Si aggrava la crisi politica nel Pakistan scosso dalle manifestazioni dell’opposizione.
Il leader della Lega musulmana Nawaz Sharif alla testa di una 'Lunga Marcia' verso
Islamabad
In Pakistan è scontro aperto tra il governo e il leader dell’opposizione Nawaz Sharif,
che si è messo alla testa di una 'Lunga Marcia' verso Islamabad, proibita dal presidente
Asif Ali Zardari. Intanto in tutto il Paese sale la tensione con arresti e scontri
tra manifestanti e polizia. Per fare il punto della situazione, il servizio di Marco
Guerra:
Il Pakistan
scivola verso il caos di una crisi politica innescata dalle dure proteste dell’opposizione
della Lega musulmana, che fa capo all’ex premier Nawaz Sharif. Che la situazione sia
fuori controllo lo confermano anche le notizie discordanti sugli arresti domiciliari
che avrebbero colpito lo stesso Sharif e di altri oppositori. Ma, il governo ha smentito
alcuna restrizione nei confronti di esponenti dell’opposizione. Tuttavia, una grande
folla si è riunita nei pressi della residenza di Sharif a Lahore, il quale ha accusato
il presidente Zardari di aver trasformato il Paese in uno stato di polizia e poi si
è unito ai manifestanti per raggiungere la 'Lunga Marcia', partita da Karachi venerdì.
Sharif ha intenzione di guidare la protesta che raggiungerà la capitale Islamabad,
domani, per un sit-in davanti ai palazzi delle istituzioni. Ufficialmente le manifestazioni
andranno avanti finché non saranno reinsediati i giudici destituiti dall'allora presidente
Pervez Musharraf, dopo la proclamazione dello stato di emergenza il 3 novembre 2007.
Ma a questo punto l’obbiettivo principale dell’opposizione è diventato la caduta di
un governo che inizia a mostrare le prime crepe, come confermano le dimissioni del
ministro dell’Informazione. Intanto secondo i media locali, reparti di agenti hanno
preso posizione nei principali punti di ingresso della capitale ed il comandante dell'esercito
ha incontrato il premier, Raza Gilani, per valutare la situazione. Madagascar Il
presidente del Madagascar, Marc Ravalomanana, ha ribadito che non si dimetterà ma
ha aperto all’opposizione proponendo un referendum per uscire dalla crisi politica
che attanaglia il Paese. Il capo di Stato è asserragliato da ieri nel palazzo presidenziale,
mentre la capitale Antananarivo è controllata dai militari in appoggio all’opposizione
che ha annunciato la destituzione di Ravalomanana.
Darfur-Sudan Hanno
passato la notte a Khartoum, dopo le visite mediche che hanno confermato le loro buone
condizioni di salute, i quattro operatori umanitari di Medici Senza Frontiere liberati
ieri in Darfur, dopo un sequestro durato tre giorni. Al momento ancora non è stato
reso noto quando i tre occidentali rientreranno nei rispettivi Paesi d'origine. L’organizzazione
umanitaria ha intanto espresso grande indignazione per l’accaduto ed ha confermato
il completo ritiro del suo personale dalla regione sudanese per il deteriorarsi delle
condizioni di sicurezza, seguito al recente mandato di arresto internazionale ordinato
Corte Penale dell'Aja nei confronti del presidente sudanese Omar el-Bashir, accusato
per crimini di guerra proprio nel Darfur. Medici senza frontiere ha quindi lanciato
l’allarme per la popolazione locale che ora rischia di rimanere senza assistenza sanitaria.
Afghanistan Non
si ferma l’escalation di violenze in Afghanistan. Quattro soldati della Nato sono
stati uccisi dall’esplosione di una bomba nell'est del Paese. Lo hanno reso noto fonti
dell'Isaf senza specificare la nazionalità delle vittime. A Kabul un attentatore suicida
ha fatto scoppiare un veicolo imbottito di esplosivo vicino ad un convoglio delle
Forze internazionali, uccidendo due civili e ferendone altri 14. Tra i feriti ci sono
diversi bambini. Attentato dinamitardo anche a Kandahar contro la macchina del sindaco,
a seguito del quale sono rimasti sul terreno una vittima e sei feriti, illeso invece
il funzionario locale. Infine, sempre nella provincia di Kandahar, nel corso di un'operazione
condotta dalle Forze statunitensi sono rimasti uccisi cinque miliziani talebani. Medio
OrienteIn Israele torna in quota l’ipotesi di un governo di coalizione, dopo la
ripresa delle trattative tra il leader del Likud, Netanyahu e quello di Kadima, Tipzi
Livni. I due, come scrive la stampa israeliana, si sarebbero incontrati per verificare
la possibilità di un premierato a staffetta. Al Cairo è invece in corso la trattativa
con gli esponenti di Hamas per la liberazione del caporale Shalit, nelle mani delle
milizie palestinesi dal giugno del 2006. Olmert ha annunciato per domani una decisione
del governo su un eventuale scambio di prigionieri.
Economia Il G20
si impegna a prendere qualsiasi misura necessaria contro la crisi economico-finanziaria.
Così recita il comunicato finale del summit dei ministri delle Finanze delle maggiori
economie del mondo tenutosi ieri ad Horsham, in Gran Bretagna. Intanto maggiore impegno
e fondi per combattere la recessione è stato chiesto al governo italiano dalla presidente
di Confindustria, Emma Marcegaglia. Oggi, il premier Berlusconi ha risposto al “numero
uno” degli industriali ricordando gli ingenti stanziamenti già varati per il settore
dell’auto e per gli ammortizzatori sociali. I due hanno comunque fissato un incontro
per martedì per vagliare l’eventualità di nuovi interventi.
Opec, taglio
produzione greggio È iniziata questa mattina a Vienna la riunione dell'Opec
che dovrà decidere se attuare o meno un taglio alla produzione del greggio per sostenerne
il prezzo sui mercati internazionali. Nel corso dei colloqui diversi Paesi hanno già
dato consenso alla riduzione della produzione. Anche la Russia si è detta favorevole
al taglio proposto dall’Opec.
Irlanda del nord Altri tre arresti
sono stati compiuti in Irlanda del nord, nel quadro delle indagini sugli attentati
costati la vita a due soldati ed un ufficiale di polizia britannici. Per i due distinti
agguati finora sono stati fermati otto presunti terroristi. Secondo il capo della
polizia nordirlandese, Sir Hugh Orde, sarebbero almeno 300 i dissidenti repubblicani
dell'Ira che con le loro azioni stanno tentando di distruggere il processo di pace
nell'Irlanda del Nord. Orde ha poi spiegato che Real Ira e la Continuity Ira, le due
organizzazioni responsabili degli attacchi della settimana scorsa, sono comunque una
minoranza ''infiltrata e disorganizzata''.
Francia Torna alta la
tensione nelle banlieue parigine. Una ventina di poliziotti sono rimasti lievemente
feriti e otto persone sono state fermate a seguito degli scontri di ieri sera nella
periferia ovest della capitale francese. Gli incidenti, avvenuti in un quartiere dei
Mureaux, nella zona dell'Yvelines, sono iniziati poco dopo le 20 quando la polizia
è stata chiamata per l'incendio di un'autovettura e, al suo arrivo, è stata affrontata
da un numero non precisato di persone. All'alba si è poi registrato un attacco a colpi
di fucile al commissariato di polizia di Montgeron, nei pressi di Parigi. Nessun poliziotto
è rimasto ferito. Gli agenti di guardia hanno udito i colpi, ma non sono riusciti
ad individuare i responsabili. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 74 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.