Un avvenimento umile e nascosto, ma decisivo per l’umanità: l’insegnamento di Benedetto
XVI sul Mistero dell'Annunciazione
Ricorre oggi la Solennità dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria, “stupendo
mistero della fede” al quale Benedetto XVI ha dedicato numerose riflessioni fin dai
primi passi del suo Pontificato. Un avvenimento “umile e nascosto”, lo ha definito
il Papa, “ma al tempo stesso decisivo per la storia dell’umanità”. In quel sì della
Vergine all’annuncio dell’Angelo, sottolinea il Pontefice, incomincia la nuova era
della storia sancita poi nella Pasqua come “nuova ed eterna Alleanza”. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
La gioia
di un Annuncio che cambia l’umanità per sempre: nella sua prima visita ad una parrocchia
romana, il 18 dicembre 2005, Benedetto XVI si sofferma con i fedeli sul Mistero dell’Annunciazione
e spiega il significato autentico del saluto che l’Angelo rivolge alla Vergine, Kaire
Maria:
“Significa di per sé ‘gioisci’, ‘rallegrati’.
Solo con questo dialogo dell’Angelo con Maria comincia realmente il Nuovo Testamento.
Così possiamo dire che la prima parola del Nuovo Testamento è ‘gioisci’, ‘rallegrati’,
è ‘gioia’”. L’Angelo, ricorda
il Papa, invita Maria a “non temere” e Lei si affida completamente al Signore: “Maria dice sì alla volontà grande, apparentemente troppo grande, per
un uomo. Questo sì che appare talvolta così difficile. Vogliamo preferire la nostra
volontà”.
Maria diventa così un esempio per tutti noi. Ci mostra
la gioia che deriva dal fare la volontà del Padre: “Appare
inizialmente come un peso quasi insopportabile, un giogo non da portare, ma in realtà
non è un peso la volontà di Dio. La volontà di Dio ci dona ali per volare in alto”. Il
31 maggio dell’anno scorso, a conclusione del Mese mariano, il Papa torna sul Mistero
avvenuto nell’umile casa di Nazareth:
“Immaginiamo
lo stato d’animo della Vergine dopo l’Annunciazione, quando l’Angelo partì da Lei.
Maria si ritrovò con un grande mistero racchiuso nel grembo; sapeva che qualcosa di
straordinariamente unico era accaduto; si rendeva conto che era iniziato l’ultimo
capitolo della storia della salvezza del mondo”. Il
sì di Maria, è la riflessione del Papa all’Angelus del 25 marzo 2007, è “il riflesso
perfetto di quello di Cristo stesso quando entrò nel mondo”:
“L’obbedienza
del Figlio si rispecchia nell’obbedienza della Madre e così, per l’incontro di questi
due 'sì', Dio ha potuto assumere un volto di uomo. Ecco perché l’Annunciazione è anche
una festa cristologica, perché celebra un mistero centrale di Cristo: la sua Incarnazione”. "Eccomi,
sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua Parola", risponde Maria all’Angelo.
E il frutto di quella risposta, sottolinea Benedetto XVI, è presente nella vita della
Chiesa:
“La risposta di Maria all’Angelo si prolunga
nella Chiesa, chiamata a rendere presente Cristo nella storia, offrendo la propria
disponibilità perché Dio possa continuare a visitare l’umanità con la sua misericordia”.