Il cardinale Vallini domenica dedicherà a Santa Edith Stein una nuova chiesa a
Roma
Alla periferia est di Roma nasce la nuova chiesa dedicata a Edith Stein. Il vicario
del Papa, cardinale Agostino Vallini, dedicherà il tempio alla Santa copatrona d’Europa
domenica prossima alle ore 10.00. Sale quindi l’attesa nella comunità di fedeli della
zona dei Due Leoni, tra Tor Bella Monaca e la Borghesiana, che da oltre 10 anni,precisamente dal 1998 – anno di erezione della parrocchia – aspetta questa nuova
struttura. Anche l’architettura, progetto dall’architetto Roberto Panella, è ispirata
alla vita di Santa Edith Stein, nata ebrea nella polacca Breslavia e convertitasi
al cristianesimo a 31 anni per entrare poi nel Carmelo. Il soffitto in legno a forma
di stella – che si proietta anche sul pavimento – è l’omaggio alle sue origini ebraiche.
Realizzate da Albano Poli sono invece le vetrate, tra cui quelle del presbiterio,
dedicate alla santa polacca, a Santa Brigida di Svezia e a Santa Caterina da Siena
e portate a termine, riferisce il parroco don Stefano Ranfi, grazie a una donazione
del cardinale Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia, e della abbadessa generale
delle Brigidine madre Tekla Famiglietti. Oltre alla chiesa grande, da 300 posti, la
cappella feriale, 10 sale per il catechismo, un salone polifunzionale che fungerà
da teatro, gli uffici e la canonica. In più, è stato edificato un grande seminterrato
che una volta rifinito, sarà adibito a oratorio parrocchiale. Ad arricchire quest’ultimo
i grandi spazi a cielo aperto dove sorgeranno i campi da gioco: uno da calcetto e
l’altro polivalente. Questi spazi forniranno nuove possibilità di aggregazione per
un quartiere in rapida espansione passato in poco tempo da 7mila a 10mila abitanti
e destinato a crescere ancora, visti i 2mila appartamenti in fase di costruzione.
“Anche per questo – afferma il vescovo Ernesto Mandara, direttore dell’Ufficio per
l’edilizia di culto della diocesi di Roma – nella realizzazione di questo bel progetto,
lungo e laborioso, abbiamo puntato su un complesso che avesse nella funzionalità e
nell’accoglienza i suoi punti di forza”. (M.G.)