Porre fine immediatamente alle operazioni di sicurezza nel Kenya settentrionale: è
quanto chiedono al governo di Nairobi i vescovi locali, sottolineando come simili
incursioni, invece di stroncare i conflitti tra le comunità pastorali, finiscano in
realtà per aggravare le sofferenze della popolazione in una regione già colpita dalla
siccità e dalla carestia. In un comunicato congiunto diffuso domenica scorsa, - riferisce
l'agenzia Cisanews - i vescovi di Isolo e Maralal, rispettivamente mons. Anthony Ireri
e mons. Virgilio Pante, esortano il potere politico “ad utilizzare le risorse per
portare la popolazione al dialogo” e ad offrire un indennizzo a coloro che, a causa
dei raid, hanno perso i capi di bestiame, garantendo così la loro sicurezza senza
pregiudizi. “Così come sosteniamo gli sforzi di ritrovare gli animali rubati – scrivono
i vescovi kenioti – allo stesso tempo chiediamo che la ricerca venga fatta in modo
equilibrato. Pensiamo che il governo, invece di punire un’intera comunità pastorale,
abbia strumenti sufficienti per recuperare i beni sottratti illegalmente,”. I presuli
esortano poi i responsabili politici a ridistribuire pubblicamente il bestiame ritrovato,
così da sapere con certezza chi ha avuto e chi ha perso gli animali, evitando di dare
i capi di bestiame al proprietario sbagliato. “La strategia applicata finora dal governo
– sottolineano i vescovi – non è attenta ai conflitti e lascia le comunità tribali
ancora più divise”. Quindi, dopo aver ricordato allo Stato la necessità di favorire
il dialogo nella regione, mons. Ireri e mons. Pante chiedono una maggiore distribuzione
di aiuti alla popolazione locale: “Dovrebbero esserci cibo e medicinali sufficienti
per tutti, in particolare per i deboli e gli indifesi – scrivono – e dovrebbero essere
distribuiti senza pregiudizi, poiché è responsabilità del governo provvedere alla
popolazione”. Infine, i presuli sottolineano che lo Stato dovrebbe “sviluppare le
infrastrutture necessarie per portare il Kenya settentrionale allo stesso livello
altre regioni del Paese”. (I.P.)