2009-03-21 11:09:52

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


Il Vangelo della quarta Domenica di Quaresima ci presenta il colloquio tra Gesù e Nicodèmo. Gesù afferma che “come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna … Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”. Poi aggiunge:

“Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie”.

Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:RealAudioMP3

Nicodemo, uno dei capi, un “maestro in Israele”, un fariseo, va a trovare Gesù di notte. Gesù parla con lui molto apertamente e, ad un certo punto della conversazione notturna, gli descrive la condizione dell’umanità paragonandola a quella in cui vennero a trovarsi gli israeliti quando una quantità di serpenti velenosi invase l’accampamento e una gran quantità di essi moriva a causa dei loro morsi. Gli uomini sono sottoposti ai morsi velenosi del maligno e questi morsi sono mortali. Il Figlio, spiega Gesù, è venuto per sollevare e liberare l’umanità da questo stato, perché chi si rivolge a Lui e crede in Lui “abbia la vita”.
 
Gesù spiega la sua venuta come dono d’amore del Padre “perché il mondo si salvi”. Quell’uomo, che non si volge a Lui per avere la vita, portando già in sé il veleno di morte, si autocondanna. L’accettazione dell’amore che è dato in Gesù Cristo è vita, il suo rifiuto ha come conseguenza la morte. “C’è un solo nome nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” (cf. At 4, 12).
 
Gesù spiega a Nicodemo anche il perché della stridente contraddizione di chi non accetta l’amore e si apre all’“odio” per la luce. Non si tratta inizialmente di un’avversione frontale, ma obliqua. “Gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce perché le loro opere erano malvagie”. “L’amore non è amato”, le opere malvagie, sì. Colmo dell’irrazionalità. Di qui l’odio per chi “viene alla luce”, di qui la scelta di morte, di qui gli amanti e gli adoratori della morte, la necrofilia contemporanea.
 
Gesù non è venuto per condannare, ma col Suo avvento è iniziato il giudizio.







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