Giornata dell'Acqua. Appello delle Ong a non privatizzare le risorse idriche
“L’acqua è la nostra risorsa naturale più preziosa. Gestire con attenzione il suo
uso e bilanciare le diverse esigenze è pertanto di vitale importanza”. Lo afferma
il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, nel suo messaggio in occasione dell’odierna
Giornata Mondiale dell’Acqua, proclamata dall’Onu. Il tema di quest’anno: “Acque condivise,
opportunità condivise” intende evidenziare come risorse idriche transfrontaliere possano
agire come forza unificante. Si avviano intanto a conclusione ad Istanbul i lavori
del Forum Mondiale dell’Acqua, voluto dal Consiglio mondiale dell’Acqua. Accanto al
Forum Mondiale dell’Acqua, nella città turca si è svolto il Forum Alternativo voluto
da movimenti e organizzazioni non governative contrarie alla privatizzazione delle
fonti idriche. Il Forum ha rinnovato la richiesta ai governi e alle stesse Nazioni
Unite di riconoscere il diritto all’acqua nelle Costituzioni nazionali e nella Carta
universale dei diritti umani. Molte le resistenze a tale riconoscimento. Ci spiega
il perché Marco Iob, rappresentante del CeVI, una delle organizzazioni partecipanti
al Forum Alternativo, intervistato da Adriana Masotti.
R. – Le
resistenze provengono dal fatto che ottenere questo riconoscimento significherebbe
mettere l’acqua fuori dalle regole del mercato, quindi tutte le grosse imprese, multinazionali,
che oggi hanno grandi interessi nella gestione dell’acqua e nella protezione delle
fonti, delle riserve idriche naturalmente non sono d’accordo e queste esercitano una
forte attività di lobby su quelle che sono le principali istituzioni internazionali,
compresa l’Onu. E ciò accade anche qui, a Istanbul.
D.
– Voi, infatti, contestate che debba essere il Consiglio mondiale dell’acqua a gestire
la questione idrica …
R. – Noi non contestiamo il
Forum in sé. Il problema è chi organizza questo momento. Dovrebbe essere, appunto,
un’istituzione universalmente riconosciuta, democratica e invece è un organismo privato
che è gestito da rappresentanti delle multinazionali. Noi chiediamo che il prossimo
Forum mondiale dell’acqua venga organizzato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.
D. – Ecco, quindi il punto cruciale è la gestione
che secondo voi non deve essere privata, privatizzata...
R.
– Certo. Non possiamo affrontare i problemi cruciali, le crisi mondiali dell’acqua
che sono in corso, i conflitti che potrebbero generarsi, con le regole del mercato!
Dove l’acqua è privatizzata si è verificato che le fasce più povere delle popolazioni
vengono escluse dall’accesso all’acqua, a meno che non paghino – naturalmente – un
prezzo molte volte improponibile.
D. – Quali sono
i popoli più a rischio di un’eventuale privatizzazione dell’acqua?
R.
– Il Medio Oriente potrebbe essere un luogo di futuri conflitti per l’acqua. La Turchia,
di fatto, si candida ad essere il rubinetto del Medio Oriente, esercitando quindi
un potere enorme sugli altri Stati. Naturalmente, molte altre regioni sono a rischio
di desertificazione, come le zone aride dell’America Latina, ma soprattutto dell’Africa.
In queste regioni, i cambiamenti climatici causeranno quelli che sono i cosiddetti
profughi dell’acqua. Ma anche in Europa non saremo esenti da problemi: per esempio,
chi accoglierà questi profughi?