2009-03-27 15:22:10

Almeno 70 persone uccise in una moschea in Pakistan


Più di 70 persone sono rimaste uccise nell'attentato suicida in una moschea di Jamrud, nel distretto di Khyber, nel nord ovest del Pakistan ai confini con l'Afghanistan. Nelle stesse ore in cui un attentato colpiva anche l’Afghanistan. Per fortuna solo danni e nessun ferito tra i militari italiani coinvolti. Di Pakistan e di Afghanistan si parla oggi anche perché il presidente degli Stati Uniti, Obama, annuncia tra poco una strategia mirata a estirpare le reti di al Qaeda in Afghanistan e Pakistan. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Obama spiegherà in cosa consista concretamente l’annunciata nuova strategia. Dovrebbe porre per la prima volta obiettivi precisi per misurare i progressi sul terreno dell'impegno americano in Pakistan, ma anche in Afghanistan. In questa fase i due Paesi rappresentano un’unica area nella mappa geopolitica degli Stati Uniti. Sembra sia previsto l'invio di 4.200 soldati per addestrare le forze di sicurezza afghane. Da parte sua, il Pakistan chiede un cambio di strategia su un punto che nei mesi scorsi è stato elemento di tensione tra Islamabad e Washington: stop al lancio di missili utilizzando droni per attaccare le zone tribali del Paese al confine con l’Afghanistan. Sono considerati una violazione della sovranità. In attesa di conoscere meglio le decisioni di Obama, resta da dire che stamane la Banca mondiale ha approvato un prestito di 500 milioni di dollari per i programmi di stabilità economica del governo in Pakistan e che sul fronte Afghanistan, sempre stamane, a Mosca si è aperta una Conferenza internazionale dedicata all’Afghanistan: presenti il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon; il Gruppo di Shanghai (Russia, Cina, Kazakhstan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan); Iran, India, Pakistan e Mongolia; rappresentanti di Afghanistan, Turkmenistan, Turchia e Paesi del G8, tra cui l'Italia, presidente di turno; delegazioni della Nato e degli Usa. Da questa assise Kabul ha chiesto alla comunità internazionale di unire le forze per stroncare le organizzazioni dedite al traffico internazionale di droga. Il rappresentante russo presso la Nato, Rogozin, ha paragonato la “minaccia dell'eroina” proveniente dal Paese centroasiatico a quella costituita dalle armi di distruzioni di massa. Da parte sua, l’Ue ha promesso 10 miliardi di euro nel 2009.

 
Libano
Ignoti assalitori hanno sparato contro le auto parcheggiate di due magistrati a Beirut e la stampa parla di una forma di intimidazione contro i giudici libanesi che faranno parte del Tribunale speciale dell'Aja per il Libano, che dovrà giudicare i presunti responsabili dell'assassinio nel 2005 dell'ex premier libanese Rafik Hariri. I due magistrati non erano nelle loro auto al momento dell'attacco, che è stato compiuto con armi dotate di silenziatore. Il quotidiano al Mustaqbal, di proprietà della famiglia Hariri, ha scritto che coloro che hanno compiuto l'attacco “vogliono far saltare” il Tribunale, che sarà presieduto dal giudice italiano Antonio Cassese e del quale faranno parte quattro giudici libanesi. Il ministro degli interni Ziad Baroud si è rifiutato di fare illazioni su ogni possibile collegamento tra la vicenda e il Tribunale dell'Aja, ricordando che già 10 anni fa quattro giudici libanesi vennero assassinati in un'aula di tribunale.

Il Consiglio dei diritti umani condanna gli insediamenti dei coloni israeliani
Riunito in sessione a Ginevra, il Consiglio dei diritti umani dell’Onu ha condannato gli insediamenti di coloni israeliani nei Territori palestinesi quasi all'unanimità dei 47 Paesi membri. Solo il Canada ha votato no. Nella risoluzione il Consiglio deplora i recenti annunci di Israele della costruzione di nuovi insediamenti israeliani nei Territori palestinesi occupati. Riunito in sessione fino a stasera, il Consiglio ha approvato, tra le altre, ben cinque risoluzioni sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi e sul Golan. Si "condanna con forza" gli attacchi militari di Israele nei Territori occupati ed in particolare la recente offensiva nella Striscia di Gaza che ha ''causato la morte ed il ferimento di migliaia di civili palestinesi, incluso un alto numero di donne e bambini''. Le risoluzioni del Consiglio per i diritti umani - di cui non sono membri nè gli Usa, nè Israele - non sono vincolanti. Il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite è un organismo delle Nazioni Unite (Unhrc, in inglese United Nations Human Rights Council), con sede a Ginevra, dipendente dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, e che dal 15 marzo 2006 ha sostituito la Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

Medio Oriente
Non si registra alcun progresso nelle trattative indirette fra Israele e Hamas per uno scambio di prigionieri. Lo ha riferito oggi la radio militare israeliana, commentando notizie improntate all'ottimismo apparse invece negli ultimi giorni su mezzi di comunicazione arabi. Secondo l'emittente, Israele rifiuta ancora di liberare 125 detenuti palestinesi i cui nomi figurano in una lista inoltrata a suo tempo da Hamas. In Israele, ha aggiunto la radio, si attende dunque che Hamas inoltri - attraverso i mediatori egiziani - una lista corretta. Questi sviluppi hanno creato un'atmosfera di pessimismo nella famiglia di Ghilad Shalit, il caporale israeliano catturato nel giugno 2006 e da allora tenuto prigioniero a Gaza da Hamas. Nelle settimane scorse la famiglia Shalit aveva accresciuto la pressione sul governo di Ehud Olmert per spronarlo a concludere in extremis un accordo con Hamas, prima del cambio di potere a Gerusalemme. La settimana prossima, probabilmente, Benyamin Netanyahu presenterà alla Knesset (Parlamento) il suo nuovo governo e la famiglia di Shalit teme che il nuovo esecutivo avrà bisogno di un lasso di tempo più o meno lungo per elaborare la propria tattica di fronte a Hamas.

Preoccupazione per i profughi somali in Kenya
Si aggravano le condizioni di centinaia di migliaia di profughi somali che, complice il numero crescente e la siccità, vivono in condizioni disperate. Lo spaventoso aggravamento della loro emergenza umanitaria ha fatto sì che l’Onu e i maggiori donatori internazionali affrontassero il problema con urgente necessità e quindi effettuassero interventi in maniera decisa ed immediata. Il tutto è stato denunciato da due distinti documenti diffusi oggi a Nairobi. Uno dell'organizzazione non governativa Oxfam, l'altro dell' Human Rights Watch (Hrw), che ha presentato una ricerca dal titolo “Dall'orrore alla speranza, la crisi dimenticata dei profughi somali”. Il numero incredibile di rifugiati somali, oltre 250.000, ammassati in tre campi intorno a Dadaab, nord est del Kenya, ha fatto sì che il governo keniano potesse ampliare lo spazio dei campi destinati ai profughi.

Darfur
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha fatto esplicita richiesta al Sudan di rivedere la sua decisione sull’espulsione delle 13 organizzazioni non governative operanti in Darfur, adottata dopo che la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto contro il presidente sudanese Omar el Bashir. I cinque membri del consiglio, inoltre, hanno anche sottolineato “l’importanza di perseguire il processo di pace” ed esortato “le parti a riprendere i negoziati”. “I membri del Consiglio hanno esortato il governo sudanese a continuare a cooperare con l'Onu e con le organizzazioni umanitarie e lo hanno chiamato a ritornare sulla sua decisione di sospendere le attività di alcune Ong” in Sudan, ha dichiarato alla stampa l'ambasciatore della Libia presso l'Onu, a nome del Consiglio da lui presieduto questo mese. Khartoum ha espulso 13 grandi Ong internazionali e chiuso quattro Ong locali il 4 marzo scorso in risposta al mandato d'arresto della Cpi contro Bashir per crimini di guerra e crimini contro l'umanità in Darfur, la regione ovest del Sudan stremata da sei anni di guerra civile.

Argentina
Il Senato argentino ha approvato oggi - con 42 voti a favore e 25 contro - la legge che permette al governo di convocare elezioni politiche anticipate, il che permetterà a Cristina Fernandes de Kirchner di organizzare il voto per il prossimo 28 giugno, invece che ad ottobre. Il presidente argentino, nell'annunciare la sua intenzione di anticipare le elezioni, aveva detto che si trattava di una misura necessaria per poter concentrare le azioni dell'esecutivo nella lotta contro gli effetti nel Paese della crisi economica internazionale.

Giappone annuncia l’abbattimento di un eventuale missile nordcoreano
Il Giappone ha sciolto la riserva e ha deciso che provvederà ad abbattere l’eventuale missile-satellite e i suoi detriti se la Corea del Nord deciderà di procedere con l'operazione di lancio di un satellite, che potrebbe nascondere un missile intercontinentale, attesa tra il 4 e l'8 aprile prossimi. Il servizio di Antonio D’Agata.RealAudioMP3

“Ho emesso l'ordine, condizione necessaria perchè le unità della Self-Defense Forces possano prepararsi nel caso in cui qualsiasi oggetto proveniente dalla Corea del Nord scenda sul nostro Paese”. È questo l’annuncio del ministro della Difesa giapponese Hamada, al termine del Consiglio di sicurezza. La decisione, senza precedenti, è maturata a una settimana dall'inizio del periodo utile indicato dalla Corea del Nord per mandare in orbita il satellite sperimentale, che i servizi di intelligence, a partire da quelli di Stati Uniti e Corea del Sud, ritengono essere soltanto il test del temuto Taepodong-2, missile intercontinentale potenzialmente capace di montare e trasportare una testata nucleare fino all'Alaska e alle Hawaii. Per il Sol Levante è la prima contromisura di carattere militare contro le minacce di missile balistico, oppure oggetti simili, da quando è stata avviata nel 2003 la messa a punto di uno scudo antibalistico. Intanto, anche la Russia ha invitato la Corea del Nord a rinunciare al lancio del missile con il satellite, affermando che la situazione nella regione è molto tesa.

 
Indonesia
Sono almeno 50 le persone morte annegate nella notte per il cedimento di una diga, causato dalle forti piogge che hanno investito i sobborghi della città indonesiana di Giacarta. Lo si è appreso dalle autorità locali. Un primo bilancio di 18 morti era stato modificato a 32. Il nuovo bilancio non può dirsi ancora definitivo visto che continuano le ricerche in prossimità delle circa 500 case inondate parzialmente o totalmente nelle zone residenziali di Cireundeu e di Tangerang, nella zona sud della città. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 86

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