numerosi mali, morali e fisici; No ad una educazione sessuale
senza dimensione morale, che consista nell’incitare e iniziare precocemente i giovani
alla sessualità, e che li predispone ad abbandonare ogni ritegno, al vagabondaggio
sessuale e alle infezioni sessualmente trasmissibili. Teniamo a ribadire che la Chiesa
apporterà sempre il suo contributo alla lotta contro l’Aids/Hiv in Burkina Faso, sostenendo
il quadro strategico elaborato a questo scopo, e rimanendo sempre a fianco delle persone
che soffrono”. E’ quanto afferma il Comitato di Bioetica della Conferenza episcopale
di Burkina Faso e Niger, in un suo comunicato inviato all’Agenzia Fides. Il documento
esorta ad “essere vigilanti per non lasciarsi suggestionare da certa stampa che ha
per unico scopo il sensazionale o distogliere l’attenzione dai veri problemi. L’Aids
che è ‘sindrome da immunodeficienza acquisita’ non è solamente una patologia biologica,
in quanto ai nostri giorni la società tende anch’essa a perdere la sua immunità acquisita
nei confronti dei valori, della verità e dell’etica. In questo senso siamo affetti
da un ‘Aids culturale’ che sta infettando il nostro mondo e la sua contagiosità diventerà
sempre più incalcolabile”. Il Comitato di Bioetica ribadisce quindi il pensiero espresso
da Benedetto XVI sul tema: denunciare la grave responsabilità di quanti propugnano
una ideologia di libertà sessuale attraverso l’uso del preservativo; ricordare che
la strada migliore nella lotta all’Aids è quella di una educazione civile e religiosa
nel senso della responsabilità; presentare le tre forme di lotta contro l’Aids in
cui è impegnata la Chiesa: educazione alla responsabilità delle persone nell’uso della
sessualità e riaffermazione del ruolo essenziale del matrimonio e della famiglia,
ricerca e applicazione di terapie efficaci mettendole a disposizione del maggior numero
possibile di malati (il 25% dei centri sanitari che nel mondo si occupano di malati
di Aids è costituito da strutture cattoliche), assistenza umana e spirituale dei malati
di Aids e di tutti i malati, che sono sempre nel cuore della Chiesa. Illustrando la
posizione della Chiesa del Burkina Faso sull’Aids, il documento sottolinea che si
tratta della posizione della Chiesa universale, con una lotta collettiva e individuale.
“La Chiesa, che mira alla perfezione ed alla santificazione di tutti gli uomini di
buona volontà, propone un mezzo incontestabilmente sicuro per vincere l’Aids: l’astinenza
e la fedeltà. Certamente ogni stato laico può liberamente proporre alla sua popolazione
altri metodi di lotta. Ma certamente non sarà solamente la distribuzione di preservativi
nelle scuole, nei collegi, nei licei, nei villaggi e sulle piazze dei mercati che
ridurrà la prevalenza dell’Aids in Africa e nel mondo”. Nella parte conclusiva si
ricorda che l’Aids non è solo una malattia fisica, in quanto colpisce anche la psicologia
della persona infettata, le sue relazioni e l’intera società, per cui non ci si può
limitare a combatterla con il preservativo. “Occorre una formazione appropriata, una
educazione alla responsabilità individuale e collettiva, ed è su questo punto che
le coscienze devono essere illuminate”. (R.P.)