Pubblicato il programma del viaggio di Benedetto XVI in Terra Santa. Padre Pizzaballa:
un incoraggiamento per la minoranza cristiana e la pace in Medio Oriente
La Sala Stampa vaticana ha pubblicato oggi il programma del viaggio del Papa in Terra
Santa che si svolgerà dall’8 al 15 maggio prossimi. Benedetto XVI - come ha detto
lui stesso all'Angelus dell'8 marzo scorso - visiterà i luoghi santificati dal passaggio
terreno di Gesù per chiedergli "il prezioso dono dell’unità e della pace per il Medio
Oriente e per l’intera umanità”. Un pellegrinaggio che toccherà la Giordania, Israele
ed i Territori palestinesi. Si tratta di un viaggio – come ha detto recentemente
il Papa ad una delegazione del Gran Rabbinato d’Israele ricevuta in Vaticano – che
vuole contribuire alla pacifica convivenza tra cristiani, ebrei e musulmani in Terra
Santa. Sul programma del pellegrinaggio, il servizio di Roberto Piermarini.
Benedetto
XVI partirà alla volta della Giordania la mattina di venerdì 8 maggio. Nella capitale
Amman, dopo la cerimonia di benvenuto, visiterà prima il Centro “Regina Pacis” e poi
si recherà nel Palazzo Reale al-Husseinye per una visita di cortesia al re ed alla
regina di Giordania. Sabato 9 maggio, lascerà Amman per la visita all’antica Basilica
del Memoriale sul Monte Nebo, dove Mosè vide la Terra Promessa mentre nella vicina
Madaba benedirà la prima pietra dell’Università del Patriarcato latino. Al rientro
ad Amman farà visita al Museo Achemita ed alla Moschea Al-Hussein Bin-Tatal dove incontrerà
i capi religiosi musulmani, con il Corpo diplomatico e con i rettori delle università
giordane. Nel pomeriggio la celebrazione dei Vespri con i sacerdoti, i religiosi e
le religiose, i seminaristi ed i movimenti ecclesiali, nella cattedrale Greco-Melkita
di San Giorgio. Domenica 10, in mattinata la Santa Messa allo Stadio internazionale
di Amman, il pranzo con i patriarchi ed i vescovi nel Vicariato latino e nel pomeriggio
il trasferimento al Bethany beyond sul fiume Giordano, per la benedizione delle prime
pietre delle Chiese dei Latini e dei Greco-Melkiti su uno dei siti dove secondo la
tradizione sarebbe stato battezzato il Signore. Lunedì mattina 11 maggio, la partenza
da Amman e l’arrivo in Israele, all’aeroporto internazionale di Tel Aviv. Nel pomeriggio
la visita di cortesia al presidente dello Stato d’Israele nel Palazzo presidenziale
di Gerusalemme, l’attesa visita al Memoriale di Yad Vashem e l’incontro con le organizzazioni
per il dialogo interreligioso nell’Auditorium del Notre Dame of Jerusalem Center.
La mattinata di martedì 12 sarà dedicata al dialogo interreligioso: sulla Spianata
delle Moschee di Gerusalemme infatti, la visita alla Cupola della Roccia e l’incontro
del Papa con il Gran Muftì. Seguirà la visita al Muro Occidentale e quella di cortesia
ai due Gran Rabbini di Gerusalemme nel Centro Hechal Shlomo. Benedetto XVI reciterà
poi il Regina Coeli con gli ordinari di Terra Santa nel Cenacolo di Gerusalemme e
visiterà la Concattedrale dei Latini. Nel pomeriggio un breve incontro con i consoli
generali di Gerusalemme nella delegazione apostolica e la Santa Messa nella Josafat
Valley della Città Santa. Mercoledì 13 il pellegrinaggio papale farà tappa a Betlemme
nei Territori palestinesi, con la Santa Messa nella Piazza della Mangiatoia e la visita
privata alla Grotta della Natività. Nel pomeriggio dopo aver fatto visita al Caritas
Baby Hospital ed al Campo profughi Aida, il Papa sarà ricevuto dal presidente dell’Autorità
Nazionale Palestinese nel Palazzo presidenziale di Betlemme. Dopo il rientro a Gerusalemme,
giovedì 14 Benedetto XVI si trasferirà a Nazareth dove in mattinata celebrerà una
Messa sul Monte del Precipizio. Seguirà l’incontro con il premier israeliano nel Convento
dei Francescani, il saluto ai capi religiosi della Galilea e la visita alla Grotta
dell’Annunciazione. Sempre in serata, la celebrazione dei Vespri con i vescovi, i
sacerdoti, i religiosi e le religiose, i movimenti ecclesiali e gli operatori pastorali
della Galilea, nella Basilica superiore dell’Annunciazione. Venerdì 15 maggio, prima
della partenza per Roma, l’incontro ecumenico nella Sala del Trono della Sede del
Patriarcato Greco-Ortodosso di Gerusalemme, la visita al Santo Sepolcro e la visita
alla Chiesa patriarcale Armena apostolica di San Giacomo, ultima tappa di questo pellegrinaggio
papale sulle orme di Gesù. E sull’attesa della prossima visita
del Papa in Giordania, Israele e Territori palestinesi, Giancarlo La Vella
ha sentito padre Pierbattista Pizzaballa, custode francescano di Terra Santa:
R. – Siamo
certi che verrà proprio con sentimenti di dialogo e di pace, e soprattutto con un
grande incoraggiamento per la comunità cristiana locale. D.
– C’è bisogno di dialogo non solo tra israeliani e palestinesi, ma anche tra tutte
le comunità religiose... R. – Certo. I religiosi hanno un ruolo
molto importante, ma in questi ultimi anni forse sono stati troppo frammentati e c’è
bisogno di dare maggiore unità, maggior coordinamento e saper dire una parola comune
da tutti, come leader religiosi. In questo contesto penso che la visita del Papa sarà
un grande incoraggiamento, un grande punto di riferimento. D.
– La Custodia di Terra Santa con quale spirito attende il Papa? R.
– Con una grande gioia, con grande attesa; i preparativi ora sono nella fase frenetica,
diciamo, però c’è anche uno spirito di preghiera e tanta attesa per le cose che il
Santo Padre ci dirà. D. – Benedetto XVI torna nei luoghi dove
sono già stati Paolo VI e Giovanni Paolo II; quali i ricordi di queste visite precedenti? R.
– Il ricordo della visita precedente di Giovanni Paolo II è ancora molto forte, soprattutto
per i gesti che ha compiuto. Tutti sappiamo però che questa visita avrà un carattere
diverso, anche perché sono diverse le circostanze, i tempi sono cambiati, ma avrà
degli aspetti comuni: innanzitutto la visita ai luoghi santi e d’incontro con la comunità
cristiana è di un profilo molto alto, di riferimento per tutti. D.
– Quale spinta, quale rinnovamento il viaggio del Papa potrà dare a tutta la Terra
Santa? R. – Dunque, la Terra Santa ha conosciuto – in questi
ultimi anni – molte crisi, eventi anche drammatici, la seconda Intifadah, l’ultima
operazione a Gaza e tante altre, e quindi è molto ferita; ci sono ancora tanti problemi,
tante paure, e la visita del Papa sarà un grande incoraggiamento, un invito a non
avere paura e a guardare avanti con speranza e fiducia. D. –
Affinchè questa terra non sia più la terra dei muri e delle divisioni, che cosa si
può fare? R. – Innanzitutto, bisogna puntare sui giovani, nelle
scuole, formare la nuova generazione a pensare in maniera diversa e soprattutto a
sfidare e ad osare, a sognare, in modo che possa anche costruire, nei tempi opportuni,
qualcosa di diverso rispetto ai loro padri.