Benedetto XVI incontra i giovani angolani: "osate decisioni definitive, il Signore
non vi lascerà mai soli!"
Ieri pomeriggio migliaia di giovani hanno ricambiato l’abbraccio di Benedetto XVI
nello stadio luandese di dos Coqueiros. Il Papa, in un clima di forte emozione e grande
gioia - poi purtroppo funestato dalla notizia della morte delle due giovani - ha portato
la parola di Cristo ribadendo “voi siete un seme gettato da Dio nella terra”, “voi
siete il futuro”. E parlando del matrimonio e della consacrazione ha spronato: “non
abbiate paura di prendere decisioni definitive” di fronte ad una “cultura dominante
che non aiuta a vivere la Parola di Gesù”. Di seguito il testo integrale del discorso
del Papa:
Carissimi amici! Siete venuti in gran numero,
in rappresentanza di molti altri spiritualmente a voi uniti, per incontrare il Successore
di Pietro e, insieme a me, proclamare davanti a tutti la gioia di credere in Gesù
Cristo e rinnovare l’impegno di essere suoi fedeli discepoli in questo nostro tempo.
Un identico incontro ha avuto luogo in questa stessa città, in data 7
giugno 1992, con l’amato Papa Giovanni Paolo II. Con lineamenti un po’ diversi, ma
con lo stesso amore nel cuore, ecco davanti a voi l’attuale Successore di Pietro,
che vi abbraccia tutti in Gesù Cristo, che “è lo stesso ieri, oggi e per sempre”(Eb 13,8). Prima di tutto, voglio ringraziarvi per questa festa
che voi mi fate, per questa festa che voi siete, per la vostra presenza e la vostra
gioia. Rivolgo un saluto affettuoso ai venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio
e ai vostri animatori. Di cuore ringrazio e saluto quanti hanno preparato quest’Incontro
e, in particolare, la Commissione episcopale per la Gioventù e le Vocazioni con il
suo Presidente, Mons. Kanda Almeida, che ringrazio per le cordiali parole di benvenuto
rivoltemi. Saluto tutti i giovani, cattolici e non cattolici, alla ricerca
di una risposta per i loro problemi,alcuni dei quali
sicuramente riferiti dai vostri Rappresentanti, le cui parole ho ascoltato con gratitudine.
L’abbraccio che ho scambiato con loro vale naturalmente per tutti voi. Incontrare
i giovani fa bene a tutti! Essi hanno a volte tante difficoltà, ma portano con sé
tanta speranza, tanto entusiasmo, tanta voglia di ricominciare. Giovani amici, voi
custodite in voi stessi la dinamica del futuro. Vi invito a guardarlo con gli occhi
dell’apostolo Giovanni: «Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra(…) e anche la città santa, la nuova Gerusalemme scendere dal cielo, da
Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che
usciva dal trono: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini”» (Ap 21, 1-3). Carissimi
amici, Dio fa la differenza. A cominciare dalla serena intimità fra
Dio e la coppia umana nel giardino dell’Eden, passando alla gloria divina che irradiava
dalla Tenda della Riunione in mezzo al popolo d’Israele durante la traversata del
deserto, fino all’incarnazione del Figlio di Dio che si è indissolubilmente unito
all’uomo in Gesù Cristo. Questo stesso Gesù riprende la traversata del deserto umano
passando attraverso la morte e arriva alla risurrezione, trascinando con sé verso
Dio l’intera umanità. Ora Gesù non si trova più confinato in un luogo
e in un tempo determinato, ma il suo Spirito, lo Spirito Santo, emana da Lui e entra
nei nostri cuori, unendoci così con Gesù stesso e con Lui al Padre – con il Dio uno
e trino. Sì, miei cari amici! Dio fa la differenza…
Di più! Dio ci fa differenti, ci fa nuovi. Tale è la promessa che Egli stesso ci fa:
«Ecco io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21, 5). Ed è vero! Ce lo dice
l’apostolo san Paolo: «Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono
passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati
con se mediante Cristo» (2 Cr 5, 17-18). Essendo salito al Cielo ed essendo entrato
nell’eternità, Gesù Cristo è diventato Signore di tutti i tempi. Perciò, può farsi
nostro compagno nel presente, portando il libro dei nostri giorni nella sua mano:
in essa sostiene fermamente il passato, con le sorgenti e le fondamenta del nostro
essere; in essa custodisce gelosamente il futuro, lasciandoci intravedere l’alba più
bella di tutta la nostra vita che da lui irradia, ossia la risurrezione in Dio. Il
futuro dell’umanità nuova è Dio; proprio un iniziale anticipo di ciò è la sua Chiesa.
Quando ne avrete la possibilità, leggetene con attenzione la storia: potrete rendervi
conto che la Chiesa, nello scorrere degli anni, non invecchia; anzi diventa sempre
più giovane, perché cammina incontro al Signore,avvicinandosi
ogni giorno di più alla sola e vera sorgente da dove scaturisce la gioventù, la rigenerazione,
la forza della vita. Amici che mi ascoltate, il futuro è
Dio. Come abbiamo ascoltato poc’anzi, Egli «tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non
ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono
passate» (Ap 21, 4). Nel frattempo, vedo qui presenti
alcuni delle migliaia di giovani angolani mutilati in conseguenza della guerra e delle
mine, penso alle innumerevoli lacrime che tanti di voi hanno versato per la perdita
dei familiari, e non è difficile immaginare le nubi grigie che coprono ancora il cielo
dei vostri sogni migliori… Leggo nel vostro cuore un dubbio, che voi rivolgete a me:
«Questo è ciò che abbiamo. Quello che tu ci dici non si vede! La promessa ha la garanzia
divina – e noi vi crediamo –, ma Dio quando si alzerà per rinnovare ogni cosa?». La
risposta di Gesù è la stessa che Egli ha dato ai suoi discepoli: «Non sia turbato
il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre
mio vi sono molti posti. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto?»
(Gv 14, 1-2). Ma voi, carissimi giovani, insistete: «D’accordo! Ma quando accadrà
questo?» Ad una domanda simile fatta dagli apostoli, Gesù rispose: «Non spetta a voi
conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete
forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni (…) fino agli
estremi confini della terra» (At 1, 7-8). Guardate che Gesù non ci lascia senza risposta;
ci dice chiaramente una cosa: il rinnovamento inizia dentro; riceverete una forza
dall’Alto. La forza dinamica del futuro si trova dentro di voi. Si
trova dentro… ma come? Come la vita è dentro un seme: così ha spiegato Gesù, in un’ora
critica del suo ministero. Era iniziato – il suo ministero - con grande entusiasmo,
poiché la gente vedeva i malati guariti, i demoni cacciati, il Vangelo annunziato;
ma, per il resto, il mondo andava avanti come prima: i romani dominavano ancora; la
vita era difficile nel susseguirsi dei giorni, nonostante ci fossero quei segni, quelle
belle parole. E l’entusiasmo si era andato spegnendo, fino al punto che parecchi discepoli
avevano abbandonato il Maestro (cfr Gv 6, 66), che predicava ma non cambiava il mondo.
E tutti si domandavano: In fondo che valore ha questo messaggio? Cosa ci porta questo
Profeta di Dio? Allora Gesù parlò di un seminatore che semina nel campo
del mondo, e spiegò poi che il seme è la sua Parola(cfr
Mc 4, 3-20), sono le guarigioni operate: davvero poca cosa se paragonate con le enormi
carenze e “macas” [difficoltà] della realtà di ogni giorno.Eppure
nel seme è presente il futuro, perché il seme porta dentro di sé il pane di domani,
la vita di domani. Il seme sembra quasi niente, ma è la presenza del futuro,è promessa presente già oggi; quando cade in terra buona fruttifica trenta,
sessanta ed anche cento volte tanto. Amici
miei, voi siete un seme gettato da Dio nella terra; esso porta nel cuore una forza
dell’Alto, la forza dello Spirito Santo. Tuttavia per passare dalla promessa di vita
al frutto, la sola via possibile è offrire la vita per amore, è morire per amore.
Lo ha detto lo stesso Gesù: «Se il seme caduto in terra non muore, rimane
solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita, la perde e chi odia
la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna» (cfr Gv 12, 24-25).
Così ha parlato Gesù, e così ha fatto: la sua crocifissione sembra
il fallimento totale, ma non lo è! Gesù, animato dalla forza di «uno
Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio» (Eb 9, 14). E in questo modo,
caduto cioè in terra, Egli ha potuto dar frutto in ogni tempo e lungo tutti i tempi.
E in mezzo a voi si trova il nuovo Pane, il Pane della vita futura, la Santissima
Eucaristia che ci alimenta e fa sbocciare la vita trinitaria nel cuore degli uomini. Giovani
amici, sementi dotate della forza del medesimo Spirito eterno, sbocciate al calore
dell’Eucaristia, nella quale si realizza il testamento del Signore: Lui
si dona a noi e noi rispondiamo donandoci agli altri per amore suo. Questa è la via
della vita; ma sarà possibile percorrerla alla sola condizione di un dialogo costante
con il Signore e di un dialogo vero tra voi. La cultura sociale dominante non vi aiuta
a vivere la Parola di Gesù e neppure il dono di voi stessi a cui Egli vi invita secondo
il disegno del Padre. Carissimi amici, la forza si trova dentro di voi, come era in
Gesùche diceva: «Il Padre che è in me compie le sue
opere. (…) Anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne fará di più
grandi, perché io vado al Padre» (Gv 14, 10.12). Perciò non abbiate paura di prendere
decisioni definitive. Generosità non vi manca – lo so! Ma di fronte al
rischio di impegnarsi per tutta la vita, sia nel matrimonio che in una vita di speciale
consacrazione, provate paura: «Il mondo vive in continuo
movimento e la vita è piena di possibilità. Potrò io disporre in questo momento della
mia vita intera ignorando gli imprevisti che essa mi riserva? Non sarà che io, con
una decisione definitiva, mi gioco la mia libertà e mi lego con le mie stesse mani?».
Tali sono i dubbi che vi assalgono e l’attuale cultura individualistica
e edonista li esaspera. Ma quando il giovane non si decide, corre il rischio di restare
un eterno bambino! Io vi dico: Coraggio! Osate
decisioni definitive, perché in verità queste sono le sole che non distruggono la
libertà, ma ne creano la giusta direzione, consentendo di andare avanti e di raggiungere
qualcosa di grande nella vita. Non c’è dubbio che la vita ha valore soltanto se avete
il coraggio dell’avventura, la fiducia che il Signore non vi lascerà mai soli. Gioventù
angolana, libera dentro di te lo Spirito Santo, la forza dall’Alto!
Con fiducia in questa forza, come Gesù, rischia questo salto per così dire nel definitivo
e, con ciò, offri una possibilità alla vita! Così verranno a crearsi tra voi delle
isole, delle oasi e poi grandi superfici di cultura cristiana, in cui diventerà visibile
quella «città santa che scende dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per
il suo sposo». Questa è la vita che merita di essere vissuta e che di cuore vi auguro.
Viva la gioventù di Angola!