2009-03-31 16:11:23

Bangladesh: emergenza tortura, abusi sulle donne, libertà e diritti delle minoranze


E’ un percorso arduo e accidentato quello del rispetto dei diritti umani in Bangladesh: in numerosi campi esiste ancora una vera e propria emergenza, lontana da standard accettabili. E’ quanto afferma il dettagliato “Rapporto sui Diritti Umani 2008”, pubblicato di recente dall’Organizzazione non Governativa bengalese “Odhikar” (che in lingua bengali significa “Diritti”), nata nel 1994 su iniziativa di un gruppo di attivisti, avvocati, uomini politici, rappresentanti di gruppi e movimenti sociali, che ha come missione precipua la promozione e la tutela dei diritti umani in Bangladesh. Il Rapporto ripreso dall'agenzia Fides, si sofferma su diversi temi e analizza l’andamento della vita politica e sociale nel paese, raccontando le violazioni e gli abusi compiuti nel periodo in cui è stato in vigore lo “stato di emergenza”, concluso a dicembre 2008. Capitoli speciali riguardano la tortura e la violenze sulle donne, ma si toccano anche le uccisioni extragiudiziali, i diritti delle minoranze, intimidazioni subite dagli attivisti per i diritti umani, gli abusi e lo sfruttamento subito da lavoratori e contadini. Il Rapporto nota con allarme che la pratica della tortura è divenuta usuale: ciò accade a causa dell'impunità che accompagna chi compie la tortura. La tortura è usata regolarmente dalle forze di polizia per estorcere una confessione e, quel che è più grave, viene quasi considerata una routine. Nella legislazione del Bangladesh, essa non viene considerata come un crimine, sebbene il Bangladesh sia firmatario della Convenzione internazionale contro la Tortura. Un fenomeno tristemente degno di nota è, inoltre, quello degli arresti arbitrari che, durante il periodo dello stato di emergenza, sono stati innumerevoli: a giugno 2008 sono state arrestate oltre 50mila persone, affiliate a partiti politici, senza seguire le procedure standard. L’allarme di “Odhikar” tocca anche i casi della violenza contro le donne, molto estesa in Bangladesh. Il numero di donne che subiscono violenza, nota il Rapporto – includendo stupro, violenza per motivi di dote, percosse, torture e assassini – è particolarmente alto nelle fasce più povere della società, soprattutto fra donne che vivono in aree rurali, sia dentro che fuori delle mura domestiche. Fra le ragioni di tale violenza, vi sono la difficoltà ad accedere al sistema di giustizia, la corruzione della polizia, la cattiva amministrazione, l’ignoranza della legge, la scarsa assistenza medica. Pur essendo una esigua minoranza in un paese musulmano, anche la Chiese cristiane in Bangladesh nello scorso biennio hanno più volte alzato la voce in difesa dei diritti umani e per il rispetto della dignità di ogni essere umano. (R.P.)







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