Il Papa non è solo: le reazioni dei vescovi alla lettera sui presuli consacrati
da mons. Lefebvre
Profonda gratitudine: è questo il sentimento che contraddistingue le reazioni dei
vescovi alla lettera di Benedetto XVI sulla revoca della scomunica ai presuli della
Fraternità San Pio X. Un documento che ha destato ampia eco, non solo nel mondo cattolico,
e che viene definito da più parti senza precedenti. Stamani, intervenendo ad un convegno
del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, il cardinale segretario di Stato,
Tarcisio Bertone, ha affermato che il "Papa non è solo" giacché tutti i suoi più vicini
collaboratori "sono profondamente uniti a lui". Il servizio di Alessandro Gisotti:
Benedetto
XVI non è solo. I vescovi sono con lui. Tutti sono concordi nel sottolineare lo stile
inedito, umile e coraggioso, al tempo stesso franco e fraterno, utilizzato dal Papa
nella lettera sulla questione dei vescovi lefebvriani. Il presidente della Conferenza
episcopale tedesca, mons. Robert Zollitsch, che stamani ha incontrato
il Papa, ha messo l’accento sulla straordinarietà del gesto del Santo Padre:
Ich
habe ein Schreiben eines Papstes in dieser persönlichen Art … “Non mi è
mai capitato di leggere uno scritto di un Papa così personale e così aperto. E questo
mi piace molto. E’ anche un segno della comunicazione, un segno del fatto che il Papa
stesso desidera entrare in colloquio con i vescovi e spiegare a tutto il collegio
episcopale quali sono state le ragioni che lo hanno spinto e come lui ha percepito
tutta la situazione. Lo ha fatto perché ha avuto la sensazione di non essere stato
compreso a sufficienza riguardo allo scopo ultimo del suo agire. Mi piace il fatto
che il Papa abbia espresso il tutto in modo così personale”.
Lo stile
inedito di questo documento viene evidenziato anche dal cardinale arcivescovo
di Parigi, André Vingt-Trois, intervistato da Marie
Duhamel della nostra redazione francese :
R. – Le style de
cette lettre est tout à fait personnel. … Lo stile di questa lettera è veramente
personale. Penso che il Papa sia stato sensibile, penso che sia stato colpito dalla
reazione di alcuni cristiani perché egli ha percepito che per alcuni – come egli stesso
ha detto – questa è stata l’occasione di riportare alla luce ferite antiche, rancori,
dispiaceri. C’e però anche la possibilità di esprimere un attaccamento profondo alla
Chiesa. Per questo era necessario che il Papa rivolgesse un messaggio a questi fedeli.
Stando alle prime reazioni che ho sentito, i commenti sono molto positivi e prendono
in considerazione le spiegazioni e le riflessioni che il Papa presenta. La seconda
riflessione che vorrei fare è che questo rapporto vivo tra la Sede di Pietro e le
Chiese particolari è quello che forma il tessuto della vita della Chiesa; quindi,
non ci si può meravigliare del fatto che questo tessuto sia vivo, che ci siano scambi
sostanziali e ricchi tra il Papa ed i Vescovi: è l’essenza stessa del nostro rapporto!
Gratitudine
viene espressa al Papa anche dall’episcopato austriaco, riunito in questi giorni nell’assemblea
di primavera. In una nota, i vescovi dell’Austria sottolineano l’attenzione pastorale
di Benedetto XVI, che ha voluto spiegare con ampiezza le ragioni che lo hanno portato
a revocare la scomunica ai presuli lefebvriani. Anche i vescovi italiani, attraverso
una nota della Cei, esprimono apprezzamento e gratitudine per la parola chiarificatrice
del Papa. Dal canto loro, i presuli inglesi sottolineano l'umiltà del Papa espressa
in questo documento, mentre quelli belgi apprezzano lo spirito di riconciliazione
che anima il Pontefice. E viva soddisfazione viene manifestata dai presuli svizzeri.
Ai nostri microfoni, il commento di mons. Pier Giacomo Grampa,
vescovo di Lugano:
“Abbiamo accolto questa lettera del Santo Padre con
profonda commozione anche per i toni di umiltà, di fraternità che il Santo Padre dimostra.
La lettera sottolinea uno stile di delicatezza. L’auspicio è che tale stile possa
entrare nel governo ordinario della Chiesa. Rinnoviamo al Santo Padre la nostra solidarietà.
Questa sua lettera è la riprova di quanto fossero ingiustificate le cattiverie rivolte
infondatamente contro di lui, ma questo potrebbe anche rappresentare positivamente
la riscoperta di dimensioni che ai più sfuggono di questo Papa”. Dal
canto suo, il superiore della Fraternità San Pio X, mons. Bernard Fellay, ha ringraziato
il Papa per la lettera ed ha assicurato che non è intenzione dei lefebvriani arrestare
la Tradizione al 1962, cioè prima del Concilio Vaticano II.