2009-03-14 15:37:44

Sempre più grave la crisi politica in Madagascar. L’opposizione ha annunciato di aver destituito il presidente Ravalomanana


È sempre più grave la crisi politica in Madagascar. Dopo mesi di preteste e tensioni, questa mattina l’opposizione ha annunciato di aver destituito il presidente Ravalomanana e di aver assunto l’impegno per lo svolgimento delle elezioni presidenziali e legislative entro due anni. Nella capitale Antananarivo, controllata dai militari dissidenti che appoggiano il colpo di stato, è poi riapparso il leader dell’opposizione Rajoelina che davanti a migliaia di sostenitori ha dato un ultimatum di quattro ore al presidente Ravalomanana per lasciare il potere. Tuttavia, dal canto suo la presidenza malgascia ha sminuito la portata degli accadimenti liquidandoli come semplici tumulti di piazza. Per un commento sulla situazione nel Paese africano Annarita Mariani ha sentito Padre Elio Ciucchetti, sacerdote di una parrocchia alla periferia di Antananarivo:RealAudioMP3

R. – Chi si è assunto adesso l’incarico di ricondurre l’esercito è un gruppo di colonnelli che si sono ribellati alle direzioni dei loro generali. Si sono messi d’accordo i tre corpi - esercito, polizia e gendarmeria - per tenere una specie di neutralità che in realtà, però, tende verso l’opposizione.

 
D. – Dal punto di vista sociale la gente come sta vivendo questi momenti?

 
R. - Purtroppo da 15 giorni ci sono i grandi saccheggi sia di industrie sia di supermercati sia anche di case private. Ci sarà un aggravarsi della povertà. Questo è evidente.

 
D . – Cosa sta facendo la Chiesa e cosa può fare?

 
R. - Attualmente l’intermediario, il gruppo che favorisce l’incontro tra l’opposizione e il potere, è il Consiglio cristiano delle Chiese del Madagascar di cui è a capo l’arcivescovo di Antananarivo, mons. Odon Marie Arsène Razanakolona, che attualmente si espone molto per cercare di calmare le acque e di far incontrare le due parti.

 
D. - Quali sono le aspettative?

 
R. - L’opposizione ha detto: noi torneremo alla tavola di negoziazione se il presidente lascia il potere.

 
Darfur, sequestro operatori Mfs
Il governo sudanese è convinto che il rilascio dei quattro cooperanti di Medici Senza Frontiere rapiti in Darfur è ormai questione di ore. Dopo la notizia della loro liberazione di ieri sera, il ministero degli Esteri italiano ha confermato in una nota che non c’è stato alcun contatto con gli ostaggi. Cautela anche da parte di Medici Senza Frontiere, secondo cui la liberazione sarà annunciata solo dopo che verrà stabilito un contatto diretto con i colleghi. Il rapimento degli operatori di Medici Senza Frontiere in Darfur indica che l’area sudanese è fortemente instabile. Sulle ragioni di tale situazione, Giada Aquilino ha intervistato il prof. Angelo Turco, docente di Geografia politica e culturale all’Università dell’Aquila, appena rientrato dalla Repubblica Centrafricana, confinante proprio col Sudan:RealAudioMP3

R. – L’area sudanese è fortemente instabile ormai da tempo e precisamente dal 2003, quando gli abitanti hanno deciso di prendere le armi contro i gruppi che, più o meno chiaramente, istigati dal governo di Karthoum, operavano nella zone in maniera violenta e non controllata. Questo rapimento va messo in relazione ad un fatto molto più specifico, all’emissione del mandato di arresto internazionale da parte del tribunale penale internazionale nei confronti di Omar al Bashir. Voglio dire che c’è una concatenazione perché tutte queste imputazioni nei confronti di Bashir hanno a che fare con qualcosa che è interno al Sudan.

 
D. – La Corte penale internazionale ha accusato il presidente al Bashir di crimini di guerra e contro l’umanità. Ora un giudice dell’Aja ha fatto appello contro l’esclusione dell’accusa di genocidio. Come si evolverà la vicenda?

 
R. – La vicenda dell’inclusione o dell’esclusione del genocidio è una vicenda che ha due risvolti: uno è di carattere politico e morale. L’altro è un risvolto di carattere giuridico. Su questo secondo aspetto aspetteremo l’evolversi delle valutazioni e del ricorso. Il genocidio stato ipotizzato perché una sequenza di violenze è stata messa in atto. Secondo l’Onu queste violenze nel Darfur hanno provocato finora 300 mila morti e quasi 3 milioni di trasferimenti, di ‘displaced’.

 
Gaza-Israele
Due razzi Qassam sono stati lanciati nel corso della notte dalla Striscia di Gaza contro il territorio di Israele, senza tuttavia provocare vittime o danni. Intanto, nello Stato ebraico, a più di un mese dalle elezioni, continuano le trattative per la formazione di un governo di coalizione. Dopo i nuovi contatti avviati ieri fra il Likud e Kadima, la stampa israeliana ha rilanciato l’ipotesi di una staffetta alla premiership fra premier incaricato Netanyahu e Tzipi Livni. Il leader del Likud continua, comunque, a lavorare parallelamente sull'opzione alternativa di una maggioranza di sole forze di destra.

Pakistan
Sempre più delicata la situazione in Pakistan. Il ministro dell’informazione si è dimesso in seguito alla decisione del presidente Zardari di oscurare i canali televisivi che mostravano le immagini delle manifestazioni anti-governative in corso in diverse città. Si tratta delle cosiddetta ‘lunga marcia’, che dovrebbe terminare lunedì, organizzata in favore del partito dell'ex primo ministro Sharif. Centinaia gli arresti negli ultimi due giorni.

Afghanistan
Il 2009 sarà un anno critico dal punto di vista della sicurezza in Afghanistan. E’ l’allarme lanciato dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che in un rapporto sostiene che gli aiuti internazionali sono stati inadeguati rispetto alle necessità della popolazione. Per questo il numero uno del palazzo di Vetro ha chiesto la proroga di un anno della missione delle Nazioni Unite nel Paese, anche in vista delle elezioni presidenziali che si terranno il prossimo agosto. Intanto, sul terreno, si registrano ancora violenze. Un uomo e quattro dei suoi figli sono stati uccisi nel corso di una operazione condotta dalle truppe della coalizione a guida statunitense nel distretto di Charkh. A riferirlo è un comandante della polizia afgana. Il comando statunitense definisce invece "militanti" le vittime dell’attacco.

Tibet anniversario rivolte
Un anno fa il Tibet era stato teatro delle proteste dei monaci buddisti a Lhasa, poi represse con la forza dalle autorità cinesi. Le manifestazioni del 14 marzo 2008, che chiedevano maggiore libertà religiosa e che hanno provocato ufficialmente 19 morti, sono state indette nell’anniversario della rivolta tibetana del ’59 contro l’invasione delle forze di Pechino, che ha portato all’esilio del Dalai Lama in India. In occasione della ricorrenza, la stampa cinese è tornata ad accusare l’occidente di strumentalizzare la questione e di “ignorare la reale situazione del Tibet”.

Venezuela
Il presidente venezuelano, Hugo Chavez, ha offerto il proprio territorio a Mosca come base temporanea per i bombardieri strategici russi. Il Cremlino – secondo un annuncio dei vertici militari – pensa adesso anche di utilizzare Cuba.

Stati Uniti: New Messico abolisce pena di morte
Lo Stato americano del New Mexico ha abolito la pena di morte sostituendola con l'ergastolo. La legge è passata nel locale Congresso e ora dovrà essere promulgata dal governatore, il democratico Bill Richardson, che a parole ha già dato il benestare. La pena capitale rimane in vigore in 37 dei 50 Stati dell'Unione.

Petrolio
Alla vigilia della riunione dei Paesi dell'Opec, in programma domani a Vienna, l’Iran ha fatto sapere che sul mercato c’è troppo petrolio. Teheran ha inoltre lamentato che la discesa delle quotazioni del greggio pesa negativamente sull’economia iraniana. Ieri, invece, l’Agenzia internazionale dell’Energia - abbassando di nuovo le previsioni della domanda mondiale nel 2009 – ha constatato che i tagli di produzione praticati dai Paesi produttori hanno provocato l’aumento dei prezzi del petrolio.

Messaggio Bin Laden
Con un nastro audio trasmesso da al Jazeera torna a farsi sentire il leader di al Qaeda Osama Bin Laden. Il numero uno della rete del terrore internazionale accusa alcuni dirigenti arabi di essere stati complici di Israele nell’offensiva contro il popolo palestinese. “Sono dirigenti che l'America definisce moderati”, ha affermato Bin Laden.

Incontro dei ministri delle Finanze del G20
I ministri delle Finanze e i banchieri centrali del G20 riuniti a Horsham, in Gran Bretagna, avrebbero trovato un accordo per un aumento "significativo" delle risorse del Fondo Monetario Internazionale. In occasione dei lavori del G20 dei ministri finanziari si è tenuto anche l’incontro bilaterale tra il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e il premier britannico, Gordon Brown. I due leader europei hanno di nuovo posto l’accento sulla necessità di dare più regole e una supervisione ai mercati globali. Si sono detti fiduciosi sulla possibilità di un accordo con gli Stati Uniti e i Paesi in via di sviluppo al prossimo vertice del G20 del 2 aprile in programma a Londra. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 73

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