Rafforzare il contingente militare in Afghanistan per combattere Al Qaida. Il piano
di Obama contro il terrorismo internazionale
Gli Stati Uniti rilanciano la lotta ad Al Qaida e al terrorismo che si annida in Afghanistan
e al confine con il Pakistan. Questa una delle priorità per il presidente Barack Obama,
che ieri ha presentato il suo programma per sconfiggere la rete di Bin Laden. Il capo
della Casa Bianca ha annunciato l’imminente rinforzo del contingente presente nel
Paese asiatico. E’ lì – ha detto Obama – che si gioca la sicurezza degli Stati Uniti
e di tutta la comunità internazionale. Sentiamo Alessandro Guarasci:
Molte le reazioni
al piano sull’Afghanistan del presidente americano. Positive quelle espresse dall’Onu
e da molti partner occidentali. Il servizio di Giancarlo La Vella:
Il segretario
generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, ha elogiato la nuova strategia americana
in una delle zone più calde del pianeta, quella terra di nessuno tra Afghanistan e
Pakistan, che, oltre ad essere abitata da gruppi tribali, è sede dell’addestramento
dei più temibili gruppi terroristici legati ad Al Qaida. Una portavoce di Ban Ki Moon
ha anche evidenziato che c’è bisogno di una strategia, con il coinvolgimento della
comunità internazionale, di rinforzo non solo militare, ma anche politico ed economico.
“Saremo al fianco di Obama e la Gran Bretagna farà il possibile per cercare di risolvere
i problemi in Afghanistan e Pakistan”. Sono le parole del premier britannico Gordon
Brown. Dello stesso tenore le affermazioni del ministro degli Esteri italiano, Franco
Frattini, che ha ricordato come anche l’Europa darà un sostanziale aiuto alla ricostruzione
afghana. Intanto, sia in Afghanistan che in Pakistan la tensione rimane alta. A sud
di Kabul 12 insorti sono stati uccisi la notte scorsa in un raid compiuto dalle forze
locali e internazionali. In Pakistan è salito invece a 48 morti e decine di feriti
il bilancio dell’attacco suicida di ieri nella moschea di Jamrud vicino al confine
afgano.
Anche in Russia si è parlato ieri di Afghanistan. Dalla riunione
a Mosca del cosiddetto Gruppo di Shangai - a cui hanno preso parte Russia, Cina, altre
repubbliche ex sovietiche e Iran - è giunta una severa risposta al piano Obama. Ce
ne parla Giuseppe D’Amato: