2009-03-20 16:10:16

L'arcivescovo di Accra: l'Africa sempre più protagonista del suo destino


Per un bilancio sulla tappa camerunense del viaggio del Papa nel continente africano ed una riflessione sul prossimo Sinodo per l’Africa, Giancarlo La Vella ha intervistato l’arcivescovo ghanese di Accra, Gabriel Charles Palmer-Buckle:RealAudioMP3

R. - La sua visita è stata una visita molto incoraggiante. Come lui stesso un paio di volte aveva detto, l’Africa è la speranza della Chiesa e abbiamo veramente sentito questo calore di un padre che viene a incoraggiare i suoi figli a fare quello che possono fare e a farlo bene.

 
D. - L’Africa – è l’auspicio del Papa – deve mettersi in moto per risolvere certe emergenze. C’è una volontà comune sia a livello ecclesiale che di società?

 
R. - Dal 1994, dal primo sinodo sull’Africa, si è visto subito che l’Africa ormai doveva prendere nelle mani il proprio destino e parlando di Chiesa come famiglia di Dio abbiamo già cominciato a livello pastorale, a livello teologico, nell’indagine sociale, a vedere quello che si può fare. E’ importante, credo che questo secondo Sinodo ci dia veramente la spinta alla maturazione come Chiesa. Come continente direi che già ci sono stati dei passi molto validi, per esempio il NEPAD, the New Partnership for Africa's Development, dove i presidenti dell’Africa vengono a parlare dei propri problemi e a vedere come risolvere questi problemi con le proprie risorse e le proprie forze. L’Africa non vuole isolarsi ma vuole prendere in mano anche il proprio destino. Anche per quanto riguarda la democratizzazione, da vent’anni in qua, ci sono oltre 50 nazioni africane di cui solo 12 hanno dei problemi, crisi politche, conflitti: circa 40 Paesi si stanno avviando gradualmente verso una democratizzazione ancora più matura. Allora obbiamo essere contenti che l’Africa stia prendendo in mano il proprio destino, certamente con l’aiuto positivo della comunità internazionale.







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