La lettera del Papa ai vescovi riporta all'essenza del Vangelo: le riflessioni del
cardinale Péter Erdö e di padre Federico Lombardi
Una lettera intima, intensa e diretta, che ha colpito il cuore dei vescovi. Dicono
questo le molte reazioni, improntate alla gratitudine, registrate nell'espicopato
mondiale, dopo la pubblicazione della Lettera del Papa sulla revoca della scomunica
ai quattro presuli della Fraternità San Pio X. Parole che invitano alla riconciliazione
che nasce dai sentimenti del Vangelo e ribadiscono i capisaldi di spiritualità e di
magistero che da quattro anni guidano il Pontificato di Benedetto XVI. Lo conferma,
al microfono di Agnes Gedo, della nostra redazione ungherese, il cardinalePéter Erdö,arcivescovo di Esztergom-Budapest, primate dell'Ungheria
e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee):
La lettera
per noi è un grande regalo, un regalo di luce e di forza dello Spirito, perché oltre
al chiarimento di un caso concreto abbiamo ricevuto un grande insegnamento tra i segni
dei tempi, tempi che sono non facili per il mondo, per l’umanità e anche per la Chiesa.
Il Santo Padre ha sottolineato con forza e con passione la missione fondamentale della
Chiesa e l’unità della Chiesa deve essere un gran segno per l’uomo, perché possa trovare
Dio. Questo impegno appassionato per l’unità della Chiesa è un grande insegnamento
per noi, un incoraggiamento per tutti quelli che lavorano nel campo dell’ecumenismo.
Poi abbiamo ricevuto anche un grande incoraggiamento
e una grande consolazione, perché il Santo Padre ha parlato anche di quelli che sono
vittime di ingiustizia, di quelli che possono essere esposti all’odio, che non godono
del bene della tolleranza che è un bene molto stimato nelle nostre società. Posso
dire che questa gratitudine è condivisa da moltissimi vescovi. Già prima di questa
lettera, ho avuto occasione di firmare per tre volte lettere collettive di grandi
gruppi di vescovi che confermano la loro vicinanza al Santo Padre e il loro affetto
verso di lui. Abbiamo fatto questo a Zagabria, con i presidenti della Conferenze episcopali
e i cardinali dei Paesi ex comunisti. Un’altra volta in Slovacchia, in occasione di
una festa. La terza volta in Turchia, con i vescovi del Sudest europeo. Sono rimasto
impressionato dalla grande unità di tutti i vescovi intorno al Papa. Questo è il giusto
atteggiamento e questo esprimeremo anche noi altri vescovi ungheresi. Siamo molto
solidali a tutti i vescovi che fanno la stessa cosa. Ho visto con gioia che l’episcopato
italiano ha già fatto pubblicare una dichiarazione in questo senso.
Sul
contenuto della lettera, la riflessione del nostro direttore generale, padre Federico
Lombardi:
La nuova
lettera del Papa ai vescovi è un documento originale, di stile schietto e personale.
L’occasione - com’è noto - sono le discussioni suscitate dalla decisione di togliere
la scomunica ai quattro vescovi che erano stati ordinati da mons. Lefebvre, provvedimento
di cui il Papa spiega chiaramente la natura, i limiti e l’intenzione, cioè la ricerca
dell’unità anche quando è difficile. Ma il documento ha un significato molto più ampio,
perché diventa una testimonianza forte delle priorità e dei criteri di Benedetto XVI
nel suo servizio di governo della Chiesa.
Il Papa
ribadisce infatti le grandi priorità del suo Pontificato: portare le persone a Dio,
al Dio che si è rivelato nella Bibbia e in Cristo; l’unità dei cristiani e l’ecumenismo;
il dialogo fra i credenti in Dio, cioè il dialogo interreligioso per la pace del mondo;
la dimensione sociale della carità cristiana. Sono le priorità che ci sono ben note
fin dal primo discorso di Benedetto XVI nella Cappella Sistina, priorità che ha fedelmente
tradotto in pratica ogni giorno con le sue parole e i suoi atti. Ma il Papa mette
anche in luce con forza qual è il criterio che guida il suo governo e lo spirito che
lo anima. E’ il Vangelo, la legge nuova di Cristo.
Se
egli si impegna e si espone per un cammino di riconciliazione che suscita tante resistenze,
è perché il Signore ci ha detto che se il nostro “fratello ha qualcosa contro di noi”
dobbiamo lasciare l’offerta davanti all’altare e andare prima a riconciliarci con
lui. E il Vangelo va preso sul serio, senza annacquarlo. Il comandamento dell’amore
è esigente. Ringraziamo il Papa di aver testimoniato ancora una volta con tanta efficacia
alla Chiesa e al mondo che al primo posto è Dio, e la via migliore per andare a lui
è il Vangelo di Gesù.