2009-03-21 13:10:35

La Messa a Luanda. Benedetto XVI: chi annuncia Cristo non manca di rispetto alle altre culture e credenze ma offre un messaggio di vita eterna. Liberare dalla paura degli "stregoni"


Prosegue il viaggio internazionale di Benedetto XVI in Africa: stamani il Papa ha presieduto la Messa nella Chiesa di San Paolo a Luanda, capitale dell'Angola. Nell'omelia ha ribadito la necessità dell'evangelizzazione: chi è convinto della sua fede per aver fatto l’esperienza che, senza Cristo, la vita è incompleta - ha detto - deve essere convinto anche del fatto di non mancare di rispetto a nessuno se annuncia il Vangelo. Benedetto XVI ha parlato anche delle paure di tante persone che arrivano a condannare i bambini di strada e i cosiddetti "stregoni". Il servizio del nostro inviato Davide Dionisi:RealAudioMP3
 
La seconda giornata angolana di Benedetto XVI si è aperta con la Messa con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i movimenti ecclesiali e i catechisti dell’Angola e di São Tomé, presieduta dal Santo Padre nella chiesa intitolata a San Paolo, patrono di Luanda. L’edificio – costruito dai Padri cappuccini nel 1935 e rilevato successivamente dai Salesiani nel 1982 – è stato recentemente ristrutturato proprio in previsione della visita del Papa. Si è trattato di un intervento di rifacimento che rientra in un ampio piano dell’arcidiocesi di Luanda che ha come scopo il miglioramento di diverse strutture ecclesiali. E proprio a San Paolo, Benedetto XVI ha dedicato la prima parte della sua omelia ricordando il bimellenario della nascita dell’Apostolo delle genti e il Giubileo paolino in corso:

 
“De Deus, rico em Misericórdia, fala-nos por experiência própria São Paulo …
Di questo Dio, ricco di Misericordia, ci parla per esperienza personale San Paolo… Ecco la testimonianza che egli ci ha lasciato: «Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo io ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, affinché ‘fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in Lui per avere la vita eterna’»”.

 
Il Papa ha poi salutato con gioia i suoi “compagni di giornata nella vigna del Signore”, ricordando in particolare i Salesiani e i fedeli della parrocchia di San Paolo. Poi l’esortazione di Benedetto XVI ad impegnarsi per far conoscere ovunque Cristo agli angolani e a non permettere loro di alimentarsi di false credenze:

 
“Hoje cabe a vós, irmãos e irmãs, na senda destes heróicos e santos …
Oggi spetta a voi, fratelli e sorelle, sulla scia di quegli eroici e santi messaggeri di Dio, offrire Cristo risorto ai vostri concittadini. Tanti di loro vivono nella paura degli spiriti, dei poteri nefasti da cui si credono minacciati; disorientati, arrivano al punto di condannare bambini della strada e anche i più anziani, perché – dicono – sono stregoni”.

 
E a coloro che nutrono perplessità e si convincono che è meglio lasciare in pace questi fratelli perché hanno scelto di seguire la loro verità, optando per la soluzione della pacifica convivenza, il Papa ha risposto dicendo:

 
“Mas, se estamos convencidos e temos a experiência de que, sem Cristo, …
Ma, se noi siamo convinti e abbiamo fatto l’esperienza che, senza Cristo, la vita è incompleta, le manca una realtà – anzi la realtà fondamentale –, dobbiamo essere convinti anche del fatto che non facciamo ingiustizia a nessuno se gli presentiamo Cristo e gli diamo la possibilità di trovare, in questo modo, anche la sua vera autenticità, la gioia di avere trovato la vita. Anzi, dobbiamo farlo, è un obbligo nostro offrire a tutti questa possibilità di raggiungere la vita eterna”.

 
La mattinata si è conclusa con il trasferimento alla nunziatura apostolica. Nel pomeriggio è previsto l’incontro con i giovani allo Stadio dos Coqueiros che si svolgerà sul tema “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”.

La Chiesa di San Paolo - come abbiamo detto - è retta dai Salesiani. Don Gino Favaro, vicario della visitatoria salesiana in Angola, ci parla della presenza della Famiglia di Don Bosco in questa terra. L'intervista è di Davide Dionisi:RealAudioMP3

R. – Siamo più o meno 70 salesiani - metà in pratica sono già angolani - e cerchiamo di portare avanti il nostro carisma, in questo continente fatto di grandissima e bella gioventù.

 
D. – Fin da quando siete arrivati in Angola - io ricordo che nel 2006 avete celebrato i 25 anni di presenza salesiana in Angola - avete puntato anche sulla collaborazione con i laici. Ecco, a che punto è questo vostro progetto?

 
R. – Continuiamo, da soli non si può far tutto. Quindi, il grande sforzo, sia a livello di Chiesa che a livello di Congregazione, è dare forza ai laici perché si assumano le proprie responsabilità. Una delle cose che sta crescendo sempre di più è anche il volontariato laico missionario e il grande sogno è di fare sì che il volontariato laico missionario sia anche angolano. Sono già stati fatti i primi passi e forse nel prossimo anno avremo i primi missionari laici angolani, che vorranno dare una parte della propria vita in qualche posto di evangelizzazione.

 
D. – Il 22 marzo sarà anche l’occasione per il Papa di incontrare i movimenti cattolici per la promozione della donna nella parrocchia di Sant’Antonio. Come giudica questo evento?

 
R. – Lo vedo molto bene, perché la donna ha una forza molto grande nella cultura africana, non solo come fattore di educazione, ma anche come fattore sociale. In pratica, è la donna che porta avanti l’economia. E’ veramente il motore dell’economia con il suo lavoro, con la sua dedizione. Nella Chiesa ci sono molte associazioni a favore della promozione della donna, e sono molto forti. In genere, le donne vogliono partecipare come gruppo, sentirsi unite, vivere la propria fede in Gesù.

 
D. – Anche l’incontro con i giovani sarà sicuramente un evento molto sentito...

 
R. – I giovani sono la forza, la speranza del futuro dell’Africa, di questa nazione. Dare un segno di speranza a questa gioventù, che non vede ancora futuro, è fondamentale. E poi questa gioventù è aperta, è bombardata sì da tante proposte di vita, di ideali, ma è molto aperta anche al senso religioso e al messaggio di Gesù Cristo. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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