Si è aperto a Istanbul, questa mattina, il quinto Forum mondiale sull’acqua. Alla
presenza del presidente, Abdullah Gül, di Alberto di Monaco e del principe ereditario
giapponese, sono iniziati i lavori di questo evento che durerà sette giorni. Parallelamente
si tiene nel primo pomeriggio un minisummit di capi di Stato e di governo con la presenza
del presidente iracheno Talabani e del premier turco Erdogan. L’appuntamento si è
aperto fra luci ed ombre, in mezzo ad ingenti forze di sicurezza. Da Istanbul,
Alberto De Filippis: Mentre
nel megacentro approntato per l’occasione sulle sponde del Corno d’oro leader politici
ed esperti di ogni parte del mondo discutono della nuova emergenza mondiale, la carenza
di acqua potabile, all’esterno della zona del Forum si sono già avuti scontri fra
dimostranti e poliziotti in assetto antisommossa. Perché se la scarsezza di acqua
potabile è un tema importante nel mondo, esso è fondamentale in Turchia dove l’esecutivo
ha deciso di lanciare un poderoso piano per la costruzione di 1024 dighe, su tutto
il territorio. Un progetto avveniristico e utile alla sempre maggiore sete della nazione,
per i suoi sostenitori, una follia che potrebbe provocare terribili disastri ambientali,
per i detrattori. Un motivo in più per attendersi, come fanno gli organizzatori, una
cifra record di visitatori, almeno 28.000 secondo le prime stime. Nei discorsi inaugurali
tante buone intenzioni ma anche la consapevolezza che il problema è serio. Sono circa
un miliardo e mezzo le persone che non hanno accesso all’acqua potabile mentre gli
esperti continuano a denunciare le colpe dei governi che troppo spesso si ricordano
del problema acqua solo sotto elezioni. Secondo le organizzazioni internazionali il
numero di persone che nel 2030 avranno problemi ad usufruire di acqua potabile dovrebbe
sfiorare i quattro miliardi. Nel mondo sarebbe necessaria una somma oscillante fra
i 92 e i 150 miliardi di dollari all’anno per gestire il sistema idrico mondiale.
Solo i Paesi in via di sviluppo come Cina e, in parte, Turchia, avrebbero bisogno
di quasi la metà di queste risorse. Che non ci sono. E mentre questo lunedì pomeriggio
l’Onu dovrebbe rendere pubblico un rapporto che molti già giudicano catastrofico il
Forum si prefigge almeno di risvegliare la coscienze dei cittadini e di chi è chiamato
ad assumere decisioni importanti. Prima che sia troppo tardi. E per il quinto
Forum mondiale sull’acqua, il Pontifico Consiglio della Giustizia e Pace ha redatto
un documento, intitolato “L’acqua, elemento essenziale per la vita”. Si tratta del
secondo aggiornamento del testo, diffuso per la prima volta a Kyoto nel 2003, e poi
riproposto a Città del Messico nel 2006. Il servizio di Isabella Piro:
Sono un miliardo
e mezzo le persone al mondo che non hanno sufficiente acqua potabile, tre miliardi
quelle che vivono in abitazioni prive di sistema fognario, cinque milioni, soprattutto
bambini, coloro che muoiono ogni anno per patologie dovute al consumo di acqua non
pulita. Sono questi i drammatici dati ricordati dal documento del Pontificio Consiglio
Giustizia e Pace. Uno scenario di fronte al quale il dicastero vaticano esorta a considerare
il diritto all’acqua e ad una sanità sicura come un unico diritto, poiché “entrambi
sono essenziali per la salute ed entrambi hanno un drammatico impatto sullo sviluppo”.
È inaccettabile, infatti, si legge nel testo, anche una sola morte dovuta ad un diritto
negato. In particolare, in questa sua terza edizione, il documento si concentra sul
riconoscimento della disponibilità e dell’accesso all’acqua come un diritto dell’uomo
e sull’importanza, quindi, di garantire a tutti acqua potabile e condizioni igienico-sanitarie
sicure. “L’acqua – si legge nel testo – è un bene che deve servire allo sviluppo di
tutta la persona e di ciascuna persona”. Quindi, il Pontificio Consiglio Giustizia
e Pace ribadisce la scadenza del 2015 degli Obiettivi per lo sviluppo del Millennio:
obiettivi che, sottolinea, chiedono a tutti di migliorare la vita di tutte le persone
del mondo, specialmente i poveri e i più vulnerabili. Quella vulnerabilità, afferma
il documento vaticano, causata da analfabetismo, siccità e inadeguata nutrizione.
Ed è per questo che viene ribadita l’importanza dell’acqua per l’economia, la sicurezza
alimentare, la produttività, le politiche dei Paesi. Allo stesso tempo, Giustizia
e Pace ricorda che nei documenti fondanti dei diritti dell’uomo, a partire dalla Dichiarazione
universale del 1948, mancano menzioni esplicite della parola “acqua”. Di qui, la sollecitazione
del dicastero vaticano di ulteriori passi avanti nella formulazione del diritto internazionale,
poiché l’accesso a servizi idrici sicuri è una necessità per la salute e per la vita.