A Bruxelles, appello ai cittadini da parte dI "Iniziativa cristiana per l’Europa"
e degli ex presidenti dell’Europarlamento
Affrontare la crisi economica con un’Europa più umana e rispettosa del benessere di
tutti: è l’obiettivo indicato dal gruppo "Iniziativa cristiana per l’Europa", che
raccoglie dal 2006 esponenti di realtà a sfondo sociale di 13 Paesi, tra le quali
le Settimane sociali francesi, le Acli italiane, l’Ufficio europeo dei Gesuiti e poi
un osservatore della Comece, la Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità
europea. Si chiede di applicare prima possibile il Trattato di Lisbona che - si dice
nell’appello - sebbene non contempli il riferimento alle radici cristiane, protegge
lo statuto delle Chiese secondo il diritto nazionale, riconosce il loro contributo
specifico e invita l’Unione a mantenere un dialogo aperto e regolare con le Chiese.
In generale, l’"Iniziativa cristiana per l’Europa", di fronte alla mondializzazione
dell’economia, chiede un’Europa più solidale, e, di fronte al cambiamento climatico,
un’Europa più rispettosa delle future generazioni. Ma c’è da riferire anche dell’appello
che, sempre oggi e sempre da Bruxelles, lanciano dieci ex presidenti del Parlamento
europeo, sempre in vista delle prossime elezioni di giugno. Chiedono ai 380 milioni
di cittadini europei, aventi diritto al voto, di considerare il contributo che l’Europarlamento
può dare alla vita dei 500 milioni di persone dell’Unione Europea. Ricordano che attualmente
il parlamento, espressione diretta della volontà dei cittadini, ha il potere di co-decisione
con il Consiglio dei ministri per il 75 per cento della legislazione, ma che con il
Trattato di Lisbona - che deve apportare le riforme istituzionali necessarie per un’Europa
ormai allargata a 27 - raggiungerà il cento per cento di co-decisione. Inoltre, ricordano
le sfide da affrontare, crisi economiche e cambiamenti climatici, con l’obiettivo
di sempre: pace, democrazia e libertà in Europa e nel mondo. (A cura di Fausta
Speranza)