L'Angola attende Benedetto XVI. Intervista con l'arcivescovo di Luanda
C’è grande attesa in Angola per la visita di Benedetto XVI, che domani arriverà nella
capitale Luanda. Ad accogliere il Santo Padre saranno il presidente della Repubblica,
José Eduardo Dos Santos, e l’arcivescovo della città, mons. Damião António Franklin,
presidente della Conferenza episcopale dell’Angola. Il servizio da Luanda del nostro
inviato, Davide Dionisi:
Vessilli
bianchi e gialli con l’immagine del Papa accolgono i pellegrini che stanno raggiungendo
in questi giorni da tutto il Paese la capitale per abbracciare Benedetto XVI. E’ uno
scenario ricco di colori che contrasta con quanto invece accade in città. Un vero
e proprio cantiere a cielo aperto, strade non ancora asfaltate e polverose ai bordi
delle quali si vive di stenti. Ovunque il traffico è paralizzato e impedisce anche
brevi spostamenti. Anni di guerra hanno segnato questo popolo generoso e tanto entusiasta
di incontrare il suo Pastore, e i frutti di un cammino di ripresa iniziato da poco,
ancora non sono visibili. Serpeggia comunque una grande voglia di riscatto che gli
angolani vogliono manifestare al Papa e assicurare che il circuito virtuoso è comunque
iniziato e la sua presenza sarà un ulteriore motivo di speranza. Dal 1975 al 2002
la cruenta guerra civile costò alla giovane nazione almeno cinquecentomila morti senza
contare la tragedia dei mutilati, degli orfani, le vedove, i profughi e gli sfollati.
Il lungo periodo bellico non ha comunque frenato l’attività della Chiesa locale, tanto
che oggi si contano oltre otto milioni e mezzo, il 55 per cento della popolazione,
distribuiti in 18 circoscrizioni ecclesiastiche.
Giornali
e televisioni hanno cominciato a raccontare l’evento da giorni: il quotidiano più
importante del Paese, Jornal de Angola, dedicava fin da ieri la prima pagina al Santo
Padre con la cronaca dell’arrivo in Camerun. Lo stesso fanno i tg che propongono continuamente
le testimonianze dei pellegrini. Nel frattempo la macchina procede a ritmi serrati.
Hanno raggiunto la capitale i delegati diocesani che prenderanno parte agli eventi
più importanti e vivranno in prima persona questa straordinaria esperienza. Benguela,
Caxito, Saurimo e Lunda-Norte, sono già da ieri a Luanda. “L’obiettivo” secondo Manuel
Modesto del Segretariato nazionale della pastorale giovanile “è quello di promuovere
un messaggio chiaro, quello che dell’importanza del Papa nella Chiesa, inteso come
leader di tutti i cattolici ed elemento cardine dell’unità dei cristiani”.
La
seconda città dell’Angola, Huambo, attraverso il suo governatore provinciale Albino
Malungo, ha espresso preventivamente tutto il suo entusiasmo per l’arrivo del Pontefice.
Nel messaggio di benvenuto si legge che “La visita del Papa andrà a purificare il
Paese”.
Con Malungo anche i rappresentanti istituzionali
più alti si rincorrono nel commentare positivamente il viaggio del Papa. Ieri il capo
dell’opposizione in parlamento, Alda Sachiambo, ha dichiarato che la visita di Benedetto
XVI “è estremamente importante per gli angolani. Dopo una lunga guerra, oggi viviamo
in un clima di riconciliazione, di pace e di ricostruzione. Si tratta di un processo
storico” ha aggiunto la Sachiambo “che deve ispirarsi ai principi morali e in questo
la Chiesa è chiamata a svolgere un ruolo importante. Aggiungo che l’angolano è credente
e la presenza del Santo Padre va a sottolineare questo autentico sentimento religioso
del nostro popolo”.
Si moltiplicano intanto le iniziative
per la raccolta dei fondi per non lasciare nulla al caso e presentare un Paese capace
di organizzare anche grandi appuntamenti. La seconda cena di gala al Cine Tropical
di Luanda, promossa dal Comitato presieduto da Don Filomeno Vieira Dias ha portato
nelle casse dell’organizzazione ben 150 mila dollari. Serviranno a potenziare e a
migliorare il servizio accoglienza. Ieri sera è stata la volta del concerto che ha
visto la partecipazione di alcuni dei più noti musicisti del Paese. L’Angola allora
è anche questa e tutto induce pensare, a giudicare dai presupposti della vigilia,
che la presenza del Papa aiuterà a sottolineare proprio tali sentimenti di fede e
di speranza di un popolo ancora troppo sofferente.
Sull'attesa
del Papa ascoltiamo l’arcivescovo di Luanda, mons. Damião António Franklin,al microfono di Davide Dionisi:
R. – Anche
quelli che non sono cattolici sono contenti di ricevere il Santo Padre. E’ una grazia,
un privilegio, soprattutto in questi tempi. L’Angola ha sofferto molto e troppo con
la guerra, con i conflitti. Adesso sta ricominciando una vita nuova di riconciliazione,
di ricostruzione, non soltanto delle infrastrutture, ma anche del cuore. Quindi, ricevere
il Santo Padre per tutti noi è una grande grazia e tutti aspettano con molto fervore
e con molta attenzione. E noi cattolici vogliamo preparare il cuore, per ricevere
bene il messaggio del Santo Padre.
D. – A pochi anni
dalla fine della guerra, che significato assume la visita di Benedetto XVI in Angola?
R.
– Viene a completare questo processo di riconciliazione, che impiega tempo, perché
i cuori sono feriti da molti anni. Tra l’altro, non è facile vivere come fratelli,
ma stiamo cercando di farlo. E la visita del Papa viene ad aiutare in questo senso.
D.
– Eccellenza, qual è il messaggio che l’arcidiocesi di Luanda lancerà al Santo Padre,
in occasione dell’incontro?
R. – Di ringraziamento
e di comunione con il Santo Padre, con la Chiesa universale di cui noi siamo una porzione.
Quindi, siamo contenti, ed io spero che anche tutti i fedeli possano essere consapevoli
di questa grazia di Dio.