Sono un miliardo le persone cronicamente sottoalimentate nel mondo. Un bilancio agghiacciante
che continua a peggiorare di giorno in giorno come è stato reso noto ieri dalla Fao.
Secondo l'Organizzazione dell'Onu per l'alimentazione e l'agricoltura – citata dall’Osservatore
Romano - tra le zone più colpite, ha evidenziato la Fao, c'è l'Africa subsahariana,
dove si trovano quindici dei sedici Paesi in cui la popolazione che patisce la fame
supera il trentacinque per cento. I più esposti sono i bambini, che soffrono anche
di gravi malattie legate alla malnutrizione. A causa della mancanza di cibo, nel Corno
d'Africa la maggior parte dei bambini è infatti soggetto alla caduta dei capelli,
alla perdita delle unghie e - talvolta - anche del primo strato di pelle. L'inasprimento
del problema è imputabile all'impennata dei prezzi degli alimenti di base, ai cambiamenti
climatici e agli sprechi nella filiera alimentare, dovuti anche a carenze tecnologiche
nella conservazione e nella distribuzione del cibo. Per questo, non è più sufficiente
aumentare la produzione alimentare, ma è necessario un concreto sviluppo agricolo
nelle zone più povere, in particolare in quelle rurali. Secondo i dati forniti dall'Organizzazione
delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale, le perdite e gli sprechi tra la mietitura
e la vendita nei Paesi in via di sviluppo possono arrivare al 60% per frutta e verdura
e al 40% per il grano. In alcuni Paesi subsahariani le perdite oscillerebbero dal
35% al 50% della produzione totale. (M.G.)