Il cardinale Bagnasco alla Cei: il Papa venga ascoltato, non irriso e offeso. Ribadito
l'impegno della Chiesa italiana in difesa della vita
Una polemica che non aveva ragione di essere: così, il presidente della Conferenza
episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, è intervenuto sulle critiche alle
parole del Papa sulla prevenzione dell’Aids. Aprendo ieri pomeriggio a Roma il Consiglio
episcopale permanente della Cei, il porporato è tornato anche sul caso Englaro definendo
“grottesche” le accuse di ingerenza rivolte alla Chiesa e ha parlato di un’operazione
tesa ad affermare un “raccapricciante diritto a morire”. Quindi, l’appello alla politica:
subito una legge sul fine vita "che preservi da altre analoghe avventure''. Parlando
della crisi, infine, il cardinale Bagnasco ha invitato a riscoprire l’anima etica
della finanza e dell’economia. Il servizio è di Paolo Ondarza:
“Un viaggio
impegnativo e ricco di speranza”. Aprendo il Consiglio episcopale permanente della
Cei, il cardinale Bagnasco parla della visita appena conclusa del Papa in Africa.
Un pellegrinaggio che fin dall’inizio è stato sovrastato nell’attenzione degli occidentali
da una polemica, sui preservativi, che non aveva ragione d’essere”.
“Non
a caso, sui media africani non si è riscontrato alcun autonomo interesse, se non fosse
stato per l’insistenza pregiudiziale delle agenzie internazionali, e per le dichiarazioni
di alcuni esponenti politici europei: quella classe che per ruolo e responsabilità
non dovrebbe essere superficiale nelle analisi né precipitosa nei giudizi”.
“Si
è avuta la sensazione – ha constatato il cardinale Bagnasco – che si intendesse non
lasciarsi disturbare dalle problematiche che un simile viaggio avrebbe suscitato,
specie in una fase di acutissima crisi economica che richiede ai rappresentanti delle
istituzioni più influenti una mentalità aperta e una visione inclusiva”. La conferma
più significativa circa la pertinenza delle parole del Papa sull’argomento - ha aggiunto
- è venuta da quanti – professionisti, politici e volontari – operano nel campo della
salute e dell’istruzione. Da qui l’appello a promuovere un’opera di educazione ad
ampio raggio in Africa e di finanziamento nella distribuzione di medicinali per tutti.
Il cardinale Bagnasco ha ricordato il coinvolgimento della Chiesa in questa linea
di sviluppo. Quindi, ha chiesto ai governi di “mantenere i propri impegni al di là
della demagogia e di logiche di controllo neo-colonialista”. Invitando poi i diversi
interlocutori a non abbandonare un linguaggio civile, il presidente della Cei ha aggiunto:
“Vorremmo
anche dire – sommessamente ma con energia − che non accetteremo che il Papa, sui media
o altrove, venga irriso o offeso”.
Parole anche sulle
polemiche seguite al caso Williamson e alla remissione della scomunica ai quattro
vescovi lefebvriani: “Nessuno poteva aspettarsi che sarebbero proseguite in maniera
tanto pretestuosa – ha detto il cardinale Bagnasco - fino a configurare un vero e
proprio disagio, cui ha inteso porre un punto fermo il Papa con la lettera ai Vescovi
della Chiesa Cattolica”. Un “atto autenticamente nuovo”, secondo il presidente della
Cei, che “ha fatto emergere il candore di chi non ha nulla da nascondere circa le
proprie reali intenzioni e la coerenza di una vita vissuta nel trasparente servizio
alla Chiesa di Cristo”.
La dinamica contestativa,
relativa tanto al caso Williamson quanto alla questione del condom, è una delle tracce
del secolarismo che contraddistingue i tempi attuali. Il porporato ha quindi denunciato
l’esistenza ai nostri giorni di due diverse culture con due differenti visioni antropologiche
e concezioni di libertà: da una parte si ritiene che la libertà umana sia uno dei
più grandi valori, ma che debba fare i conti con altri valori come la vita, la pace,
la giustizia, la solidarietà. La società che ne deriva è aperta e solidale specialmente
con “i più deboli, i meno dotati ed efficienti”. "Dall’altra parte invece si afferma
una libertà individuale come valore assolutamente primo, sciolto da qualsiasi vincolo
che lo possa misurare, andando con ciò – se occorre – anche contro la persona". "In
questo modo l’individuo paradossalmente finisce schiacciato dalla propria libertà
e concepisce ogni suo desiderio, magari confuso con l’istinto, come diritto che la
società dovrebbe riconoscere”. Da qui il presidente dei vescovi italiani ha parlato
di Eluana Englaro, la donna “in stato vegetativo persistente, fatta morire benché
non fosse attaccata ad alcuna macchina”, “dato - quest’ultimo - che l’opinione pubblica
ha scoperto solo con grande fatica”. Un fatto confortante – ha notato il cardinale
Bagnasco – è stato il “sentimento di diffuso dolore sopraggiunto tra la gente al momento
della morte della donna”. Il presidente della Cei ha chiesto poi alla politica d agire
senza lungaggini o strumentali tentennamenti nell’approntare un inequivoco
dispositivo di legge ponendo attenzione a coordinarlo con l’altro sospirato provvedimento
relativo alle cure palliative, che le famiglie attendono non per sgravarsi di un peso,
ma per essere aiutate a portarlo”. “Qualunque deriva eutanasica è una falsa soluzione,
la prima cura – ha aggiunto – è non far sentire solo il malato, garantirgli una presenza
competente amorevole e quotidiana”. Questa – ha proseguito – è per la società una
responsabilità impegnativa rispetto ad altre “scorciatoie” apparentemente pietose.
Toccante il ringraziamento rivolto dal cardinale Bagnasco alle suore misericordine
della clinica Beato Talamone di Lecco, autentiche campionesse di carità, che per anni
hanno assistito Eluana con una “splendida, ineffabile testimonianza”:
“Quell’invocazione
mansueta e quasi dolente che loro hanno rivolto − «Se c’è chi considera Eluana morta,
lasciatela a noi che la sentiamo viva» − è stata per l’opinione pubblica un’autentica
scossa, è stata finalmente uno scandalo buono”.
Tra
gli altri temi toccati dal cardinale Bagnasco anche la condizione economica e sociale
del sud Italia: tutti dobbiamo interrograci superando qualunque tentazione divisoria
“la presa tentacolare della malavita, non si autolimita al Meridione essendo ormai
presente su varie piazze del Nord e del Centro”. Riferendosi alla crisi economica
in atto il porporato ha chiesto che sia riscoperta l’anima etica della finanza e dell’economia.
Nell’anno sacerdotale indetto dal Papa il cardinale Bagnasco ha quindi ricordato ai
sacerdoti e alla Chiesa tutta di essere “il volto amico che cammina con la gente,
sollecitando anche i pubblici poteri, in particolare quando sono a rischio i posti
di lavoro”. Dalla Cei infine l’annuncio di un fondo di garanzia per le famiglie in
difficoltà, che nascerà da una colletta comune.