Tagikistan: il presidente firma legge che restringe la libertà religiosa
Una nuova legge che restringe notevolmente gli spazi della libertà religiosa è stata
firmata oggi dal presidente del Tagikistan, Imomali Rakhmon. La nuova normativa, in
gestazione dal 2006 e che entrerà in vigore dopo la sua pubblicazione ufficiale, è
stata criticata fin dal suo primo apparire sia dall’Organizzazione per la cooperazione
e la sicurezza in Europa (Osce) che dagli Stati Uniti. In un Paese nel quale i musulmani
rappresentano il 95% di 6,5 milioni di abitanti e che confina con l’Afghanistan, la
preoccupazione principale del governo è quella di frenare le tendenze fondamentaliste
ed estremiste. Così, a gennaio è stata dichiarata fuorilegge la corrente salafita
dell’Islam, vietando anche l’introduzione nel Paese di pubblicazioni che ad essa facciano
riferimento. Nella sua lunga elaborazione - riferisce l'agenzia AsiaNews - il progetto
di legge è arrivato a proibire l’educazione religiosa per bambini con meno di 7 anni
e qualsiasi insegnamento religioso nelle case private. Impone la censura preventiva
sulla letteratura religiosa e restrizioni sulla celebrazioni di riti, in luoghi approvati
dallo Stato. Solo cittadini tagiki, inoltre, possono essere alla guida di gruppi religiosi
e non possono essere registrati gruppi religiosi non musulmani che abbiano meno di
400 fedeli nelle zone rurali, 800 in quelle cittadine e 1.200 nella capitale. Previsto
l’obbligo per un missionario straniero di risiedere in un luogo per almeno dieci anni
prima di potere fondare nuove comunità. (R.P.)