2009-03-13 15:25:39

Aperto a Roma il Giubileo Paolino degli Universitari


Fede e culture in dialogo per fondare un nuovo umanesimo: è la sfida rivolta al mondo accademico dal Giubileo Paolino degli Universitari. Promossa dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, il Pontificio Consiglio della Cultura e l’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato, l’iniziativa ha preso avvio ieri in Campidoglio con il Forum Internazionale delle Università sul tema “Vangelo e cultura per un nuovo umanesimo”, e culminerà domenica 15 marzo con una concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, e con la professione di fede degli universitari nella Basilica romana di San Paolo fuori le mura. Il servizio di Claudia Di Lorenzi:RealAudioMP3

Portare la luce del Vangelo alla cultura contemporanea, affinché la Verità sull’uomo svelata dalla fede possa fondare e guidare il progresso dei saperi nella direzione di un nuovo umanesimo. Il Giubileo Paolino degli Universitari lancia al mondo accademico una sfida coraggiosa: fronteggiare la crisi della modernità promuovendo una vera e propria rivoluzione culturale che riconosca come falsa, riduttiva e fallace la dicotomia tra fede e ragione, fra la dimensione trascendente dell’esistenza e la realtà empirica, fra il riconoscimento della centralità di Dio nella storia dell’uomo e un autentico umanesimo, fra la libertà umana e il diritto divino, per valorizzare piuttosto il contributo della dottrina sociale della Chiesa ad una più profonda comprensione del reale, e rendere testimonianza della fecondità storica dell'incontro fra fede e ragione. Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone:  
“Fin dalle origini l’incontro del Vangelo con la cultura si è realizzato non solo con le sue manifestazioni storiche, qual è appunto la civiltà di un popolo, ma anche e soprattutto con il suo nucleo generatore, che è l’uomo che cerca la verità, dal momento che il Vangelo non si identifica con nessuna specifica cultura, ma le anima e le promuove tutte dall’interno.”  
Citando il Papa nel discorso ai docenti europei nel giugno scorso il porporato ha quindi aggiunto:

“Da sempre la fede cristiana non può essere rinchiusa nel mondo astratto delle teorie, ma deve essere calata in un’esperienza storica concreta che raggiunga l’uomo nella verità più profonda della sua esistenza. L’annuncio del Vangelo infatti non è la proposta di un’idea o di un’etica, ma l’incontro con una Persona che è fondamento della realtà cosmica e storica. Pertanto l’evangelizzazione non si pone mai in contrapposizione con la cultura delle diverse civiltà, ma le incontra tutte per aiutarle con il realismo della propria fede nell’opera salvifica di Cristo e per sostenere lo sviluppo della cultura in modo che ogni civiltà possa liberarsi dai pregiudizi e dalle strumentalizzazioni ideologiche”.

Una missione che passa attraverso l’elaborazione di proposte culturali inedite, capaci di rinnovare dall’interno le discipline scientifiche per condurle alla ricerca della Verità e del Bene dell’uomo, e concorrere a realizzare nuovo umanesimo. Mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura:

“La cultura sicuramente ha davanti a sé tanti percorsi, ma la fede ha il compito di mostrare alcuni percorsi trascendenti, alcune vie ulteriori che danno risposte a domande capitali da un’altra angolatura rispetto alle risposte che può dare l’arte, la cultura, la filosofia, la ricerca umana”.

Un rinnovamento della cultura – spiega ancora – che si fa specchio dell’incarnazione di Cristo:

“La frase fondamentale del Vangelo di Giovanni, il Verbo si è fatto carne, vuol dire che l’Eterno, l’Infinito, il Divino, l’Assoluto, il Trascendente si fanno finito, contingente storico, spaziale, relativo, entrano nella carne, nella storia dell’uomo. La Parola per eccellenza diventa le parole della cultura umana”.

Una proposta, quella dell’inculturazione del Vangelo, che si rivela antidoto contro la crisi della modernità, che – osserva mons. Ravasi – offre dunque una preziosa opportunità di crescita per l’intera società:

“La crisi della modernità è da un lato sicuramente segno anche di un dramma e segno di una specie di sfacelo in alcuni casi. Abbiamo la dispersione dei valori, abbiamo la dissoluzione dei punti fermi, abbiamo l’incertezza, abbiamo anche i drammi di tipo economico, che travolgono un po’ la società contemporanea, che si illudeva di trovare in sè tutte le risposte. Ma dall’altra parte, è anche un grande momento fecondo. Come nell’esperienza umana il dolore diventa quasi come una gestazione – uno scrittore americano, Saul Bellow, diceva che il dolore rompe il sonno della ragione, cioè fa risvegliare ancora l’intelligenza dell’uomo, così nella stessa maniera possiamo dire che la crisi della modernità può diventare una base feconda per trovare altre risposte a quelle domande eterne che l’umanità si pone”.  
Una crescita che – rimarca il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura – si sostanzia nella tensione al Bene, ed insieme nella ricerca della Verità e della Bellezza, ed è proprio nel profondo legame tra il Bene, il Vero e il Bello che si esprime l’unità dei saperi, i quali tutti insieme individuano un’unica strada di conoscenza per l’umanità.







All the contents on this site are copyrighted ©.