2009-03-17 15:06:12

Madagascar: Ravalomanana si arrende ai golpisti


Si è dimesso il presidente del Madagascar, dopo il colpo di Stato militare. Ieri un numero imprecisato di soldati, con l'appoggio di due blindati, hanno preso il controllo del palazzo presidenziale nella capitale, senza incontrare resistenza. Il servizio di Fausta Speranza: RealAudioMP3

Prima l’annuncio da parte di diplomatici, poi, proprio poco fa, la conferma del portavoce del capo di stato: il presidente del Madagascar, Ravalomanana, ha dato le dimissioni e ha consegnato il potere ai militari. Con un’ordinanza ha trasferito i suoi poteri a un “direttorio militare”. Poche ore prima il leader dell'opposizione del Madagascar, Rajoelina, aveva annunciato le dimissioni di otto dei ministri legati al presidente. Ad ascoltarlo circa diecimila persone. Dopo il blitz militare, il presidente si era asserragliato nel palazzo a circa dieci km dalla capitale ma ha poi desistito dal proposito di resistere fino all’ultimo. I militari hanno preso tempo per evitare uno spargimento di sangue. Il colpo di Stato militare è arrivato ieri dopo un lungo braccio di ferro tra il presidente e il capo dell’opposizione che nei giorni scorsi era stato accolto dall’ONU per motivi di sicurezza. Rajoelina, 36 anni, ex sindaco di Antananarivo, si è fatto portavoce delle frustrazioni e delle proteste popolari scatenate alla fine di gennaio dal rialzo dei prezzi. Dall'inizio della crisi sono state più di cento le vittime delle violenze nel Paese.

Ma quali i motivi reali alla base della crisi in Madagascar? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Domenico Quirico, esperto di Africa del quotidiano “La Stampa”:RealAudioMP3

R. - È probabilmente il primo caso di una crisi politica di queste dimensioni, innescata da un fenomeno nuovo, ma che sta dilagando nel terzo mondo ovvero sia la colonizzazione agricola, da parte di Paesi del petrolio e di grandi società multinazionali, di intere parti del territorio e di Paesi del terzo mondo, dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Il presidente Ravalomanana, che è un grande affarista e il suo impero economico è sostanzialmente basato sull’agro alimentare, ha affittato un milione di ettari del territorio del Madagascar alla sudcoreana Daewoo. Questo ha scatenato un rigurgito di nazionalismo in un Paese, già fortemente deluso dalle sue promesse di sviluppo economico che non si sono verificate. Su questo, si è innescato un fenomeno nuovo: l’oppositore pensava probabilmente di guadagnare la partita muovendo la piazza, ma su questa sua rivoluzione si è innescato un golpe militare.
 
D. - Il Madagascar non rischia di essere schiacciato ulteriormente da questa instabilità politica?
 
R. - Questo è ovvio ma è quello che succede in tutti i Paesi africani, dove si stanno verificando dei fenomeni dei quali ho l’impressione che l’Occidente non si sia o non voglia ancora rendersi conto. C’è stato un moltiplicarsi di colpi di Stato militari in questi ultimi tempi in Africa, non si tratta di un fenomeno occasionale. C’è un bottino su cui si è scatenata una grande lotta, cioè il petrolio, le materie prime - parlo del Congo, della Guinea, ecc. L’Africa è certamente altro, ma se non si entra nella logica di capire cosa significa oggi la politica in Africa, che è spesso tragedia, allora si finisce per nuocere a coloro che si vogliono aiutare, cioè le popolazioni africane. L’Africa è ostaggio di questa grande battaglia per la ricchezza e per il potere. 







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