2009-03-16 12:09:04

L'identità missionaria del presbitero nella Chiesa al centro della plenaria della Congregazione per il Clero: intervista con mons. Piacenza


“L’identità missionaria del presbitero nella Chiesa” è il titolo dell’Assemblea plenaria della Congregazione per il Clero, che si svolgerà in Vaticano da oggi a mercoledì prossimo. Roberto Piermarini ne ha parlato con mons. Mauro Piacenza, segretario del dicastero:RealAudioMP3

R. - L’identità missionaria del sacerdote è assolutamente centrale sia in ordine alla identità sacerdotale, sia al riguardo di una corretta interpretazione del ministero e della stessa missionarietà ecclesiale. La missione non è, né può essere, un elemento "accessorio" dell’identità ecclesiale e, in essa, di quella sacerdotale. Piuttosto, sia a livello teologico che a livello di esperienza dobbiamo riconoscere che la dimensione missionaria dipende e deriva, in modo essenziale, dalla missione ricevuta dal Signore e, in definitiva, dalla chiarezza circa il mandato apostolico e la conseguente configurazione a Cristo Sacerdote.

 
D. - Sotto quali aspetti verrà analizzato il tema dell’identità missionaria del presbitero?

 
R. - Si vedrà dagli apporti stessi dei Padri della Plenaria, ma certamente una linea è quella della formazione permanente che - come è ovvio - si salda indissolubilmente con la formazione iniziale. E’ sempre latente il rischio di identificare troppo la "formazione" con l’"informazione", lo studio con la trasmissione di tattiche e metodi rivelatisi utili in altri posti o momenti. Senz’altro, la formazione esige anche l’informazione ma non solo, anzi non propriamente: la principale soluzione per formare con più carica missionaria i sacerdoti non sarà aggiungere al loro piano di studi teologici discipline nuove sull’argomento, ma far crescere in loro l’amore verso Dio, la Chiesa e le anime, aiutandoli ad acquisire un atteggiamento di costante interessamento per gli altri. La formazione missionaria del presbitero - e penso all’intero percorso formativo che dura per tutta la vita - oltre agli aspetti informativi, dovrebbe includere come cardini: sviluppo della vita interiore personale e del senso soprannaturale, la formazione dottrinale - dobbiamo essere missionari della verità, di tutta la verità e soltanto della verità, e la verità non è un concetto è Gesù - e la responsabilità di fare bene il bene. Un’accurata formazione umana, capace di stabilire rapporti umani abbondanti ed attraenti.

 
D. – Quanto è importante nel presbitero l’esercizio dei "tria munera”, dei tre compiti che la caratterizzano che sono: santificare, insegnare e governare?

 
R. - La missione pastorale del sacerdote va considerata il costitutivo primario della sua identità spirituale. II Concilio Vaticano II nella “Presbiterium Ordinis” (cap. III, N.13) spiega che i sacerdoti curano la propria santificazione se predicando la Parola, la ascoltano anche in se stessi; se offrendo il Santo Sacrificio, offrono anche la propria persona e la propria vita e se, amministrando sacramentalmente la carità di Cristo, se ne lasciano impregnare; se guidando il popolo di Dio, non cercano i propri interessi ma sono disposti a dare anche la propria vita. Questo è un aspetto soggettivo della spiritualità sacerdotale assolutamente necessario, ma che deve accompagnarsi ad un altro insegnamento interessantissimo: quello che chiede al sacerdote l’oggettiva santità di versare tutta la propria esistenza nella missione: diventare santo non a lato dell’esercizio del ministero, ma nell’esercizio del ministero, in modo immanente all’esercizio del ministero. Credo necessario rilanciare fino in fondo la dottrina del Concilio Vaticano II, che fa consistere la santità e la vita spirituale del sacerdote nella stessa missione e nel modo di esercitare i “tria munera” (docendi, sanctificandi, regendi). In Cristo, Persona e Missione coincidono e, in Lui, obbedienza e verginità sono esattamente l’espressione di questo coincidere, perché descrivono ed attuano contemporaneamente la sua totale adesione al Padre e la sua totale aderenza una missione che il Padre gli ha assegnato. Obbedienza - Cristo, che è totale ascolto del Padre e Parola totalmente rivolta al Padre si fa per noi “obbediente fino alla morte”, in tutti i dettagli della sua esistenza terrena, chiamandoci alla sua sequela e chiedendoci l’“Oboedientia Fidei”. Verginità - Cristo, tutto ricolmo dell’amore del Padre e dello Spirito Santo, progressivamente rivela al mondo questo grande amore, congiungendosi ontologicamente con l’umanità intera, sponsalmente con la sua Chiesa, corporalmente, eucaristicamente con ogni battezzato.







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