Intervista al prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, mons. Amato, sulla
Causa di beatificazione di Papa Wojtyla
La preghiera di Benedetto XVI per la Beatificazione di Giovanni Paolo II, levata oggi
all'udienza generale, riflette i sentimenti che nutrono moltissimi fedeli in ogni
parte del mondo. Testimonianza di questo affetto nei confronti di Papa Wojtyla sono
le numerose celebrazioni che in questi giorni si moltiplicano, specie nella città
di Roma, dove oggi pomeriggio, alle 17, nella chiesa di Santa Maria del Popolo, si
terrà una commemorazione con la partecipazione del cardinale arcivescovo di Cracovia,
Stanislaw Dziwisz, che ieri aveva già ricordato Giovanni Paolo II in un convegno a
Lucca. Domani, alle 18, sarà lo stesso Benedetto XVI ha presiedere la celebrazione
eucaristica in San Pietro, nel quarto anniversario della morte del suo predecessore.
Sull'andamento della Causa di beatificazione di Giovanni Paolo II, Roberto Piermarini
ne ha parlato con il prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, l'arcivescovo
Angelo Amato:
R.
- Faccio subito una precisazione. La Causa del grande Servo di Dio ricevette una grande
accelerazione quando il 9 maggio del 2005 il Santo Padre Benedetto XVI dispensò dai
cinque anni previsti per la sua introduzione. Ciò ha messo la Causa su una corsia
preferenziale, che la farà procedere speditamente. Questo significa che non ci sarà
il suo inserimento nella speciale graduatoria delle Cause - più di un migliaio - in
attesa di giudizio.
D. - Siamo quindi prossimi a
una Beatificazione?
R. - Trattandosi
di una Causa di un Papa così conosciuto e amato, la speditezza obbliga a una grande
accuratezza metodologica e contenutistica, nel rispetto delle procedure previste.
Speditezza non significa fretta o superficialità, ma, al contrario, essa implica sollecitudine
e professionalità. D. - Ci può dire allora eccellenza,
a che punto è questa Causa di beatificazione?
R.
- Come voi sapete, il processo diocesano si è concluso felicemente nel maggio del
2007. Si è così potuta approntare e consegnare alla Congregazione delle Cause dei
Santi, alla fine di novembre del 2008, la cosiddetta Positio, per il primo
esame dei Consultori teologi. Superato questo esame - e non possiamo prevedere i tempi
precisi - la Causa passerà al giudizio della Sessione Ordinaria dei Cardinali e dei
Vescovi, per giungere infine alla decisione del Santo Padre per il decreto di Venerabilità.
Anche il presunto miracolo viene sottoposto a una accurata procedura, che prevede
i seguenti passaggi: parere di due periti medici, esame collegiale della Consulta
medica, esame dei Teologi e sessione ordinaria dei Cardinali e dei Vescovi. Il risultato
viene riferito al Santo Padre per la sua decisione finale. Concluso questo procedimento
- che, ripeto, proprio per rispetto alla grandiosa figura del Servo di Dio deve essere
fatto in modo particolarmente accurato - si potrà prospettare un'eventuale data per
la Beatificazione D. - Mons. Amato, c’è grande interesse da
parte non solo della Polonia ma di tutta la Chiesa per la figura di Giovanni Paolo
11. Cosa ci può dire al riguardo?
R. - L’interesse
non solo della nobile nazione polacca, ma di tutta la Chiesa per il sollecito avanzamento
della Causa è condiviso anche dal Santo Padre Benedetto XVI e dalla nostra Congregazione.
Per questo procediamo con comprensibile sollecitudine. Giovanni Paolo II con la sua
esistenza e con il magistero di Sommo Pontefice continua a illuminare la Chiesa con
la sua grandezza. Ma soprattutto continua a ispirare in tutti i fedeli, soprattutto
nei giovani, propositi di santità e di apostolato. L’attesa per la sua Beatificazione
è quindi un momento propizio per promuovere la conversione di tutti i fedeli alla
buona novella del Vangelo di Gesù. Il suo famoso motto mariano “Totus tuus” continui
a suscitare nei nostri cuori una sequela Christi, guidati dalla mano materna
di Maria, la madre della Chiesa e la madre dei Santi. Questo tempo di attesa sia quindi
un tempo di fervore spirituale, di preghiera e anche di apostolato missionario.