2009-03-12 12:47:32

Il Papa alla delegazione del Gran Rabbinato d’Israele: vengo in Terra Santa come pellegrino di pace. In autunno la visita alla Sinagoga di Roma


Un’occasione per rafforzare la pace e il dialogo interreligioso: è quanto auspica Benedetto XVI per la sua prossima visita in Terra Santa, in programma a maggio. Il Papa ne ha parlato stamani nell’udienza, in Vaticano, alla delegazione del Gran Rabbinato d’Israele e della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’Ebraismo. Un momento significativo per ribadire la relazione speciale tra cattolici ed ebrei. Il Papa ha ricordato che il rafforzamento di questo dialogo è frutto del viaggio di Giovanni Paolo II in Terra Santa nel 2000, da cui sono scaturiti gli incontri tra i due organismi. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Visiterò la Terra Santa come pellegrino “per pregare specialmente per il dono prezioso dell’unità e della pace nella regione come anche per la famiglia umana in tutto il mondo”: Benedetto XVI ha sintetizzato, così, gli intenti del suo atteso viaggio apostolico in programma a maggio:

 
“May my visit also help to deepen the dialogue…”
“Possa la mia visita – è stato il suo auspicio – approfondire il dialogo della Chiesa con il popolo ebreo affinché ebrei, cristiani e musulmani possano vivere in pace e armonia in questa Terra Santa”. Il Papa ha quindi messo l’accento sui frutti prodotti dal dialogo ebraico-cristiano. Un dialogo, ha detto, che, come insegna la “Nostra Aetate” è “necessario e possibile” giacché abbiamo “un ricco patrimonio spirituale in comune”. Ed ha ribadito il “suo personale impegno” a far avanzare la visione delineata dal documento del Concilio Vaticano II:

 
“Working together you have become increasingly aware…”
“Lavorando assieme – ha detto rivolgendosi alle due delegazioni – vi siete sempre più resi conto dei valori comuni che sono alla base delle nostre rispettive tradizioni religiose”. Il Papa ha enumerato alcuni dei temi fondamentali affrontati negli incontri annuali bilaterali a Roma e Gerusalemme: “la santità della vita, i valori famigliari, la giustizia sociale e il comportamento morale” e, ancora, “l’educazione, la relazione tra le autorità civili e religiose, la libertà religiosa e di coscienza”. Nelle dichiarazioni comuni al termine degli incontri, ha costatato il Pontefice, sono state “evidenziate” le idee radicate in entrambe le nostre rispettive convinzioni religiose non mancando tuttavia di affrontare le differenze:

 
“The Church recognizes that the beginnings of her faith are found…”
“La Chiesa – ha proseguito – riconosce che l’origine della propria fede” è fondata sull’intervento divino “nella vita del popolo ebreo e che qui risiede l’unicità della nostra relazione”. I cristiani, è stata la sua riflessione, sono “felici di riconoscere che le proprie radici si basano sulla stessa auto-rivelazione di Dio” di cui si alimenta l’esperienza religiosa del popolo ebreo.

 
Nel suo indirizzo d’omaggio il rabbino capo di Haifa, Shear Yashuv Cohen, ha sottolineato che quest’incontro rappresenta un momento positivo nel dialogo tra Chiesa cattolica e mondo ebraico. Quindi, ha ringraziato il Papa per aver rinnovato il suo impegno a proseguire sulla strada tracciata dalla “Nostra Aetate”, rifiutando ogni forma di antisemitismo e di negazionismo dell’Olocausto. Infine, ha lodato il ruolo costruttivo dell’Osservatore vaticano all’Onu per far sì che la prossima Conferenza internazionale di Durban sul razzismo non si trasformi in un’occasione per attaccare lo Stato d’Israele.

 
Al termine dell’udienza in Vaticano, la delegazione del Gran Rabbinato d’Israele ha tenuto una conferenza stampa nella Sala Marconi della nostra emittente, moderata dal direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi. Il capo della delegazione, il Rabbino Cohen, ha sottolineato che le parole di Benedetto XVI chiudono definitivamente la vicenda Williamson, confermando che la Santa Sede rifiuta ogni forma di negazionismo dell’Olocausto. Si è poi detto convinto che anche da un momento di difficoltà, come quello recentemente vissuto tra cattolici ed ebrei, si possono trarre delle opportunità positive per rafforzare il dialogo. Il rabbino capo di Haifa ha quindi auspicato che la storia della Shoah venga inserita tra le materie di insegnamento nelle scuole cattoliche. Il rabbino Cohen non ha mancato di soffermarsi sul prossimo viaggio di Benedetto XVI in Terra Santa. Le aspettative, ha spiegato, sono molto alte da parte di tutti gli israeliani. Cohen ha espresso l’augurio che questa visita del Papa offrirà un’occasione di pace per tutta la regione del Medio Oriente.

In autunno la visita del Papa alla Sinagoga di Roma

“Una visita del Papa alla Sinagoga di Roma è prevista, ma non c’è ancora una data certa”. Così il direttore della Sala Stampa Padre Federico Lombardi, in risposta al presidente della Comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici dopo che, intervenendo ad una trasmissione televisiva aveva parlato di una imminente visita di Benedetto XVI alla Sinagoga della Capitale”. Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di stato ha aggiunto: ''Siamo molto contenti di questa visita il papa- ci andra' volentieri''.







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