Il cardinale Poupard presiede in Santa Maria Maggiore la Messa di suffragio a un anno
dalla scomparsa di Chiara Lubich
“Ad un anno dalla sua dipartita, Chiara e il suo ideale sono davvero eredità dell’umanità
intera. Lo attesta la vostra presenza qui e le numerose celebrazioni nel mondo”. Con
queste parole il cardinale Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio Consiglio
della Cultura e del dicastero per il Dialogo Interreligioso, si è rivolto questa mattina
alle centinaia di focolarini che hanno gremito la Basilica romana di Santa Maria Maggiore
per la Messa in suffragio della fondatrice del Movimento, Chiara Lubich. Insieme con
le sue prime compagne, tra i banchi della Chiesa anche molti rappresentanti di religioni
e Chiese diverse e personalità politiche d’Italia e del mondo. Il servizio di Gabriella
Ceraso:
Si sente
forte la presenza di Chiara tra la sua famiglia che gremisce la Basilica, ed è forte
perchè vivo è l’ideale evangelico da lei incarnato e donato a tutti i presenti: l’amore
scambievole che supera ogni confine di età, religione e provenienza e che se vissuto
genera la presenza di Gesù nel mondo, speranza assoluta per l’umanità. Lo ribadisce
anche il cardinale Poupard nell’omelia.
“L’eredità di Chiara è quanto
mai viva nel cuore del mondo, e la forza dell’Amore di Gesù per noi abbatte i muri
e costruisce ponti nel nostro mondo lacerato dalle divisioni e insieme assetato di
unità”.
Non senza commozione il cardinale ripercorre gli scritti di
Chiara, “la nostra Chiara - dice - che ha benedetto il Signore in ogni tempo della
sua vita e oramai lo benedice nella sua eternità”. Si parte dall’origine del carisma,
quel “Padre, che tutti siano uno” letto nel Vangelo a Trento nel ’43, durante la guerra:
“'Parole
difficili e forti che ci è sembrato di capire almeno un po’. Non solo, nasce dal nostro
cuore la convinzione che proprio per tale pagina eravamo nati, per contribuire cioè
all’unità degli uomini con Dio e fra loro, e realizzare così il disegno di Dio sull’umanità'”.
“E’
lì, continua Chiara, che siamo state abbagliate dalla verità che Dio è amore per noi”
e, quindi, la scelta:
“'Amiamo tutti, amiamo per primi, amiamo concretamente,
amiamoci a vicenda'”.
E’ questo amore che ha anche mosso Chiara, ricorda
il cardinale Poupard, verso una Chiesa che sia comunione fra tutti ed è anche questa
la sua eredità. Così scriveva nel ‘69:
“'Non è che Dio mi ha dato il
carisma di una virtù, Dio mi ha dato il carisma della presenza di Gesù. Ora, morta
io, cosa resta? Resta Gesù in mezzo, basta mettercelo. E’ lui che vi guida, è lui
che guida l’opera'”. Finché ci sarà Lui in ogni angolo della
terra, prosegue il cardinale, citando uno scritto del ’75, siamo sicuri che tutto
proseguirà per il meglio.