La Messa a Luanda. Benedetto XVI: chi annuncia Cristo non manca di rispetto alle altre
culture e credenze ma offre un messaggio di vita eterna. Liberare dalla paura degli
"stregoni"
Prosegue il viaggio internazionale di Benedetto XVI in Africa: stamani il Papa ha
presieduto la Messa nella Chiesa di San Paolo a Luanda, capitale dell'Angola. Nell'omelia
ha ribadito la necessità dell'evangelizzazione: chi è convinto della sua fede per
aver fatto l’esperienza che, senza Cristo, la vita è incompleta - ha detto - deve
essere convinto anche del fatto di non mancare di rispetto a nessuno se annuncia il
Vangelo. Benedetto XVI ha parlato anche delle paure di tante persone che arrivano
a condannare i bambini di strada e i cosiddetti "stregoni". Il servizio del nostro
inviato Davide Dionisi: La
seconda giornata angolana di Benedetto XVI si è aperta con la Messa con i vescovi,
i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i movimenti ecclesiali e i catechisti dell’Angola
e di São Tomé, presieduta dal Santo Padre nella chiesa intitolata a San Paolo, patrono
di Luanda. L’edificio – costruito dai Padri cappuccini nel 1935 e rilevato successivamente
dai Salesiani nel 1982 – è stato recentemente ristrutturato proprio in previsione
della visita del Papa. Si è trattato di un intervento di rifacimento che rientra in
un ampio piano dell’arcidiocesi di Luanda che ha come scopo il miglioramento di diverse
strutture ecclesiali. E proprio a San Paolo, Benedetto XVI ha dedicato la prima parte
della sua omelia ricordando il bimellenario della nascita dell’Apostolo delle genti
e il Giubileo paolino in corso:
“De Deus, rico
em Misericórdia, fala-nos por experiência própria São Paulo … Di
questo Dio, ricco di Misericordia, ci parla per esperienza personale San Paolo… Ecco
la testimonianza che egli ci ha lasciato: «Questa parola è sicura e degna di essere
da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi
il primo sono io. Ma appunto per questo io ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo
ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, affinché ‘fossi di
esempio a quelli che avrebbero creduto in Lui per avere la vita eterna’»”.
Il
Papa ha poi salutato con gioia i suoi “compagni di giornata nella vigna del Signore”,
ricordando in particolare i Salesiani e i fedeli della parrocchia di San Paolo. Poi
l’esortazione di Benedetto XVI ad impegnarsi per far conoscere ovunque Cristo agli
angolani e a non permettere loro di alimentarsi di false credenze:
“Hoje
cabe a vós, irmãos e irmãs, na senda destes heróicos e santos … Oggi
spetta a voi, fratelli e sorelle, sulla scia di quegli eroici e santi messaggeri di
Dio, offrire Cristo risorto ai vostri concittadini. Tanti di loro vivono nella paura
degli spiriti, dei poteri nefasti da cui si credono minacciati; disorientati, arrivano
al punto di condannare bambini della strada e anche i più anziani, perché – dicono
– sono stregoni”.
E a coloro che nutrono
perplessità e si convincono che è meglio lasciare in pace questi fratelli perché hanno
scelto di seguire la loro verità, optando per la soluzione della pacifica convivenza,
il Papa ha risposto dicendo:
“Mas, se estamos
convencidos e temos a experiência de que, sem Cristo, … Ma, se noi
siamo convinti e abbiamo fatto l’esperienza che, senza Cristo, la vita è incompleta,
le manca una realtà – anzi la realtà fondamentale –, dobbiamo essere convinti anche
del fatto che non facciamo ingiustizia a nessuno se gli presentiamo Cristo e gli diamo
la possibilità di trovare, in questo modo, anche la sua vera autenticità, la gioia
di avere trovato la vita. Anzi, dobbiamo farlo, è un obbligo nostro offrire a tutti
questa possibilità di raggiungere la vita eterna”.
La
mattinata si è conclusa con il trasferimento alla nunziatura apostolica. Nel pomeriggio
è previsto l’incontro con i giovani allo Stadio dos Coqueiros che si svolgerà sul
tema “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”.
La Chiesa di San Paolo - come
abbiamo detto - è retta dai Salesiani. Don Gino Favaro, vicario della visitatoria
salesiana in Angola, ci parla della presenza della Famiglia di Don Bosco in questa
terra. L'intervista è di Davide Dionisi:
R. – Siamo
più o meno 70 salesiani - metà in pratica sono già angolani - e cerchiamo di portare
avanti il nostro carisma, in questo continente fatto di grandissima e bella gioventù.
D.
– Fin da quando siete arrivati in Angola - io ricordo che nel 2006 avete celebrato
i 25 anni di presenza salesiana in Angola - avete puntato anche sulla collaborazione
con i laici. Ecco, a che punto è questo vostro progetto?
R.
– Continuiamo, da soli non si può far tutto. Quindi, il grande sforzo, sia a livello
di Chiesa che a livello di Congregazione, è dare forza ai laici perché si assumano
le proprie responsabilità. Una delle cose che sta crescendo sempre di più è anche
il volontariato laico missionario e il grande sogno è di fare sì che il volontariato
laico missionario sia anche angolano. Sono già stati fatti i primi passi e forse nel
prossimo anno avremo i primi missionari laici angolani, che vorranno dare una parte
della propria vita in qualche posto di evangelizzazione.
D.
– Il 22 marzo sarà anche l’occasione per il Papa di incontrare i movimenti cattolici
per la promozione della donna nella parrocchia di Sant’Antonio. Come giudica questo
evento?
R. – Lo vedo molto bene, perché la donna
ha una forza molto grande nella cultura africana, non solo come fattore di educazione,
ma anche come fattore sociale. In pratica, è la donna che porta avanti l’economia.
E’ veramente il motore dell’economia con il suo lavoro, con la sua dedizione. Nella
Chiesa ci sono molte associazioni a favore della promozione della donna, e sono molto
forti. In genere, le donne vogliono partecipare come gruppo, sentirsi unite, vivere
la propria fede in Gesù.
D. – Anche l’incontro con
i giovani sarà sicuramente un evento molto sentito...
R.
– I giovani sono la forza, la speranza del futuro dell’Africa, di questa nazione.
Dare un segno di speranza a questa gioventù, che non vede ancora futuro, è fondamentale.
E poi questa gioventù è aperta, è bombardata sì da tante proposte di vita, di ideali,
ma è molto aperta anche al senso religioso e al messaggio di Gesù Cristo. (Montaggio
a cura di Maria Brigini)