2009-03-25 15:32:35

Preoccupazione dei vescovi argentini per la conflittualità sociale nel Paese


Terminano oggi i lavori della 152.ma riunione del Comitato permanente della Conferenza episcopale argentina che si sono aperti martedì sotto la presidenza dell’arcivescovo di Buenos Aires, cardinale Jorge Mario Bergoglio. I presuli hanno analizzato diverse questioni all’ordine del giorno tra cui la recente visita ad Limina di un primo gruppo di vescovi, la Missione continentale, i rapporti delle Commissioni episcopali e alcune nomine interne della struttura del coordinamento ecclesiale. Secondo quanto ha dichiarato padre Jorge Oesterheld, portavoce dei vescovi, a conclusione dell’incontro sarà pubblicata una breve dichiarazione che certamente farà riferimento alle preoccupazioni dei presuli argentini di fronte “al clima di conflitto permanente” che finisce per “alterare” la pace sociale della quale il Paese “ha un grande bisogno”. Il portavoce episcopale illustrando queste apprensioni ha ricordato soprattutto le tensioni esistenti tra le autorità di governo e il settore agricolo che, tra l’altro, si trascinano da diversi mesi con tentativi di dialogo e accordi più o meno falliti e poi le richieste dei cittadini in favore di una maggiore sicurezza. E’ chiaro - ha anche spiegato padre Oesterheld - che i vescovi ritengono di fondamentale importanza mantenere aperti tutti i canali del dialogo e perciò inviteranno tutte le parti a non chiudersi nelle proprie posizioni ma a cercare nuove intese. Per quanto riguarda la questione della sicurezza, problema che l’Argentina condivide con la stragrande maggioranza dei Paesi della regione, il portavoce ha affermato che i “vescovi sono consapevoli che si tratta di una questione che coinvolge l’intera società, nessuno escluso” ma, allo stesso tempo, è chiaro “che alcuni hanno delle responsabilità maggiori in questa materia”. Per padre Oesterheld questo problema “esiste realmente perché la gente così lo percepisce” e dunque a suo avviso è un errore pensare che “si tratta, come qualcuno crede, di un’invenzione o un’esagerazione mediatica”. Pensare in questo modo, ha aggiunto il presbitero, “significa voler coprire il sole con una mano”. “Non è possibile rispondere – ha continuato - con statistiche e semplici sensazioni. Sono necessarie delle decisioni concrete per far sentire protetto colui che invece crede di essere stato abbandonato”. L’episcopato argentino da oltre due anni segue con particolare sollecitudine l’evolversi del clima sociale nel Paese e già nell’aprile dello scorso anno aveva invitato tutti a una giornata di preghiera per la pace sociale e il dialogo presso il santuario nazionale di Nostra signora di Lujàn. Allora i vescovi parlarono di “un’ora delicata e provvidenziale per la vita nazionale”. In seguito, cosa che non accadeva da almeno sei anni, nel mese di giugno, in una riunione del Comitato episcopale permanente i presuli hanno analizzato l’aumento della violenza e dei conflitti considerata una “minaccia alla pace sociale”. Nel novembre scorso, dopo la loro plenaria, tutti i vescovi hanno preso parte alla conferenza stampa per presentare il documento conclusivo (“Verso un bicentenario di giustizia e solidarietà 2010/2016”) che poi hanno illustrato alle massime autorità del Paese. In quest’esortazione i presuli argentini prospettano “una nuova nazione” da costruire tramite un “progetto-Paese capace di cicatrizzare le ferite, bloccando l’accrescere di esasperazioni e polarizzazioni”.(L.B.)







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