La Chiesa celebra la Solennità di San Giuseppe sposo della Beata Vergine Maria
e Patrono della Chiesa universale
La Chiesa celebra oggi la Solennità di San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria
e Patrono della Chiesa universale. Figura sulla quale poco riferiscono i Vangeli,
offre tuttavia una grande testimonianza di vita cristiana. Accettando il mistero dell’Incarnazione,
Giuseppe emerge come uomo di fede, premuroso nei riguardi della sposa e del Figlio,
coraggioso nelle difficoltà, umile ed infaticabile lavoratore. Su di lui si sbizzarriscono
gli apocrifi, mai accettati dalla Chiesa perché frutto di fantasie popolari volte
a legare eventi prodigiosi alla vita di quel discendente di Davide chiamato a condividere
il sì di Maria. Al microfono di Tiziana Campisi, padre Angelo Catapano,
giuseppino, direttore del Centro Studi San Giuseppe di Roma, suggerisce come guardare
a San Giuseppe secondo la Tradizione della Chiesa cattolica:
R. – E’ il
modello di tutti gli educatori, di coloro che sono vicini ai ragazzi, ai giovani di
oggi. E’ il santo giusto, il modello del giusto, potremmo dire così, riprendendo la
definizione del Vangelo di Matteo. E’ colui che insegna la vera giustizia, che è l’impegno
a fare quello che Dio vuole. E’ il santo inserito al centro del mistero dell’Incarnazione
proprio per questa sua disponibilità a fare quello che Dio gli domanda addirittura
nei suoi sogni e che gli sconvolge tutta la vita. D. – In particolare
la figura di Giuseppe richiama quella del genitore, la figura paterna. Che cosa suggerisce
oggi ai padri? D. – Veramente tanto. Oggi noi soffriamo degli
attacchi alla famiglia e soprattutto alla paternità, anche quando si parla di coppie
di fatto, di fecondazione artificiale, ed emerge questa assenza del padre e del senso
dell’autorità, del rispetto, dell’obbedienza, dell’ascolto di una generazione verso
l’altra. R. – Come recuperare dalla Tradizione la devozione
a San Giuseppe? D. - E’ importante per tutta la Chiesa riconoscere
in lui quel titolo di Patrono della Chiesa universale e sentirci, in qualche modo,
una famiglia legata nel soprannaturale dalla fede e in cui vogliamo vedere, nell’amore
vicendevole, il riflesso della Santa Famiglia costituita da Gesù, Maria e Giuseppe.
Oggi ogni cristiano, ogni credente, dovrebbe sentirsi figlio di Giuseppe e figlio
di Maria, e sentire tutti e due accanto a noi come compagni di viaggio nel mondo di
oggi. Vogliamo custodire Cristo in noi, vogliamo difendere Gesù nel mondo, anche davanti
alla scristianizzazione odierna, e abbiamo proprio bisogno di un modello come Giuseppe.