“Don Andrea Santoro. Ponte di dialogo con il Medio Oriente e la Turchia”, è questo
il titolo del convegno che si è tenuto all’Università Lateranse di Roma, a tre anni
dalla omicidio del sacerdote ucciso a Trebisonda, in Turchia. “Un uomo dell’incontro
al tempo dello scontro”, così e stato ricordato dal fondatore della Comunità di Sant’Egidio,
Andrea Riccardi. Nell'intervento citato da Avvenire, Riccardi ha poi evidenziato la
capacità di don Santoro di impegnarsi nella sua città, mantenendo una finestra aperta
sul mondo. “Animato dalla volontà di condividere senza rinunciare alla propria identità,
don Andrea è diventato ponte fra due mondi e testimone di un amore che porta a servire
senza essere serviti”, così è stato invece ricordato da mons. Vincenzo Paglia, presidente
della Commissione episcopale per l’ecumenismo, secondo il quale la morte del sacerdote
rappresenta il cuore della sua testimonianza. Il 5 febbraio del 2006 uno dei proiettili
sparati dall'assassino trafisse anche la Bibbia che aveva nelle mani. Un’immagine
che secondo mons. Paglia ricorda che il martirio non è una condizione straordinaria
del cristiano, ma ordinaria. Infine Ilaria Morali, docente dell’Università Gregoriana,
si è soffermata sul senso del dialogo interreligioso, che “nella propria identità
trova la ragione stessa della passione per il confronto”. (M.G.)