2009-03-18 15:56:38

Madagascar: la Corte Costituzionale riconosce Rajoelina come nuovo presidente


La Corte costituzionale del Madagascar ha legittimato l’insediamento di Rajoelina alla presidenza del Paese, dopo la destituzione di Ravalomanana. Il nuovo capo dello Stato, che giurerà sabato prossimo, ha ribadito ieri davanti ad alcune migliaia di persone riunite nel centro di Antananarivo, che la sua priorità sarà la lotta alla povertà. Ravalomanana si è dimesso dopo settimane di manifestazioni di proteste, costate la vita ad almeno 135 persone Ma ora Rajoelinà terrà davvero saldo il potere nelle sue mani? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Massimo Alberizzi, inviato in Africa del Corriere della Sera: RealAudioMP3

R. – Rajoelina deve ancora fare i conti con una parte di sostenitori di Ravalomanana, che in questi anni hanno avuto molti vantaggi dal boom economico che c’è stato nel Paese dagli investimenti stranieri, quindi, non è così facile. Sembra che dietro Rajoelina ci sia il vecchio leader Didier Ratsiraka, il vecchio dittatore che fu sconfitto alle elezioni all’inizio del 2000, ed i suoi sostenitori che sono rimasti all’asciutto in questo periodo e, quindi, vogliono riprendere le redini del Paese. A questo punto rischia di esserci uno scontro politico economico. I militari, solitamente, in Madagascar rimangono fuori, anche se questa volta si sono schierati decisamente con Rajoelina.

 
D. – Chi è davvero Rajoelina, possiamo tracciare un suo profilo?

 
R. – Lui viene da una famiglia agiata, a differenza di Ravalomanana che è miliardario ma viene dal niente: vendeva latte e gelati per strada con la bicicletta e possiamo dire che è un uomo che si è fatto da solo. Rajoelina arriva, invece, da una famiglia agiata: il padre e il nonno erano generali e c’è, quindi, una differenza enorme tra i due.

 
D. - Quali sono, a questo punto, le reazioni che possiamo attenderci da parte della Comunità internazionale?

 
R. – L’Unione Africana si trova, come al solito, di fronte a un gran dilemma. Questo signore ha preso il potere al di là e al di fuori della procedura costituzionale, ma l’altro non conta niente, non ha nessun supporto popolare e, quindi, è Rajoelina quello che alla fine viene riconosciuto. Questo è anche il dilemma dell’Unione Europea, ma l’Unione Africana ovviamente vive la situazione con peggior impatto perché in Africa accadono cose del genere in continuazione: c’è stato il colpo di Stato in Guinea Equatoriale, in Sudan c’è Bashir, con il mandato di arresto internazionale. Sono tutti problemi che coinvolgono l’Unione Africana pesantemente e dimostrano che questa organizzazione in realtà ha poco potere.

 
D. - C’era stata però anche una condanna da parte dell’Unione Europea…

 
R. – Sì, però l’Unione Europea è abbastanza divisa. Bruxelles può condannare, ma ha un’influenza solo politica, mentre l’Unione Africana dovrebbe avere anche gli strumenti per bloccare queste situazioni ed è, quindi, più coinvolta.







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