Nel 29. mo anniversario della morte, strumentalizzare il ricordo di mons. Romero è
snaturarne il valore
Con una prima Messa, oggi alle 7 del mattino, celebrata allo stesso altare dell’ospedale
della Divina provvidenza dove 29 anni fa mons. Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di
San Salvador, fu ucciso con numerosi colpi di mitra sparati alle spalle, la Chiesa
del Salvador ricorderà il supremo sacrificio di questo grande “martire della carità”.
Poi a mezzogiorno, nella cattedrale della capitale, il suo successore, mons. José
Luis Escobar, presiederà un’altra concelebrazione eucaristica in memoria della figura
pastorale e dell’eredità spirituale e religiosa di mons. Romero. Nel pomeriggio di
oggi, in tutte le parrocchie dell’arcidiocesi, le diverse comunità ecclesiali ricorderanno
il loro pastore e assisteranno alla Messa animando veglie di preghiera e leggendo
brani delle sue omelie e dei suoi scritti, tra cui il suo diario. Anche la società
civile, tramite la Fondazione intitolata all’arcivescovo, ha organizzato diverse iniziative
per ricordare e rendere omaggio a mons. Romero. Tra queste la stampa locale ha dato
molto rilievo al pellegrinaggio “alla memoria” che partirà dal monumento eretto all’arcivescovo
nelle vicinanze del “Divino Salvador del Mundo” e raggiungerà la spianata antistante
la cattedrale. In queste ore, sia nel Paese centroamericano sia in altre città dell’America
Latina dove sarà ricordato il sacrificio dell’arcivescovo Romero, in molti hanno voluto
ricordare che l’eredità di questo “grande e zelante pastore”, come lo definì Papa
Giovanni Paolo II recandosi a pregare presso la sua tomba (6 marzo 1983), non deve
essere sfruttata politicamente: mons. Romero non offrì la sua vita come tributo a
un partito o a un’ideologia e coloro che ieri e oggi lo vorrebbero come “bandiera”
delle proprie piattaforme politiche o programmatiche offendono la sua memoria e snaturano
il senso del suo sacrificio. Durante questa visita Giovanni Paolo II concludendo il
suo breve saluto osservò: “Dentro le mura di questa Cattedrale riposano i resti mortali
di monsignor Oscar Arnulfo Romero, zelante Pastore che l’amore di Dio e il servizio
ai fratelli portarono fino al sacrificio stesso della vita in forma violenta, mentre
celebrava il Sacrificio del perdono e della riconciliazione. Per lui, come per gli
altri venerandi Pastori che nel loro tempo hanno guidato il gregge dei fedeli salvadoregni,
rivolgiamo la nostra preghiera a Dio giusto e misericordioso, affinché la sua luce
risplenda in perpetuo su di essi, che si sacrificarono per tutti e invitarono tutti
a ispirarsi a Gesù, che ebbe compassione delle moltitudini nel momento stesso in cui
si impegnava a forgiare un mondo più giusto, umano e fraterno, nel quale vogliamo
tutti vivere”. Il 7 aprile dello scorso anno, Benedetto XVI nel corso della visita
alla chiesa romana di San Bartolomeo, all'Isola Tiberina, oltre a ricordare il 40.
mo anniversario della Comunità di Sant'Egidio cui l'antica basilica è affidata, si
raccolse in preghiera per celebrare tutti i martiri del '900. Le reliquie lì raccolte,
infatti, costituiscono il primo Santuario "Memoriale dei martiri del nostro tempo".
Tra queste anche quelle dell’arcivescovo di San Salvador, Oscar Arnulfo Romero, ucciso
il 24 marzo di 29 anni fa. (A cura di Luis Badilla)