2009-03-25 15:03:02

Un libro fotografico per raccontare un anno dei Padri Scolopi


Un volume fotografico di 170 pagine e redatto in sei lingue per raccontare e ricordare i momenti salienti vissuti dai Padri Scolopi nell’ultimo anno: si presenta così l’Annuario 2009 dell’Ordine Calasanziano, pubblicato in questi giorni. Particolare l’impaginazione grafica, basata sui toni del verde brillante. Isabella Piro ne ha parlato con padre Jesús Maria Lecea, padre generale degli Scolopi:RealAudioMP3

R. – Quest’anno porta il colore verde della speranza, e con l’Annuario vogliamo ringraziare i nostri amici, collaboratori e benefattori prima di tutto, perché con la loro collaborazione noi possiamo portare avanti questa missione educativa ed evangelizzatrice; e, in secondo luogo, è un po’ l’album di famiglia, in modo che vedendo le realtà dell’Ordine prendiamo la speranza, l’incoraggiamento per continuare ad andare avanti con questa missione.

 
D. – Nel 1597, il vostro fondatore, San Giuseppe Calasanzio, fondò a Trastevere la prima scuola pubblica gratuita d’Europa: quante sono e dove sono oggi le scuole degli Scolopi?

 
R. – Le nostre scuole sono in 35 Paesi, in tutto il mondo; siamo 1.400 religiosi e poi abbiamo 13 mila educatori laici nelle nostre scuole.

 
D. – Qual è lo stile, la caratteristica della scuola degli Scolopi?

 
R.– Essere molto vicini all’allievo. Per questo il Calasanzio insiste perché noi adottiamo un metodo chiaro, semplice, che sia capito bene dal bambino e dal ragazzo. Poi, rispondere alle necessità educative dei nostri alunni, pensando soprattutto a come potranno poi portare avanti una vita dignitosa ed onesta. E infine, curare molto la persona dell’educatore, perché per noi è la colonna della scuola; quando c’è qualità negli educatori, abbiamo più garanzia che la nostra educazione sia un’educazione buona.

 
D. – Dal primo al 25 luglio prossimi, in Spagna, si terrà il 46.mo Capitolo generale dei Padri Scolopi: quale sarà il tema principale?

 
R. – Il tema centrale – praticamente unico - è il nostro ministero di educatori-evangelizzatori. Però, all’interno di questo tema, abbiamo determinato alcuni punti più concreti: per esempio, l’educazione, oggi, dei bambini poveri – soprattutto dove c’è un’emergenza educativa forte -, poi anche riavviare in noi, come comunità religiosa, il senso missionario, riprendere quel coraggio per poter portare avanti questo lavoro di educazione, soprattutto nella scuola. Per questo abbiamo messo come lemma del capitolo la scommessa per l’educazione.

 
D. - Qual è il suo auspicio per questo appuntamento?

 R. – Dare incoraggiamento ai nostri educatori, mantenere viva la nostra speranza e la fiducia che una società possa rigenerarsi, rinnovarsi se veramente educa bene le nuove generazioni. Noi crediamo che la riforma della società – e anche della Chiesa – sta nella buona educazione ricevuta sin da quando si è bambini.







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