2009-03-12 15:30:54

I vescovi del Kenya: stop ai raid della polizia


Porre fine immediatamente alle operazioni di sicurezza nel Kenya settentrionale: è quanto chiedono al governo di Nairobi i vescovi locali, sottolineando come simili incursioni, invece di stroncare i conflitti tra le comunità pastorali, finiscano in realtà per aggravare le sofferenze della popolazione in una regione già colpita dalla siccità e dalla carestia. In un comunicato congiunto diffuso domenica scorsa, - riferisce l'agenzia Cisanews - i vescovi di Isolo e Maralal, rispettivamente mons. Anthony Ireri e mons. Virgilio Pante, esortano il potere politico “ad utilizzare le risorse per portare la popolazione al dialogo” e ad offrire un indennizzo a coloro che, a causa dei raid, hanno perso i capi di bestiame, garantendo così la loro sicurezza senza pregiudizi. “Così come sosteniamo gli sforzi di ritrovare gli animali rubati – scrivono i vescovi kenioti – allo stesso tempo chiediamo che la ricerca venga fatta in modo equilibrato. Pensiamo che il governo, invece di punire un’intera comunità pastorale, abbia strumenti sufficienti per recuperare i beni sottratti illegalmente,”. I presuli esortano poi i responsabili politici a ridistribuire pubblicamente il bestiame ritrovato, così da sapere con certezza chi ha avuto e chi ha perso gli animali, evitando di dare i capi di bestiame al proprietario sbagliato. “La strategia applicata finora dal governo – sottolineano i vescovi – non è attenta ai conflitti e lascia le comunità tribali ancora più divise”. Quindi, dopo aver ricordato allo Stato la necessità di favorire il dialogo nella regione, mons. Ireri e mons. Pante chiedono una maggiore distribuzione di aiuti alla popolazione locale: “Dovrebbero esserci cibo e medicinali sufficienti per tutti, in particolare per i deboli e gli indifesi – scrivono – e dovrebbero essere distribuiti senza pregiudizi, poiché è responsabilità del governo provvedere alla popolazione”. Infine, i presuli sottolineano che lo Stato dovrebbe “sviluppare le infrastrutture necessarie per portare il Kenya settentrionale allo stesso livello altre regioni del Paese”. (I.P.)







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