Il commento di padre Lombardi al viaggio del Papa in Africa
Sul primo contatto del Papa con l’Africa, al suo arrivo ieri in Camerun, ascoltiamo
il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi, al microfono
del nostro inviato Giancarlo La Vella:
R.
– Mi sembra un contatto meraviglioso, soprattutto l’accoglienza che si è avuta nella
città: il lungo trasferimento di alcune decine di chilometri, dall’aeroporto fino
alla nunziatura, è stato segnato da un grande entusiasmo, una calorosa accoglienza
… Anche i monsignori della nunziatura con cui mi trovavo mentre viaggiavamo mi dicevano
che loro stessi non si aspettavano un’accoglienza di questo genere. C’era veramente
tantissima gente, soprattutto poi nel centro della città, e poi con le espressioni
di affetto e di gioia tipicamente africane: canti, gesti, sorrisi, movimenti di danza
… Ecco, veramente, meglio di così mi pare che sarebbe stato difficile accogliere il
Santo Padre e certamente lui si è sentito molto bene accolto. Del resto, anche il
discorso che egli ha fatto all’aeroporto a me è sembrato subito un discorso molto
significativo, molto importante. Bisogna pensare che durante la visita in Camerun
ci saranno soprattutto momenti ecclesiali; quindi questo discorso è stato un discorso
alla Nazione – in generale – con l’invito alla pace, l’invito alla riconciliazione
e la lode per gli aspetti positivi della cultura di pace e di convivenza tra le diverse
etnie che c’è nel Camerun e anche un forte invito al mondo intero ad aiutare l’Africa
a crescere sulla via della pace, della giustizia e della riconciliazione che è appunto
il tema del Sinodo africano. Interessante è anche l’accenno, molto forte, alla cura
dei malati di Aids, alla cura gratuita per i malati di Aids. Ecco, quindi, un discorso
del Papa che già entra proprio nel cuore dei problemi dell’Africa anche se in un modo
piuttosto conciso. E anche tutta l’accoglienza da parte del presidente e delle altre
autorità mi è sembrata molto positiva. Insomma, un avvio di viaggio, qui in Camerun,
estremamente sereno, estremamente costruttivo che lascia ben sperare per quello che
ci si attende e che si desidera da questo viaggio in Africa.
D.
– Intanto si continua a parlare di quanto detto dal Papa in aereo sull’Aids...
R.
– Naturalmente in una risposta brevissima si possono dire poche cose, però i punti
essenziali erano molto chiari. Anzitutto c’è la formazione che la Chiesa dà nel campo
della responsabilità e della responsabilità anche nell’uso della sessualità, nel quadro
della famiglia, del matrimonio, della visione della persona umana e della famiglia
e del matrimonio che la Chiesa ha. Quindi, responsabilità anzitutto. Poi, l’impegno
anche per le cure mediche. In questo il Papa ha fatto l’esempio del progetto “Dream”
della Comunità di Sant’Egidio, di cui tra l’altro ha incontrato questa mattina proprio
un bel gruppo di rappresentanti del Centro di formazione di questo progetto, che si
trova qui in Camerun. C’erano 67 giovani africani che si stanno formando per essere
operatori di questo progetto che è già lanciato e attivo in dieci Paesi africani,
con 100 mila malati in cura e un milione sotto osservazione. Quindi, le cure, che
sono per fortuna, oggi, piuttosto efficaci, anzi molto efficaci, sono messe in pratica
pienamente: si parla del 97 per cento di efficacia. E il Papa – come dicevo - ha chiesto
ieri, durante il discorso all’aeroporto, anche la gratuità di queste cure. Poi, il
terzo punto, è quello della vicinanza a chi soffre, e in questo la Chiesa ha una grandissima
tradizione con tutta la sua presenza nel mondo della sofferenza. E quando il Papa
andrà a visitare anche il Centro Leger, domani, dovrà testimoniare questa attenzione
della Chiesa a chi soffre. Ecco, quindi, responsabilità, impegno per le cure sanitarie
e vicinanza a chi soffre. Pensare che i problemi si risolvano puntando tutto o mettendo
l’attenzione quasi esclusivamente sull’uso dei preservativi è un’illusione, perché
non va nel senso della responsabilità e della crescita della persona nella sua completezza,
ma anzi può essere anche una componente di non aiuto a far crescere nella responsabilità.
In questo senso, i punti positivi su cui la Chiesa si impegna sono altri.