Benedetto XVI ai membri del Sinodo per l’Africa: radicati nell’amore misericordioso
di Dio, costruite un’Africa più giusta e pacifica
La Chiesa dell’Africa è sempre più impegnata in favore della riconciliazione, della
giustizia e della pace: è quanto sottolineato, ieri sera, da Benedetto XVI nell’incontro
con i membri del Consiglio speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, avvenuto
alla nunziatura apostolica di Yaoundé. Il Papa ha sottolineato che tutta la Chiesa
guarda con speranza a questa assise sinodale ed ha ribadito che la situazione di oppressione
che affligge tanti popoli africani non è irreversibile. L’indirizzo d’omaggio al Pontefice
è stato rivolto dal segretario generale del Sinodo dei Vescovi, mons. Nikola Eterović.
Il servizio di Alessandro Gisotti: “Per
adempiere bene la propria missione, la Chiesa dev’essere una comunità di persone riconciliate
con Dio e tra di loro”: è l’esortazione di Benedetto XVI ai vescovi africani che in
ottobre si riuniranno in Vaticano per l’assemblea sinodale. Solo se riconciliati,
ha aggiunto, i fedeli potranno “annunciare la Buona Novella della riconciliazione
alla società attuale, che conosce purtroppo in molti luoghi conflitti, violenze, guerre
e odio”: Your continent, sadly, has not been spared, and
it has… “Il vostro continente – ha rammentato – non ne è stato risparmiato
ed è stato ed è ancora triste teatro di gravi tragedie, che fanno appello ad una vera
riconciliazione tra i popoli, le etnie, gli uomini”. Per noi cristiani, è stata la
sua riflessione, “questa riconciliazione si radica nell’amore misericordioso di Dio
Padre e si realizza mediante la persona di Gesù Cristo che, nello Spirito Santo, ha
offerto a tutti la grazia della riconciliazione. Le conseguenze si manifesteranno
allora con la giustizia e la pace, indispensabili per costruire un mondo migliore”.
Ed ha sottolineato che “nel contesto sociopolitico ed economico attuale del continente
africano” non c’è nulla “di più drammatico della lotta spesso cruenta tra gruppi etnici
o popoli fratelli”. L’Africa, ha detto ancora, è “assetata di riconciliazione e alla
ricerca della giustizia e della pace”: The local or regional
wars, massacres and genocides… “I conflitti locali o regionali, i massacri
e i genocidi che si sviluppano nel Continente – ha affermato Benedetto XVI – devono
interpellarci in modo tutto particolare: se è vero che in Gesù Cristo noi apparteniamo
alla stessa famiglia e condividiamo la stessa vita, poiché nelle nostre vene circola
lo stesso Sangue di Cristo, che fa di noi figli di Dio, membri della Famiglia di Dio,
non dovrebbero dunque più esserci odio, ingiustizie, guerre tra fratelli”. Il primo
dovere della giustizia, ha detto riecheggiando le parole del cardinale Gantin, “è
riconoscere l’uomo come fratello”. Quindi, ha ribadito che la Chiesa-Famiglia di Dio
che è in Africa, “ha realizzato un’opzione preferenziale per i poveri”: In
this way she showed that the situation of dehumanization… “Essa – ha
spiegato - manifesta così che la situazione di disumanizzazione e di oppressione che
affligge i popoli africani non è irreversibile; al contrario, essa pone ciascuno di
fronte ad una sfida, quella della conversione, della santità e dell’integrità”. Il
Papa ha quindi rivolto il pensiero al recente Sinodo sulla Parola di Dio. E a partire
da questa Parola, è stata la sua esortazione, “che bisogna valorizzare le tradizioni
africane, correggere e perfezionare la loro concezione della vita, dell’uomo e della
famiglia”. “E’ urgente – ha avvertito – che le comunità cristiane diventino sempre
più luoghi di ascolto profondo della Parola di Dio e di lettura meditativa della Sacra
Scrittura”. Al tempo stesso, il Pontefice ha evidenziato che l’Eucaristia “è sorgente
di unità riconciliata nella pace”. “La Parola e il Pane di vita – ha proseguito –
offrono luce e nutrimento, come antidoto e viatico nella fedeltà al Maestro e Pastore
delle nostre anime, perché la Chiesa in Africa realizzi il servizio della riconciliazione,
della giustizia e della pace”. E qui ha levato una vibrante esortazione: Aucune
différence ethnique ou culturelle, de race, de sexe ou de religion…“Nessuna
differenza etnica o culturale, di razza, di sesso o di religione – ha detto – deve
divenire tra voi motivo di contesa. Voi siete tutti figli dell’unico Dio, nostro Padre,
che è nei cieli. Con questa convinzione sarà finalmente possibile costruire un’Africa
più giusta e pacifica, all’altezza delle legittime attese di tutti i suoi figli”.
Nel suo articolato intervento, il Papa non ha mancato di ricordare il grande dinamismo
della Chiesa in Africa, auspicando che la “crescita non sia soltanto quantitativa
ma anche qualitativa”. Un continente, quello africano, ha sottolineato, che è stato
santificato dallo stesso Gesù Cristo. L’Africa, ha costatato, “ha offerto al Figlio
di Dio una terra che lo ha nutrito e una protezione efficace": Depuis
lors, la semence de sa présence est enfouie dans les profondeurs… Da
allora, ha affermato, il seme della sua presenza è radicato “nelle profondità del
cuore di questo amato continente ed esso germoglia a poco a poco al di là e attraverso
le vicissitudini della storia umana”. Ed ha ringraziato l’impegno instancabile di
catechisti e missionari, che si sono impegnati nell’evangelizzazione dell’Africa.
“Con naturalezza – ha detto – hanno operato un’efficace inculturazione che ha portato
meravigliosi frutti”. Né ha dimenticato i numerosi Santi che hanno benedetto la terra
africana da Comboni all’umile Bakhita. Un pensiero è infine andato ai teologi africani.
Benedetto XVI ha auspicato che questo secolo veda la rinascita, sotto una forma nuova,
della prestigiosa scuola di Alessandria che possa fornire dei grandi teologi e maestri
spirituali che contribuiscano a santificare gli abitanti dell’Africa e della Chiesa
intera.