2009-03-16 11:45:29

Si aggrava la crisi politica nel Pakistan scosso dalle manifestazioni dell’opposizione. Il leader della Lega musulmana Nawaz Sharif alla testa di una 'Lunga Marcia' verso Islamabad


In Pakistan è scontro aperto tra il governo e il leader dell’opposizione Nawaz Sharif, che si è messo alla testa di una 'Lunga Marcia' verso Islamabad, proibita dal presidente Asif Ali Zardari. Intanto in tutto il Paese sale la tensione con arresti e scontri tra manifestanti e polizia. Per fare il punto della situazione, il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Il Pakistan scivola verso il caos di una crisi politica innescata dalle dure proteste dell’opposizione della Lega musulmana, che fa capo all’ex premier Nawaz Sharif. Che la situazione sia fuori controllo lo confermano anche le notizie discordanti sugli arresti domiciliari che avrebbero colpito lo stesso Sharif e di altri oppositori. Ma, il governo ha smentito alcuna restrizione nei confronti di esponenti dell’opposizione. Tuttavia, una grande folla si è riunita nei pressi della residenza di Sharif a Lahore, il quale ha accusato il presidente Zardari di aver trasformato il Paese in uno stato di polizia e poi si è unito ai manifestanti per raggiungere la 'Lunga Marcia', partita da Karachi venerdì. Sharif ha intenzione di guidare la protesta che raggiungerà la capitale Islamabad, domani, per un sit-in davanti ai palazzi delle istituzioni. Ufficialmente le manifestazioni andranno avanti finché non saranno reinsediati i giudici destituiti dall'allora presidente Pervez Musharraf, dopo la proclamazione dello stato di emergenza il 3 novembre 2007. Ma a questo punto l’obbiettivo principale dell’opposizione è diventato la caduta di un governo che inizia a mostrare le prime crepe, come confermano le dimissioni del ministro dell’Informazione. Intanto secondo i media locali, reparti di agenti hanno preso posizione nei principali punti di ingresso della capitale ed il comandante dell'esercito ha incontrato il premier, Raza Gilani, per valutare la situazione.
 
Madagascar
Il presidente del Madagascar, Marc Ravalomanana, ha ribadito che non si dimetterà ma ha aperto all’opposizione proponendo un referendum per uscire dalla crisi politica che attanaglia il Paese. Il capo di Stato è asserragliato da ieri nel palazzo presidenziale, mentre la capitale Antananarivo è controllata dai militari in appoggio all’opposizione che ha annunciato la destituzione di Ravalomanana.

Darfur-Sudan
Hanno passato la notte a Khartoum, dopo le visite mediche che hanno confermato le loro buone condizioni di salute, i quattro operatori umanitari di Medici Senza Frontiere liberati ieri in Darfur, dopo un sequestro durato tre giorni. Al momento ancora non è stato reso noto quando i tre occidentali rientreranno nei rispettivi Paesi d'origine. L’organizzazione umanitaria ha intanto espresso grande indignazione per l’accaduto ed ha confermato il completo ritiro del suo personale dalla regione sudanese per il deteriorarsi delle condizioni di sicurezza, seguito al recente mandato di arresto internazionale ordinato Corte Penale dell'Aja nei confronti del presidente sudanese Omar el-Bashir, accusato per crimini di guerra proprio nel Darfur. Medici senza frontiere ha quindi lanciato l’allarme per la popolazione locale che ora rischia di rimanere senza assistenza sanitaria.

Afghanistan
Non si ferma l’escalation di violenze in Afghanistan. Quattro soldati della Nato sono stati uccisi dall’esplosione di una bomba nell'est del Paese. Lo hanno reso noto fonti dell'Isaf senza specificare la nazionalità delle vittime. A Kabul un attentatore suicida ha fatto scoppiare un veicolo imbottito di esplosivo vicino ad un convoglio delle Forze internazionali, uccidendo due civili e ferendone altri 14. Tra i feriti ci sono diversi bambini. Attentato dinamitardo anche a Kandahar contro la macchina del sindaco, a seguito del quale sono rimasti sul terreno una vittima e sei feriti, illeso invece il funzionario locale. Infine, sempre nella provincia di Kandahar, nel corso di un'operazione condotta dalle Forze statunitensi sono rimasti uccisi cinque miliziani talebani.
Medio OrienteIn Israele torna in quota l’ipotesi di un governo di coalizione, dopo la ripresa delle trattative tra il leader del Likud, Netanyahu e quello di Kadima, Tipzi Livni. I due, come scrive la stampa israeliana, si sarebbero incontrati per verificare la possibilità di un premierato a staffetta. Al Cairo è invece in corso la trattativa con gli esponenti di Hamas per la liberazione del caporale Shalit, nelle mani delle milizie palestinesi dal giugno del 2006. Olmert ha annunciato per domani una decisione del governo su un eventuale scambio di prigionieri.

Economia
Il G20 si impegna a prendere qualsiasi misura necessaria contro la crisi economico-finanziaria. Così recita il comunicato finale del summit dei ministri delle Finanze delle maggiori economie del mondo tenutosi ieri ad Horsham, in Gran Bretagna. Intanto maggiore impegno e fondi per combattere la recessione è stato chiesto al governo italiano dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Oggi, il premier Berlusconi ha risposto al “numero uno” degli industriali ricordando gli ingenti stanziamenti già varati per il settore dell’auto e per gli ammortizzatori sociali. I due hanno comunque fissato un incontro per martedì per vagliare l’eventualità di nuovi interventi.

Opec, taglio produzione greggio
È iniziata questa mattina a Vienna la riunione dell'Opec che dovrà decidere se attuare o meno un taglio alla produzione del greggio per sostenerne il prezzo sui mercati internazionali. Nel corso dei colloqui diversi Paesi hanno già dato consenso alla riduzione della produzione. Anche la Russia si è detta favorevole al taglio proposto dall’Opec.

Irlanda del nord
Altri tre arresti sono stati compiuti in Irlanda del nord, nel quadro delle indagini sugli attentati costati la vita a due soldati ed un ufficiale di polizia britannici. Per i due distinti agguati finora sono stati fermati otto presunti terroristi. Secondo il capo della polizia nordirlandese, Sir Hugh Orde, sarebbero almeno 300 i dissidenti repubblicani dell'Ira che con le loro azioni stanno tentando di distruggere il processo di pace nell'Irlanda del Nord. Orde ha poi spiegato che Real Ira e la Continuity Ira, le due organizzazioni responsabili degli attacchi della settimana scorsa, sono comunque una minoranza ''infiltrata e disorganizzata''.

Francia
Torna alta la tensione nelle banlieue parigine. Una ventina di poliziotti sono rimasti lievemente feriti e otto persone sono state fermate a seguito degli scontri di ieri sera nella periferia ovest della capitale francese. Gli incidenti, avvenuti in un quartiere dei Mureaux, nella zona dell'Yvelines, sono iniziati poco dopo le 20 quando la polizia è stata chiamata per l'incendio di un'autovettura e, al suo arrivo, è stata affrontata da un numero non precisato di persone. All'alba si è poi registrato un attacco a colpi di fucile al commissariato di polizia di Montgeron, nei pressi di Parigi. Nessun poliziotto è rimasto ferito. Gli agenti di guardia hanno udito i colpi, ma non sono riusciti ad individuare i responsabili. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra) 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 74
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