2009-03-25 15:27:26

Il cardinale George: accelerare negli Usa la riforma delle politiche migratorie


Per l’arcivescovo di Chicago, cardinale Francis George, presidente della Conferenza episcopale dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, se il presidente Obama dovesse attuare la riforma del sistema migratorio e delle politiche che lo sostengono entro il 2009, “darebbe un segnale di reale cambiamento”. Sarebbe infatti una svolta che coinvolgerebbe almeno 12 milioni di persone senza documenti che però pagano le tasse e ogni giorno danno il proprio contributo allo sviluppo del Paese. Parlando a centinaia di persone nella chiesa “Nostra signora della Mercede”, nel popoloso quartiere di Albany Park, a ovest di Chicago, il cardinale George ha ricordato anche che questa riforma attesa e desiderata “è una questione di coscienza, un passo in avanti molto importante nella costruzione di una società più pacifica perché più giusta”. La Chiesa cattolica statunitense e altre chiese e associazioni della società civile, da anni, chiedono all’esecutivo e al Congresso, una riforma del sistema migratorio per regolarizzare milioni di persone, ma fino ad oggi non ci sono stati progressi. Perciò, sulla scia della campagna del presidente Obama, che promise di mettere mano a queste riforme, oggi sono in molti a ricordare che occorre procedere il più rapidamente possibile. Non solo, negli ultimi mesi è aumentata anche la forza di una richiesta specifica: sospendere e mettere fine alle retate di persone senza documenti e alle deportazioni e ciò, ha detto il cardinale George, deve essere mantenuto fino all’arrivo di una nuova legge “più ampia, giusta e compassionevole”. “Non è possibile rinforzare le famiglie se i suoi membri vivono nel terrore”, ha specificato il porporato con riferimento a milioni di migranti che vivono nascosti evitando di trovarsi di fronte ad un agente federale autorizzato ad arrestarlo e poi deportarlo. “Quest’anno potrebbe essere quello in cui si mette fine a queste retate, l’anno in cui i nostri legislatori approveranno una riforma integrale, un anno ricordato come quello in cui è finita la tragedia delle separazioni delle famiglie”, ha sottolineato il cardinale George che ha ricordato anche dichiarazioni recenti della Chiesa in Iowa che ricordavano il contributo dato dai migranti con i loro talenti e doni alla Chiesa, alle scuole, agli affari in tutto lo Stato, “aggiungendo alla nostra cultura diversità, forza alla nostra economia e vitalità alla nostra società”. Infine, l’arcivescovo di Chicago ha rilevato che “spesso sono i migranti coloro che ci permettono di mantenere il nostro alto livello di vita svolgendo i lavori più duri e umili in cambio di un salario basso”. “A volte, ha terminato, queste persone dovendo pagare le tasse vedono diminuire automaticamente i loro introiti, ma poi non essendo lavoratori legali non possono usufruire dei benefici e servizi disponibili solo per i cittadini statunitensi”.(L.B.)







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