Il commento di padre Lombardi al viaggio del Papa in Africa
Sul viaggio del Papa in Camerun e Angola ascoltiamo il commento del direttore della
Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, intervistato da Davide Dionisi:
R. - L’accoglienza
- per questo primo viaggio di Benedetto XVI in Africa - è stata ottima, è stata grande
in ambedue i Paesi, e il Papa ne è stato molto contento e molto incoraggiato. Il Papa
ha affrontato i grandi temi della realtà africana di oggi: i temi della riconciliazione,
della pace, della ricostruzione, della costruzione di una vera democrazia, del rispetto
dei diritti dell’uomo, delle vie per un vero sviluppo e progresso, della solidarietà
internazionale, con rapporti anche commerciali, politici, che aiutino lo sviluppo,
che siano ispirati all’equità, alla giustizia e alla onestà, che non alimentino poi
interessi particolari o la corruzione. D. – Che tipo di eredità
lascia Benedetto XVI, che tipo di messaggio? R. – Il Papa lascia
un messaggio di grande speranza. Si è rivolto alle forze vive della Chiesa e alle
forze da cui dipende anche il futuro della Chiesa e, direi anche, della popolazione
africana più in generale. Sono stati significativi in questo senso gli incontri specifici
ed i messaggi per la gioventù e per le donne. E l’incontro con le donne mi è sembrato
qualcosa di ancora più specifico di questo viaggio di Benedetto XVI, da mettere quindi
particolarmente in rilievo. E’ stata un’intuizione profonda e forte quella della valorizzazione
della donna, nella società e nella Chiesa, riconoscendone il ruolo centrale per lo
sviluppo del continente intero. D. – Benedetto XVI ha spronato
gli africani a prendere in mano il loro destino... R. – Io riflettevo
proprio in questi giorni sul fatto che la Chiesa ha una sua visione dello sviluppo
umano e spirituale integrale, che è suo caratteristico, cioè è una visione dello sviluppo
che si fonda su un grandissimo rispetto e su una grande fiducia nella persona umana,
nella sua dignità, nelle sue possibilità, e punta proprio sulla valorizzazione della
persona, di ogni singola persona, sulle sue responsabilità e sulle sue capacità. E,
a partire da questo, poi, costruisce una società giusta, armonica, capace anche di
valorizzare le risorse naturali che le sono date, le sue tradizioni, i suoi contributi
culturali. Mi sembra un approccio molto diverso da quello che spesso viene proposto
dai grandi poteri, politici o economici, esterni all’Africa, che spesso puntano o
sulla limitazione delle nascite, anche con metodi non rispettosi della natura umana,
o su grandi operazioni economiche e finanziarie, che poi mettono nelle mani dei governanti
delle grandissime risorse, che poi si disperdono spesso in canali di corruzione. D.
– Un bilancio conclusivo di questa straordinaria esperienza... R.
– Mi pare che ci sia una soddisfazione reciproca. Come è stato molto caratteristico,
anche negli anni precedenti, il Papa ha detto: “Io sono venuto per incoraggiarvi e
darvi il mio sostegno per i vostri problemi, ma sono stato incoraggiato anch’io dal
vostro amore, dal vostro entusiasmo, dalla vostra fiducia”. Credo che questo sia avvenuto
effettivamente anche qui in Africa e il Papa ha lavorato, ha fatto il suo servizio,
anche con il gran caldo, si è impegnato fino in fondo e mi sembra che abbia dato veramente
il suo contributo e abbia avuto anche la gioia di vedere che questo è stato bene accolto
e porterà certamente dei grandi frutti.