2009-03-25 14:57:59

Il mondo celebra la Giornata contro la schiavitù


Un omaggio alla memoria di milioni di africani, costretti a lasciare le loro terre e ridotti in schiavitù. Così il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, in un messaggio in occasione dell’odierna Giornata internazionale di commemorazione delle vittime della schiavitù e della tratta transatlantica degli schiavi, indetta dalle Nazioni Unite. “Oggi – continua il numero uno del Palazzo di Vetro – nonostante la schiavitù sia stata ufficialmente bandita, il razzismo continua a sporcare il mondo dei nostri giorni”. Ma quali sono le caratteristiche della schiavitù di oggi? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati:RealAudioMP3

R. – C’è da dire che oggi ci sono nuove forme di schiavitù, non meno drammatiche di quelle antiche. Mi viene da pensare subito alla terribile sorte dei bambini soldato che vengono portati via dalle famiglie e vengono costretti anche sotto l’effetto di droghe a uccidere e a combattere. Un’altra situazione che è veramente terribile ai nostri giorni è quella della tratta delle donne, spesso minorenni, che vengono ingannate con l’illusione di andare a lavorare per guadagnare soldi da mandare a casa e invece vengono costrette a prostituirsi per strada e vengono sottoposte a ogni forma di violenza fisica e anche psicologica. Un’altra situazione che dovrebbe essere veramente all’attenzione di chi governa oggi è tutto quello che subiscono le persone in fuga da guerre da persecuzioni e anche da fame, da miseria, nell’arrivare in Europa, perché i viaggi di queste persone sono qualcosa di inimmaginabile a livello di violazione di diritti umani.

 
D. – “Rompiamo il silenzio suonando i tamburi” è lo slogan scelto quest’anno dalle Nazioni Unite. Perché è davvero così difficile rompere il silenzio di fronte alla schiavitù anche nelle sue forme moderne? C’è più una responsabilità di tipo culturale o politica?

R. – C’è una responsabilità culturale, politica ed economica. La tolleranza zero, se è vero che ci deve essere contro chi non rispetta le leggi dell’immigrazione, è anche vero che ci dovrebbe essere contro chi sfrutta queste persone e le sfrutta a volte veramente in modo disumano. In questo senso dico che oggi, in questa giornata simbolica, è importante ricordare che se ci sono delle persone che lavorano irregolarmente è perché c’è chi offre loro del lavoro e su questo lucra, e allora sarebbe importante riuscire, invece, a tagliare questo sistema, questo circolo vizioso che fa solo guadagnare a persone senza scrupoli.

 
D. – Su un dato non ci sono dubbi: il diverso fa ancora paura. Cosa fare per far comprendere che l’unione fa la forza anche per andare in una direzione diversa per uno sviluppo completo del nostro pianeta, delle nostre popolazioni, dei rapporti tra gli Stati…

 
R. – E’ sorprendente vedere come spesso non ci si accorge che, di fatto, il mondo è già insieme. E’ già insieme nelle scuole, nelle fabbriche, nelle campagne, in metropolitana, in autobus, e questo essere insieme va regolato nel modo più armonico possibile, senza discriminare, sul principio che tutti gli esseri umani hanno e devono avere gli stessi diritti. Se noi non teniamo presente questo e pensiamo di mantenere il nostro benessere, i nostri diritti, calpestando quelli degli altri, credo che in questo modo facciamo un grande errore e creiamo i presupposti per una società non serena, a compartimenti stagni, meno libera, meno democratica e incapace di credere nel futuro.







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