Vescovi di Europa, Asia e Africa in visita alle scuole dell’ortodossia ebraica negli
Usa
Un confronto basato sulla fiducia reciproca è quello che si è tenuto durante la visita
di tre giorni alle comunità dell’ortodossia ebraica negli Stati Uniti da parte della
delegazione di cardinali e vescovi cattolici d'Europa, Asia e Africa, guidata l'arcivescovo
di Parigi cardinale, André Vingt-Trois. Obiettivo “conoscere le scuole dell'ortodossia
ebraica moderna, approfondire il dialogo reciproco e promuovere un comune impegno
etico”. Il 23 marzo, si legge in una nota dell’arcidiocesi di Parigi ripresa dal Sir,
“i vescovi e i cardinali sono stati ricevuti al Jewish Heritage Museum di New York
dal rabbino Bernard Lander, presidente fondatore di Touro College, le cui università
formano in tutto il mondo circa 25mila studenti, di cui oltre 10mila secondo un duplice
corso in tradizione ebraica e in scienza profana”. La delegazione ha quindi visitato
l’”Holocaust by Bullet”, che presenta i lavori della Fondazione francese “Yahad in
Unum” sugli eccidi di massa perpetrati nei Paesi dell’Europa dell’Est durante l’occupazione
nazista, che secondo la Fondazione ha coinvolto quasi 3 milioni di persone. A seguire
una “sessione di lavoro sulla formazione dei giovani credenti nella tradizione e nella
modernità”, tenuta dai professori di Touro College e da alcuni autorevoli rabbini,
tra cui Israel Singer, già presidente del Congresso ebraico mondiale. La nota dell’arcidiocesi
parigina parla di “clima cordiale” costruito in anni di incontri che hanno avuto origine
da un'intuizione del cardinale Jean-Marie Lustiger, all'inizio del 2000, dopo il
viaggio di Giovanni Paolo in Israele, e sono iniziati nel 2003 proprio con l'allora
arcivescovo di Parigi e la collaborazione del rabbino Singer. Ieri 25 marzo, dopo
la visita all'Holocaust Memorial di Washington, la delegazione è stata accolta dal
Consiglio direttivo della Conferenza episcopale statunitense. Nel suo saluto, il cardinale
presidente e arcivescovo di Chicago Francis George, ha rammentato che “molti dei primi
vescovi cattolici americani erano francesi” e che “il sostegno dato dai francesi in
quegli anni di fondazione è stato determinante”. (M.G.)