Incontro con le autorità politiche a Luanda. Il Papa: lotta a corruzione e discriminazione
delle donne. L'aborto non è cura della salute materna
La promozione di un'autentica democrazia, la lotta alle ingiustizie e alle discriminazioni
contro le donna, lo sconcerto per chi inserisce l'aborto tra le cure della salute
materna, il rispetto degli impegni per gli aiuti allo sviluppo: sono stati i temi
affrontati dal Papa ieri pomeriggio a Luanda, in Angola, durante l'incontro con le
autorità politiche e civili e con il Corpo diplomatico. Poi l'incontro con i vescovi.
Il servizio del nostro inviato Davide Dionisi.
Numerosi gli
aspetti anche sociali affrontati da Benedetto XVI nella sua prima giornata in Angola.
Sui discorsi pronunciati dal Papa, ascoltiamo il commento del Direttore della Sala
Stampa, Padre Federico Lombardi, intervistato dal nostro inviato a Luanda,
Davide Dionisi:
Di seguito
il testo integrale del discorso alle autorità politiche:
Signor
Presidente della Repubblica, Distinte Autorità, Illustri Ambasciatori, Venerati
Fratelli nell’Episcopato, Signore e Signori, Con
gentile gesto di ospitalità, il Signor Presidente ha voluto accoglierci nella sua
residenza, offrendomi così la gioia di potere incontrare tutti voi, per salutarvi
e augurarvi i migliori successi nell’esercizio delle formidabili responsabilità che
ciascuno di voi porta su di sé nei settori governativo, civile e diplomatico, dove
serve la propria nazione a bene dell’intera famiglia umana. Signor Presidente, grazie
per la Sua accoglienza e per le parole appena rivoltemi, piene di stima verso la persona
del Successore di Pietro e di fiducia nell’attività della Chiesa cattolica a beneficio
di questa Nazione tanto amata. Amici miei, voi siete artefici e testimoni
di un’Angola che si sta risollevando. Dopo ventisette anni di guerra civile che ha
devastato questo Paese, la pace ha cominciato a mettere radici, portando con sé i
frutti della stabilità e della libertà. Gli sforzi palpabili del Governo per stabilire
le infrastrutture e rifare le istituzioni fondamentali per lo sviluppo e il benessere
della società hanno fatto rifiorire la speranza tra i cittadini della Nazione. A sostegno
di questa speranza sono intervenute diverse iniziative di agenzie multilaterali, decise
a trascendere interessi particolari per operare nella prospettiva del bene comune.
Non mancano in varie parti del Paese esempi di insegnanti, operatori sanitari e impiegati
statali che, con magri stipendi, servono con integrità e dedizione le loro comunità
umane; e vanno moltiplicandosi le persone impegnate in attività di volontariato al
servizio dei più bisognosi. Voglia Iddio benedire e moltiplicare tutte queste buone
volontà e le loro iniziative a servizio del bene! L’Angola
sa che è arrivato per l’Africa il tempo della speranza. Ogni comportamento
umano retto è speranza in azione. Le nostre azioni non sono mai indifferenti davanti
a Dio; e non lo sono neanche per lo sviluppo della storia. Amici miei, armati di un
cuore integro, magnanimo e compassionevole, voi potete trasformare questo
Continente, liberando il vostro popolo dal flagello dell’avidità, della violenza e
del disordine, guidandolo sul sentiero segnato dai principi indispensabili ad ogni
moderna civile democrazia: il rispetto e la promozione dei diritti umani, un governo
trasparente, una magistratura indipendente, una comunicazione sociale libera, un'onesta
amministrazione pubblica, una rete di scuole e di ospedali funzionanti in modo adeguato,
e la ferma determinazione, radicata nella conversione dei cuori, di stroncare una
volta per tutte la corruzione.Nel Messaggio di quest'anno
per la Giornata Mondiale della Pace ho voluto richiamare all’attenzione di tutti la
necessità di un approccio etico allo sviluppo. Infatti, più che semplici
programmi e protocolli, le persone di questo continente stanno giustamente chiedendo
una conversione profondamente convinta e durevole dei cuori alla fraternità (cfr
n. 13). La loro richiesta a quanti servono nella politica, nella amministrazione pubblica,
nelle agenzie internazionali e nelle compagnie multinazionali è soprattutto questa:
stateci accanto in modo veramente umano; accompagnate noi, le nostre famiglie, le
nostre comunità! Lo sviluppo economico e sociale in Africa richiede il
coordinamento del Governo nazionale con le iniziative regionali e con le decisioni
internazionali. Un simile coordinamento suppone che le nazioni africane siano viste
non solo come destinatarie dei piani e delle soluzioni elaborate da altri. Gli
stessi africani, lavorando insieme per il bene delle loro comunità, devono essere
gli agenti primari del loro sviluppo. A questo proposito, vi è un numero
crescente di efficaci iniziative che meritano di essere sostenute. Tra esse, la New
Partnership for Africa's Development (NEPAD), il Patto sulla sicurezza, la stabilità
e lo sviluppo nella Regione dei Grandi Laghi, il Kimberley Process, la Publish What
You Pay Coalition e l'Extractive Industries Transparency Iniziative: loro comune obiettivo
è promuovere la trasparenza, l'onesta pratica commerciale e il buon governo. Quanto
alla comunità internazionale nel suo insieme, è di urgente importanza il coordinamento
degli sforzi per affrontare la questione dei cambiamenti climatici, la piena e giusta
realizzazione degli impegni per lo sviluppo indicati dal Doha round e ugualmente la
realizzazione della promessa dei Paesi sviluppati molte volte ripetuta di destinare
lo 0,7 % del loro PIL (prodotto interno lordo) agli aiuti ufficiali per lo sviluppo.Questa assistenza è ancor più necessaria oggi con la tempesta finanziaria
mondiale in atto; l’auspicio è che essa non sia una in più delle sue vittime. Amici,
desidero concludere la mia riflessione confidandovi che la mia visita in Camerun e
in Angola va suscitando in me quella gioia umana profonda che si prova nel trovarsi
tra famiglie. Penso che tale esperienza possa essere il dono comune che l’Africa offre
a quanti provengono da altri continenti e giungono qui, dove "la famiglia è il fondamento
sul quale è costruito l'edificio sociale" (Ecclesia in Africa, 80). Eppure, come tutti
sappiamo, anche qui numerose pressioni si abbattono sulle famiglie: ansia
e umiliazione causate dalla povertà, disoccupazione, malattia, esilio, per menzionarne
solo alcune. Particolarmente sconvolgente è il giogo opprimente della discriminazione
sulle donne e ragazze, senza parlare della innominabile pratica della violenza e dello
sfruttamento sessuale che causa loro tante umiliazioni e traumi. Devo anche riferire
un'ulteriore area di grave preoccupazione: le politiche di coloro che, col miraggio
di far avanzare 1’«edificio sociale», minacciano le sue stesse fondamenta. Quanto
amara è l'ironia di coloro che promuovono l'aborto tra le cure della salute "materna"!
Quanto sconcertante la tesi di coloro secondo i quali la soppressione della vita sarebbe
una questione di salute riproduttiva (cfr Protocollo di Maputo, art. 14)! La
Chiesa, Signore e Signori, la troverete sempre – per volontà del suo divino Fondatore
– accanto ai più poveri di questo continente. Posso assicurarvi
che essa, attraverso iniziative diocesane e innumerevoli opere educative, sanitarie
e sociali dei diversi Ordini religiosi, programmi di sviluppo delle Caritas e di altre
organizzazioni, continuerà a fare tutto ciò che le è possibile per sostenere
le famiglie – comprese quelle colpite dai tragici effetti dell'AIDS – e per promuovere
l’uguale dignità di donne e uomini sulla base di un'armoniosa complementarità.Il cammino spirituale del cristiano è quello della quotidiana conversione;
a questo la Chiesa invita tutti i leaders dell’umanità, affinché essa possa seguire
i sentieri della verità, dell'integrità, del rispetto e della solidarietà. Signor
Presidente, desidero confermarLe la mia viva riconoscenza per l’accoglienza che ci
ha offerta nella Sua casa. Ringrazio ciascuno di voi per la gentilezza della presenza
e dell’attento ascolto. Contate sulle mie preghiere per voi e per le vostre famiglie
e per tutti gli abitanti di questa meravigliosa Africa! Il Dio del cielo vi sia propizio
e tutti benedica!