2009-03-20 15:06:36

Benedetto XVI ai membri del Sinodo per l’Africa: radicati nell’amore misericordioso di Dio, costruite un’Africa più giusta e pacifica


La Chiesa dell’Africa è sempre più impegnata in favore della riconciliazione, della giustizia e della pace: è quanto sottolineato, ieri sera, da Benedetto XVI nell’incontro con i membri del Consiglio speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, avvenuto alla nunziatura apostolica di Yaoundé. Il Papa ha sottolineato che tutta la Chiesa guarda con speranza a questa assise sinodale ed ha ribadito che la situazione di oppressione che affligge tanti popoli africani non è irreversibile. L’indirizzo d’omaggio al Pontefice è stato rivolto dal segretario generale del Sinodo dei Vescovi, mons. Nikola Eterović. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3  
“Per adempiere bene la propria missione, la Chiesa dev’essere una comunità di persone riconciliate con Dio e tra di loro”: è l’esortazione di Benedetto XVI ai vescovi africani che in ottobre si riuniranno in Vaticano per l’assemblea sinodale. Solo se riconciliati, ha aggiunto, i fedeli potranno “annunciare la Buona Novella della riconciliazione alla società attuale, che conosce purtroppo in molti luoghi conflitti, violenze, guerre e odio”:
 
Your continent, sadly, has not been spared, and it has…
“Il vostro continente – ha rammentato – non ne è stato risparmiato ed è stato ed è ancora triste teatro di gravi tragedie, che fanno appello ad una vera riconciliazione tra i popoli, le etnie, gli uomini”. Per noi cristiani, è stata la sua riflessione, “questa riconciliazione si radica nell’amore misericordioso di Dio Padre e si realizza mediante la persona di Gesù Cristo che, nello Spirito Santo, ha offerto a tutti la grazia della riconciliazione. Le conseguenze si manifesteranno allora con la giustizia e la pace, indispensabili per costruire un mondo migliore”. Ed ha sottolineato che “nel contesto sociopolitico ed economico attuale del continente africano” non c’è nulla “di più drammatico della lotta spesso cruenta tra gruppi etnici o popoli fratelli”. L’Africa, ha detto ancora, è “assetata di riconciliazione e alla ricerca della giustizia e della pace”:
 
The local or regional wars, massacres and genocides…
“I conflitti locali o regionali, i massacri e i genocidi che si sviluppano nel Continente – ha affermato Benedetto XVI – devono interpellarci in modo tutto particolare: se è vero che in Gesù Cristo noi apparteniamo alla stessa famiglia e condividiamo la stessa vita, poiché nelle nostre vene circola lo stesso Sangue di Cristo, che fa di noi figli di Dio, membri della Famiglia di Dio, non dovrebbero dunque più esserci odio, ingiustizie, guerre tra fratelli”. Il primo dovere della giustizia, ha detto riecheggiando le parole del cardinale Gantin, “è riconoscere l’uomo come fratello”. Quindi, ha ribadito che la Chiesa-Famiglia di Dio che è in Africa, “ha realizzato un’opzione preferenziale per i poveri”:
 
In this way she showed that the situation of dehumanization…
“Essa – ha spiegato - manifesta così che la situazione di disumanizzazione e di oppressione che affligge i popoli africani non è irreversibile; al contrario, essa pone ciascuno di fronte ad una sfida, quella della conversione, della santità e dell’integrità”. Il Papa ha quindi rivolto il pensiero al recente Sinodo sulla Parola di Dio. E a partire da questa Parola, è stata la sua esortazione, “che bisogna valorizzare le tradizioni africane, correggere e perfezionare la loro concezione della vita, dell’uomo e della famiglia”. “E’ urgente – ha avvertito – che le comunità cristiane diventino sempre più luoghi di ascolto profondo della Parola di Dio e di lettura meditativa della Sacra Scrittura”. Al tempo stesso, il Pontefice ha evidenziato che l’Eucaristia “è sorgente di unità riconciliata nella pace”. “La Parola e il Pane di vita – ha proseguito – offrono luce e nutrimento, come antidoto e viatico nella fedeltà al Maestro e Pastore delle nostre anime, perché la Chiesa in Africa realizzi il servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace”. E qui ha levato una vibrante esortazione:
 Aucune différence ethnique ou culturelle, de race, de sexe ou de religion…“Nessuna differenza etnica o culturale, di razza, di sesso o di religione – ha detto – deve divenire tra voi motivo di contesa. Voi siete tutti figli dell’unico Dio, nostro Padre, che è nei cieli. Con questa convinzione sarà finalmente possibile costruire un’Africa più giusta e pacifica, all’altezza delle legittime attese di tutti i suoi figli”. Nel suo articolato intervento, il Papa non ha mancato di ricordare il grande dinamismo della Chiesa in Africa, auspicando che la “crescita non sia soltanto quantitativa ma anche qualitativa”. Un continente, quello africano, ha sottolineato, che è stato santificato dallo stesso Gesù Cristo. L’Africa, ha costatato, “ha offerto al Figlio di Dio una terra che lo ha nutrito e una protezione efficace":
 
Depuis lors, la semence de sa présence est enfouie dans les profondeurs…
Da allora, ha affermato, il seme della sua presenza è radicato “nelle profondità del cuore di questo amato continente ed esso germoglia a poco a poco al di là e attraverso le vicissitudini della storia umana”. Ed ha ringraziato l’impegno instancabile di catechisti e missionari, che si sono impegnati nell’evangelizzazione dell’Africa. “Con naturalezza – ha detto – hanno operato un’efficace inculturazione che ha portato meravigliosi frutti”. Né ha dimenticato i numerosi Santi che hanno benedetto la terra africana da Comboni all’umile Bakhita. Un pensiero è infine andato ai teologi africani. Benedetto XVI ha auspicato che questo secolo veda la rinascita, sotto una forma nuova, della prestigiosa scuola di Alessandria che possa fornire dei grandi teologi e maestri spirituali che contribuiscano a santificare gli abitanti dell’Africa e della Chiesa intera.







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