Thailandia: Conferenza ecumenica mondiale sulla giustizia per i fuori casta
“Intoccabili”, “fuori casta”, “contaminati”. Sono queste le etichette discriminatorie
con cui vengono tacciati in alcune zone dell’Asia le persone ritenute senza discendenza
e dunque non appartenenti ad alcuna casta. In un sistema sociale che definisce gli
individui in base a tale appartenenza, si tratta di una condizione che nega i più
elementari diritti alla dignità e all’uguaglianza. Si stima che oggi, in Asia meridionale,
circa 250 milioni di Dalit (“fuori casta”), soffrano questa stigmatizzazione, un numero
che cresce notevolmente se si allarga lo sguardo al resto del mondo. Sono coloro,
si legge in un comunicato della Federazione Luterana internazionale (LWF), che combattono
quotidianamente per ottenere giustizia. La “Conferenza Ecumenica Mondiale sulla giustizia
per i Dalit”, che si è aperta oggi a Bangkok, in Thailandia, e proseguirà sino a martedì
prossimo, intende promuovere la solidarietà ecumenica internazionale a questa causa.
Circa 100 rappresentanti delle Chiese di tutto il mondo e delle associazioni ad esse
connesse, condivideranno esperienze e prospettive nell’ottica di potenziare la strategia
di sostegno alla lotta dei Dalit e di comunità simili. L’evento intende, inoltre,
sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla piaga della discriminazione “di
casta”, piaga che non fu menzionata durante la Conferenza mondiale contro il razzismo
del 2001. La speranza è che le cose vadano diversamente durante la seconda edizione
di quella Conferenza, in programma a Durban tra poche settimane. (S.G.)