Il Papa alla delegazione del Gran Rabbinato d’Israele: vengo in Terra Santa come pellegrino
di pace. In autunno la visita alla Sinagoga di Roma
Un’occasione per rafforzare la pace e il dialogo interreligioso: è quanto auspica
Benedetto XVI per la sua prossima visita in Terra Santa, in programma a maggio. Il
Papa ne ha parlato stamani nell’udienza, in Vaticano, alla delegazione del Gran Rabbinato
d’Israele e della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’Ebraismo.
Un momento significativo per ribadire la relazione speciale tra cattolici ed ebrei.
Il Papa ha ricordato che il rafforzamento di questo dialogo è frutto del viaggio di
Giovanni Paolo II in Terra Santa nel 2000, da cui sono scaturiti gli incontri tra
i due organismi. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Visiterò
la Terra Santa come pellegrino “per pregare specialmente per il dono prezioso dell’unità
e della pace nella regione come anche per la famiglia umana in tutto il mondo”: Benedetto
XVI ha sintetizzato, così, gli intenti del suo atteso viaggio apostolico in programma
a maggio:
“May my visit also help to deepen the
dialogue…” “Possa la mia visita – è stato il suo auspicio – approfondire
il dialogo della Chiesa con il popolo ebreo affinché ebrei, cristiani e musulmani
possano vivere in pace e armonia in questa Terra Santa”. Il Papa ha quindi messo l’accento
sui frutti prodotti dal dialogo ebraico-cristiano. Un dialogo, ha detto, che, come
insegna la “Nostra Aetate” è “necessario e possibile” giacché abbiamo “un ricco patrimonio
spirituale in comune”. Ed ha ribadito il “suo personale impegno” a far avanzare la
visione delineata dal documento del Concilio Vaticano II:
“Working
together you have become increasingly aware…” “Lavorando assieme – ha
detto rivolgendosi alle due delegazioni – vi siete sempre più resi conto dei valori
comuni che sono alla base delle nostre rispettive tradizioni religiose”. Il Papa ha
enumerato alcuni dei temi fondamentali affrontati negli incontri annuali bilaterali
a Roma e Gerusalemme: “la santità della vita, i valori famigliari, la giustizia sociale
e il comportamento morale” e, ancora, “l’educazione, la relazione tra le autorità
civili e religiose, la libertà religiosa e di coscienza”. Nelle dichiarazioni comuni
al termine degli incontri, ha costatato il Pontefice, sono state “evidenziate” le
idee radicate in entrambe le nostre rispettive convinzioni religiose non mancando
tuttavia di affrontare le differenze:
“The Church
recognizes that the beginnings of her faith are found…” “La Chiesa –
ha proseguito – riconosce che l’origine della propria fede” è fondata sull’intervento
divino “nella vita del popolo ebreo e che qui risiede l’unicità della nostra relazione”.
I cristiani, è stata la sua riflessione, sono “felici di riconoscere che le proprie
radici si basano sulla stessa auto-rivelazione di Dio” di cui si alimenta l’esperienza
religiosa del popolo ebreo.
Nel suo indirizzo d’omaggio
il rabbino capo di Haifa, Shear Yashuv Cohen, ha sottolineato che quest’incontro rappresenta
un momento positivo nel dialogo tra Chiesa cattolica e mondo ebraico. Quindi, ha ringraziato
il Papa per aver rinnovato il suo impegno a proseguire sulla strada tracciata dalla
“Nostra Aetate”, rifiutando ogni forma di antisemitismo e di negazionismo dell’Olocausto.
Infine, ha lodato il ruolo costruttivo dell’Osservatore vaticano all’Onu per far sì
che la prossima Conferenza internazionale di Durban sul razzismo non si trasformi
in un’occasione per attaccare lo Stato d’Israele.
Al
termine dell’udienza in Vaticano, la delegazione del Gran Rabbinato d’Israele ha tenuto
una conferenza stampa nella Sala Marconi della nostra emittente, moderata dal direttore
della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi. Il capo della delegazione, il
Rabbino Cohen, ha sottolineato che le parole di Benedetto XVI chiudono definitivamente
la vicenda Williamson, confermando che la Santa Sede rifiuta ogni forma di negazionismo
dell’Olocausto. Si è poi detto convinto che anche da un momento di difficoltà, come
quello recentemente vissuto tra cattolici ed ebrei, si possono trarre delle opportunità
positive per rafforzare il dialogo. Il rabbino capo di Haifa ha quindi auspicato che
la storia della Shoah venga inserita tra le materie di insegnamento nelle scuole cattoliche.
Il rabbino Cohen non ha mancato di soffermarsi sul prossimo viaggio di Benedetto XVI
in Terra Santa. Le aspettative, ha spiegato, sono molto alte da parte di tutti gli
israeliani. Cohen ha espresso l’augurio che questa visita del Papa offrirà un’occasione
di pace per tutta la regione del Medio Oriente.
In autunno la visita
del Papa alla Sinagoga di Roma
“Una visita del Papa alla Sinagoga di
Roma è prevista, ma non c’è ancora una data certa”. Così il direttore della Sala Stampa
Padre Federico Lombardi, in risposta al presidente della Comunità ebraica romana,
Riccardo Pacifici dopo che, intervenendo ad una trasmissione televisiva aveva parlato
di una imminente visita di Benedetto XVI alla Sinagoga della Capitale”. Il cardinale
Tarcisio Bertone, segretario di stato ha aggiunto: ''Siamo molto contenti di questa
visita il papa- ci andra' volentieri''.