Il Papa ai giovani del Servizio civile: "siate pronti a spendervi per gli altri, disposti
anche a soffrire per il bene e la giustizia"
“Siate persone pronte a spendersi per gli altri, disposte anche a soffrire per il
bene e la giustizia”: è l’invito rivolto stamani in Vaticano da Benedetto XVI a circa
7 mila giovani volontari del Servizio civile nazionale italiano. Il servizio di Sergio
Centofanti.
Il Papa esprime
il suo grande apprezzamento per l’opera svolta dai giovani volontari del Servizio
civile. Si tratta di una missione al servizio di quella pace che non può mai dirsi
“stabilmente raggiunta, ma è da costruirsi continuamente”. Purtroppo – infatti, afferma
il Pontefice – “guerre e violenze non cessano mai, e la ricerca della pace è sempre
faticosa”. Benedetto XVI – sulla scia del Concilio Vaticano II – denuncia con forza
“la corsa agli armamenti” perché “non è la via sicura per conservare saldamente la
pace”. Anzi, la corsa al riarmo “è una delle piaghe più gravi dell’umanità e danneggia
in modo intollerabile i poveri”. “Perché possa essere rimosso questo scandalo” – ha
aggiunto – è necessario partire “dalla riforma degli spiriti”: “Oggi
come allora l’autentica conversione dei cuori rappresenta la via giusta, la sola che
possa condurre ciascuno di noi e l’intera umanità all’auspicata pace. È la via indicata
da Gesù: Lui – che è il Re dell’universo – non è venuto a portare la pace nel mondo
con un esercito, ma attraverso il rifiuto della violenza. Lo disse esplicitamente
a Pietro, nell’orto degli Ulivi: “Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti
quelli che prendono la spada, di spada moriranno” (Mt 26,52)”. “È
la via che hanno seguito e seguono non solo i discepoli di Cristo – ha proseguito
il Papa - ma tanti uomini e donne di buona volontà, testimoni coraggiosi della forza
della non violenza”. E sempre sulla scorta del Concilio ha detto: “Noi
non possiamo non lodare coloro che, rinunciando alla violenza nella rivendicazione
dei loro diritti, ricorrono a quei mezzi di difesa che sono, del resto, alla portata
anche dei più deboli, purché ciò si possa fare senza pregiudizio dei diritti e dei
doveri degli altri o della comunità” (n. 78). A questa categoria di operatori di pace
appartenete anche voi, cari giovani amici. Siate, dunque, sempre e dappertutto strumenti
di pace, rigettando con decisione l’egoismo e l’ingiustizia, l’indifferenza e l’odio,
per costruire e diffondere con pazienza e perseveranza la giustizia, l’uguaglianza,
la libertà, la riconciliazione, l’accoglienza, il perdono in ogni comunità”. Il
Papa – citando il suo ultimo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace – ha invitato
“ad allargare il cuore verso le necessità dei poveri” perché “combattere la povertà
è costruire la pace”. E’ quello che fanno i giovani del Servizio civile impegnati
spesso con la Caritas ed in altre strutture sociali, vicini ai problemi della gente
attraverso una concreta solidarietà. Benedetto XVI ricorda le parole di Gesù: “Chi
vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa
mia e del Vangelo, la salverà. In queste parole c’è una verità non solo cristiana,
bensì universalmente umana: la vita è un mistero d’amore, che tanto più ci appartiene
quanto più la doniamo. Anzi, quanto più ci doniamo, cioè facciamo dono di noi stessi,
del nostro tempo, delle nostre risorse e qualità per il bene degli altri”. Secondo
quanto diceva San Francesco d’Assisi: “è dando che si riceve, perdonando che si è
perdonati, morendo che si risuscita a vita eterna”: “Cari
amici, sia sempre questa la logica della vostra vita … Siate persone pronte a spendersi
per gli altri, disposte anche a soffrire per il bene e la giustizia”. Il
Servizio civile è, dunque, una delle più importanti esperienze formative per i giovani,
oltre che contributo notevole al benessere della società. Dall'anno della sua istituzione,
il 2001, circa 200 mila ragazzi e ragazze hanno fatto questa scelta, a testimonianza
dell'esistenza in Italia di una grande riserva di giovani pronti a dedicare tempo
e energie per gli altri, attraverso una moderna forma di difesa civile del proprio
Paese. Ma perché dedicare una Giornata a questa realtà? Adriana Masotti lo ha chiesto
a Claudio Tosi, del Cesv, Centro Servizi per il Volontariato