2009-03-20 16:03:32

Prove di dialogo tra Usa e Iran


Una nuova stagione nei rapporti tra Stati Uniti ed Iran, superando le tensioni degli ultimi 30 anni e puntando sul dialogo. E’ quanto emerge dal messaggio video registrato dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ed indirizzato a Teheran. Positive le prime reazioni del presidente Ahmadinejad, che chiede a sua volta un radicale mutamento della politica statunitense in Medio Oriente. La Repubblica Islamica, però, non è disposta a rinunciare al suo programma nucleare; la posizione è stata espressa chiaramente dal ministro dell'Energia di Teheran, Parviz Fattah, il quale ha annunciato stamattina il completamento e l’attivazione della centrale di Bushehr entro un anno. Ribadite inoltre le finalità pacifiche del programma nucleare di Teheran. Ma si può davvero parlare di un nuovo capitolo dei rapporti tra Washington e Teheran? Salvatore Sabatino lo ha chiesto al collega iraniano Ahmad Rafat:RealAudioMP3

R. – Si può parlare di un tentativo di modificare i rapporti. Il messaggio del presidente Obama ha degli elementi di novità, chiede cioè ai dirigenti iraniani di rinunciare a sostenere i movimenti terroristici e chiede di contribuire nello stabilizzare la regione e, in questo contesto, di rivedere anche i rapporti con l’Iran. Dall’altra parte, un consigliere di Ahmadinejad, in nome del presidente iraniano, ha chiesto una modifica della politica mediorientale, soprattutto ha chiesto agli Stati Uniti di non sostenere più Israele e di rivedere la sua politica nei confronti della Repubblica islamica per riaprire il dialogo. Sono prove di dialogo, piuttosto che un vero dialogo.
 
D. – Il presidente degli Stati Uniti rivendica all’Iran un ruolo legittimo all’interno della comunità internazionale. C’è, però, sempre il problema dei rapporti con Israele, che poi è uno dei motivi del contendere con Washington...
 
R. – Sì, da parte americana c’è la richiesta di una revisione sul sostegno iraniano ad Hamas ed Hezbollah. Da parte dell’Iran si chiede la revisione nei rapporti tra Israele e Stati Uniti. E la carta mediorientale, un po’ la sicurezza, la stabilità del Medio Oriente, è forse l’ostacolo principale in questo momento nei rapporti tra Teheran e Washington.
 
D. – Un altro punto di forte tensione è stato - non solo negli ultimi mesi ma possiamo dire negli ultimi anni - il programma nucleare iraniano. Ora possiamo attenderci un atteggiamento più morbido da parte di Teheran?
 
R. – Su questo campo lo vedo molto difficile, piuttosto direi che è più possibile che gli Stati Uniti, e l’Occidente nel suo insieme, accettino il programma nucleare iraniano, piuttosto che l’Iran rinunci al nucleare. Io sono convinto che l’Iran non abbia alcuna intenzione di rinunciare ai suoi programmi nucleari, perché ormai è diventata una questione di orgoglio per la Repubblica islamica andare avanti con questo programma e continua ad andare avanti. L’Iran si aspetta ed è convinto, con una convinzione da parte dei dirigenti della Repubblica islamica, che l’Occidente abbia ormai accettato questi programmi, malgrado tutte le dichiarazioni rilasciate, contrarie allo sviluppo del sistema nucleare in Iran.







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